sque

SQUE | Intervista Indie Italia Mag

A cura di Camilla Baldini

Luca Squeglia, in arte Sque, nasce nel 1991 a Roma. Dopo varie esperienze nel campo musicale su diversi palchi la band si è scioglie e Sque riprende in mano un vecchio progetto, dedito a riarrangiare le canzoni che più mi lo hanno ispirato in chiave acustica.
Con questo progetto ha cominciato a suonare per strada in molte piazze d’Italia: Bologna, Milano, Torino, la mia città adottiva Treviso. Con l’inizio dell’attività da busker è nato anche il primo ep “Something’s happening”, primo passo di un cammino.
Conosciamo meglio la sua musica e il suo percorso artistico con Indie Italia Mag!

INTERVISTANDO SQUE

Come hai iniziato? E com’è arrivato questo progetto da solista?

Spiegaci un po’ chi sei.

La passione per la musica è nata ancora in tenera età quando mio padre mi faceva ascoltare Stevie Wonder, Police, Aretha Franklin, Zappa… Un po’ di tutto. Ho iniziato a prendere da subito lezioni di canto e altri strumenti nel corso del tempo. Il cammino nella musica si è invece consolidato all’età di vent’anni (anche se già prima suonavo in band del paese) quando ho iniziato a suonare nella prima band che mi ha portato a fare alcune delle più belle esperienze di palchi: i “Groov A Nation”. Una volta sciolta la band ho iniziato a suonare per strada tra Bologna, Milano, Torino, Treviso ed è così che è nata la concezione di questo progetto solista.

Che cosa significa per te cantare? E soprattutto che cosa speri che ti porti il canto?

Cantare è un modo per poter esprimere se stessi ed essere ascoltati, quasi una tecnica per rendere il più romantico possibile un pensiero banale come rendere dolcissimo il pensiero più crudo. Il mondo del canto e tutto quello che c’è dietro è come un modo per scoprirsi e conoscersi sia a livello fisico che mentale. Il canto è soggettivamente per me come un modo per migliorarsi ogni volta di più… Visto in relazione agli ascoltatori, come una bandiera a cui aggrapparsi (come la musica in generale o qualsiasi forma o tecnica d’arte).

Il tuo motto e stile di vita?

Bella domanda. Più che motto direi che vivo ogni giorno da quando apro gli occhi come una “battaglia” tra me e me cercando di infondarmi sempre sicurezza di quello che sono e autostima. Ritengo che ai giorni nostri e in una società che letteralmente può schiacciarti, avere fiducia in se stessi sia la una delle prime cose alle quali si debba pensare. Se dovessi riassumere il mio pensiero direi: “Non smettere mai di credere in te stesso”.

Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale italiana? Con chi ti piacerebbe collaborare o duettare e che comunque ti ha ispirato nel tuo percorso?

Ritengo che l’Italia stia vivendo, in alcuni casi, un bel periodo musicale. Tanti artisti nuovi con cose belle da raccontare e in un modo talvolta innovativo. Direi più che bene!! Un’artista che mi ha sempre ispirato è stato Frah Quintale (o gli allora Fratelli Quintale)… Credo che nelle sue parole, la sua vervè e il modo di esprimersi ci sia una potenza eguale a pochi qua in Italia. Con lui si canterei qualcosa.

I brani che compongono il tuo ep “Something’s happening” che argomenti toccano? Cosa vuoi dire con la tua musica?

“Something’s Happening” tocca temi molto personali: il ruolo della musica nella mia vita, il momento in cui ho capito che la mia strada sarebbe stata nella musica, il primo colpo al cuore che mi ha lasciato paralizzato… Temi di sicuro sentiti e risentiti, ma ogni cantastorie ha il suo modo di esprimere la sua verità. Con la mia musica semplicemente canto di cose successemi, avvenimenti che han segnato me e magari qualcuno no, sperando che all’ascoltatore possa arrivare un messaggio.

Quest’ultima più che una domanda è un appello.. ti chiedo: per quale motivo le persone dovrebbero ascoltarti?

Perché quello che canto è vero.

Ascolta SQUE nella TOP 20 della playlist Spotify di Indie Italia Mag

LEGGI ANCHE: BEST INDIE ITALIA MAG 2018