15076

15076 | Intervista Indie Italia Mag

A cura di Benedetta Minoliti

Mettete insieme R&B, elettronica e cantautorato. Il risultato è 15076, collettivo nato dalla collaborazione tra Alessandro Forte, PESCEFUORDACQUA e Luca Calizzano. I ragazzi, tutti di Ovada (Alessandria), hanno da poco pubblicato il loro EP, “Popstar (?)”.

INTERVISTANDO 15076

Non siete un trio, non siete una band. Siete un collettivo. Perché questa scelta?

In realtà è avvenuto tutto in modo molto naturale. Inizialmente eravamo solo ragazzi che si conoscevano da tempo e solo casualmente siamo venuti a conoscenza del fatto che ognuno di noi ,seguendo il proprio percorso stava realizzando qualcosa a livello artistico. 

La parola collettivo, del resto simboleggia un insieme di persone accomunate da un passione o nel nostro caso da un bisogno di fare musica in una realtà, quella ovadese, scarna di movimenti musicali e spesso di vie di fuga. Popstar (?) è un progetto che ci riunisce assieme sotto le produzioni di Alessandro, ma durante l’ anno ci sarà largo spazio per i progetti singoli di tutti.

Il nome del vostro collettivo 15076 rappresenta il CAP di Ovada, il paese da dove venite. Non importa da dove vieni, ma cosa fai. Dalla vostra esperienza, è vero?

In un certo senso pensiamo che sia così. Importa ciò che fai , le idee che hai.Chiunque crei qualcosa nelle nostre zone è idealmente un membro del collettivo, perché sta creando opportunità laddove prima non c’erano.

Se foste nati a Milano o a Roma le cose sarebbero state diverse?

Probabilmente sì. In zone con un bacino più ampio di ascoltatori, sarebbe forse più facile emergere o trovare persone che condividano la nostra visione. Però in città così vaste, magari non ci saremmo nemmeno conosciuti. Molte volte la provincia e la noia sanno essere da stimolo per nuove idee.

Il vostro EP “Popstar (?)” unisce sonorità elettroniche, R&B e cantautorato. È stato difficile far dialogare tre generi così diversi?

Ad essere sinceri non molto. Crediamo che oramai abbia poco senso parlare di generi musicali in questo mondo ibrido. Spesso è più facile per tutti, dare un etichetta a ciò che si fa o ciò che si è , ma alla fine possiamo affermare con piacere che è stato un divertimento più che una sfida!

Uno dei vostri brani, “Pece”, ha più di 22mila visualizzazioni su YouTube. Secondo voi perché questa canzone è arrivata al pubblico più delle altre?

ALESSANDRO: Lessi una volta di un artista che affermava che “il microfono oltre la voce sa catturare anche le emozioni”. Io e Federico abbiamo scritto molte canzoni assieme. Questo è un brano molto sincero, in cui l’unione tra RnB, Pop ed elettronica è al suo massimo. Spero che sia arrivato a tante persone, proprio per questi motivi. 

Alessandro

La copertina di “Popstar (?)” è molto interessante e rispecchia perfettamente, secondo me, quelli che probabilmente sono i vostri caratteri e i vostri stili. Qual è la storia di questa copertina?

Innanzitutto ringraziamo il nostro amico Alessandro Balbi (la terrazza è la sua) senza di lui questo non sarebbe stato possibile. La copertina voleva giocare sul concetto di diventare delle Popstar, ma in modo molto ironico difatti nel titolo vi è un punto di domanda . La foto rappresenta una festa, oramai finita, i cui rimangono solo i tre artisti circondati da cocci di vetro.

Luca è il chitarrista che guarda verso l’orizzonte, Federico canta brani d’amore, perso nel suo mondo in un dialogo a tu per tu col microfono e infine Alessandro annoiato sulla sedia, non vede l’ ora di andare via e tornare a casa. Quindi sì, direi che rispecchiano perfettamente chi siamo e le tematiche dei nostri brani. Il resto è venuto da sé, anche grazie a Tobia Marengo e Filippo Cotella, rispettivamente fotografo e grafico del collettivo.

Calizzano

Quali sono gli elementi che vi rendono riconoscibili e, soprattutto, unici, come collettivo?

Probabilmente la continua ricerca di essere noi stessi e non la copia di qualcosa che già esiste. Secondariamente, pensiamo sia un punto di forza avere generi musicali differenti, in un collettivo molto unito nelle tematiche ed il pensiero.

Vi sentite parte del panorama ItPop?

In parte si ed in parte no. Pensiamo di aver portato alla luce canzoni non troppo affini al panorama. Tuttavia questo essere sperimentali, potrebbe aprire nuovi orizzonti nel genere.

Ognuno di voi ha un’artista che lo ha ispirato? Avete dei riferimenti comuni?

LUCA: Penso che più che un artista di ispirazione, sono sempre stato un po’ influenzato da ciò che ascolto, in particolare il rock anni 90 (grunge) ed il cantautorato italiano, contemporaneo e non.

ALESSANDRO: io arrivo dal mondo dell’ EDM e dell’elettronica. Le mie prime produzioni erano un’ accozzaglia di suoni, che non vi invito sicuramente ad ascoltare.

La necessità di scrivere e di farlo in italiano ha poi aperto percorsi inaspettati. Per questo devo sicuramente ringraziare Calcutta, Kanye West,Post Malone e molti altri. PESCEFUORDACQUA : Io ascolto e ho ascoltato diversi generi, sono cresciuto con l’hard rock grazie a mio padre e ho iniziato ad appassionarmi al rap in età adolescenziale.

L’ondata indie e trap ha portato alla scoperta di suoni e linee melodiche nuove che sono state traghettatrici per la mia esigenza di scrittura. Mi sono tuffato a pieno nel Pop perché ho capito che poteva essere il grande veicolo per la mia voce. Fuso però con le sonorità più black che mi hanno sempre appassionato.  È stato un percorso lungo, ma direi naturale che mi ha portato insieme ad Alessandro a trovare il nostro suono. Penso che in tal senso siano stati molto d’ ispirazione artisti come Ghemon, Coco, Mecna, Gazzelle.

Pescefuordacqua

“Fuochi d’artificio” è una canzone che parla d’amore, tematica che ritroviamo anche in altre canzoni del vostro EP. Si sente spesso cantare d’amore, ma è davvero un “carburante” così potente per gli artisti? Cosa vi spinge a parlare di amore nei vostri testi?

Penso che l’amore sia, sia stato, e sempre sarà, il più grande motore artistico del mondo. Credo di non sbagliare nel dire che chiunque ne abbia parlato o lo abbia affrontato. Per il semplice fatto che ci rende tutti uguali, tutti umani. È amore per la vita, amore di coppia, amore per noi stessi, per la nostra famiglia per i nostri amici. Amore che inizia, che viviamo,che finisce. Non esiste persona che non ami è per questo che si sente sempre l’esigenza di parlarne. Perché ci si sente riconoscibili e riconosciuti.

L’importante è cercare di farlo sempre in maniera originale, perchè quando si parla di amore credo sia facile finire in una retorica già sentita, in qualcosa di banale. Attraverso suoni e parole, mettendo noi stessi, tutto ciò che si ha vissuto , così che l’ascoltatore possa essere colpito e possa immedesimarsi. Così da non sentirsi solo.

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