matteo liberati

Matteo Liberati | Intervista Indie Italia Mag

Matteo Liberati è un giovane cantautore italiano che già ha alle spalle un bel po’ di esperienza, dapprima maturata con la band Height & Light, con la quale pubblica nel 2017 l’album “Loser”, e poi come solista, componendo l’EP “Luci gialle di città” per Exabyte Records.

Matteo si approccia alla musica a 16 anni come chitarrista, per poi diventare cantante e frontman a tutto tondo, appassionandosi contemporaneamente sempre di più all’utilizzo di software per creare musica; insomma, l’intero processo di composizione e registrazione, passando per la stesura del testo e l’arrangiamento sono il pane quotidiano di Matteo Liberati, che dall’EP “Luci gialle di città” ha già pubblicato il video ufficiale del singolo “I tetti di Parigi”.

 

INTERVISTANDO MATTEO LIBERATI

Ciao Matteo. Parlaci un po’ di te, della tua vita al di fuori della musica.

Sono un ragazzo con mille idee per la testa, un sognatore che si appassiona a mille cose e da il massimo in ogni cosa che fa. Amo viaggiare, vedere posti nuovi e vivere esperienze nuove ogni giorno, sono uno che non è capace a star fermo un secondo e se mi fermo sto malissimo! Il riposo a quanto pare non fa per me!

Hai iniziato a suonare la chitarra come strumento principale e nel tuo singolo “I tetti di Parigi” le hai dato grande importanza; quali sono i tuoi chitarristi di riferimento?

Suoneranno come banali ma Angus Young, David Gilmour, Matthew Bellamy e altri grandi della musica credo sia impossibile non lascino a un chitarrista la voglia di fare urlare il proprio strumento in ogni traccia.

Cosa ne pensi della musica italiana al giorno d’oggi, in cui, dopo un periodo dominato dai sintetizzatori, è ritornata la ricerca di strumenti canonici, come appunto la chitarra elettrica?

La musica italiana sta andando in più direzioni, alcune molto interessanti, credo che continuando così forse riusciremo ad arrivare a cose più particolari e alternative del classico pop italiano. Sono molto contento che la chitarra elettrica riacquisti presenza nei brani anche se ancora è raro sentire ad esempio un assolo o effetti come il whammy nei brani italiani.

“I tetti di Parigi” sembra una Polaroid che racconta una storia d’amore, con riferimenti a luoghi e scenari ben precisi. E’ parte della tua storia o hai dato spazio alla fantasia?

È parte della mia storia, un momento della mia vita davvero importante che mi è rimasto nel cuore e che non vedevo l’ora di mettere in musica. Emozioni enormi che spero di fare arrivare con le mie parole e la mia musica.

Matteo Liberati Luci Gialle di Città - EP
Matteo Liberati Luci Gialle di Città – EP

Nel tuo EP “Luci gialle di città” ti sei messo alla prova con un lavoro solista. Cosa ti ha spinto a voler intraprendere questa strada?

La voglia di non sentirmi legato a un genere preciso, mettere giù esattamente quello che mi passa per la testa, spesso penso già a così tante idee e parti musicali che spiegarle a qualcun altro renderebbe tutto già diverso. Voglio mettermi in gioco al 100% e mostrare quello che so fare. È un po’ una scommessa anche con me stesso.

“I tetti di Parigi”, “L’uomo che guarda le stelle” e “Un po’ più in là” – canzoni dal tuo EP – hanno dei titoli in cui la voglia di evasione, di andare lontano, è tangibile. Ma tu, dove vorresti arrivare?

Il più lontano possibile! Sono un sognatore e sogno l’impossibile, sono un astronauta con la chitarra nello spazio, voglio fare arrivare la mia musica ovunque e voglio girare il mondo per metterlo in musica!

Anche “Chi credi di essere” lascia trasparire un sentimento di rivincita. Quante volte, da giovane musicista, hai pensato “perchè lo faccio? “. Cosa vorresti dire a tutti quelli che hanno creduto in te ed a chi invece ha dubitato?

A chi crede in me voglio dire un mega “Grazie”, siete il mio motore, la mia forza, non scordatevi mai di dire a qualcuno che credete in lui, non è mai sottointeso, non è mai ovvio e in questa vita piena di gente che ci spinge a terra ogni giorno sapere sempre che c’è qualcuno che ti vuole in piedi a combattere è la prima regola di un guerriero e di un sognatore. A quelli che hanno dubitato di me, che mi hanno fatto lo sgambetto mille volte, mi hanno odiato, invidiato e cercato di farmi male più e più volte, anche se dubito leggeranno questa intervista dico “Io sono qui” e sono qui perché non vi ho dato retta, perché per una volta tanto ho creduto in me. “Chi credi di essere” è per voi e spero che sia la rivincita di quelli come me.

Hai in programma un tour? E, se si, pensi di suonare da solo, mantenendo l’assetto chitarra e voce, o immagini i tuoi brani con una band?

Si, ho in programma dei live dove porterò “Luci gialle di città” in acustico, chitarra e voce, ma sarà una cosa un po’ fuori dagli standard, sto preparando alcune cose fuori dagli schemi! Ma non ci sarà solo questo! sto anche preparando un assetto diverso per portare live i brani in elettrico con tutta la potenza che hanno dentro, questa è una novità che ancora non ho reso pubblica! posso solo anticipare che non sarò solo!

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