I Sensi Vietati hanno preso la direzione giusta | Intervista

Un percorso tutto in divenire che trova nella filosofia della musica indipendente il suo sbocco naturale. Dalle chitarre giocattolo alla prima Fender, le ragazze de I sensi vietati sono cresciute musicalmente, arrivando quest’anno a registrare il loro primo EP, “Carbone“. Composto da sei pezzi, il progetto del duo è sicuramente un ottimo punto di partenza, che racchiude il tentativo, riuscito, di rappresentare una moltitudine di emozioni ed esperienze che possono essere raccontate solo grazie all’aiuto della musica.

Un duo giovane che attraverso questo primo EP coniuga brani più leggeri, come L’ultima Sigaretta, a canzoni più riflessive e introspettive, come Carbone.

Un esordio interessante di due artiste che, dalle cover di Gazzelle e altri artisti indie italiani, registrate nelle loro camerette, oggi si presentano al pubblico con un progetto che non ha nulla da invidiare agli esordi di tantissimi altri artisti degli emergenti fin qui proposti dalla community.

INTERVISTANDO I SENSI VIETATI

Ciao ragazze, come avete scelto il nome del vostro duo? 

Diciamo che è partito come una sorta di gioco: abbiamo creato il gruppo per fare cover, ma non ci saremmo mai aspettate di realizzare tutto questo. Tornando al nome, abbiamo voluto attribuirgli una doppia accezione: esso simboleggia- da una parte- la privazione delle percezioni, dall’altra, il tentativo di oltrepassare questa privazione; come se non bastasse, all’epoca dei fatti, attraversare una via del nostro paese contromano (involontariamente) era diventata la nostra specialità.

Come vi siete conosciute e com’è nata la vostra passione per la musica?

In realtà ci conosciamo da sei o sette anni.  Abbiamo sempre suonato per puro divertimento e prendendo chitarre vecchie trovate in casa- peraltro senza corde. Tutto senza impegno, solo per amore della musica. Era bello così.

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Lo scorso febbraio è uscito il vostro primo EP, “Carbone”. Come avete scelto il titolo di questo primo progetto?

Ottima domanda a cui rispondere è non poco complicato, ma ci proverò: il carbone è soltanto una metafora di quella parte oscura e polverosa che tutti noi abbiamo dentro e spesso ci porta a sentirci privi di valore o nulli. Il carbone è quella cosa che ti sporca le mani indebitamente, senza che tu accorga di nulla.

La copertina di “Carbone” è davvero intrigante, complimenti. Qual è il suo significato?

Abbiamo realizzato questa copertina grazie alla nostra cara amica Valeria Bollini, che l’ha disegnata per noi con tanto affetto.  Essa rappresenta quella che a parer mio è l’esperienza più ostica ma intrigante che si possa sperimentare: l’atto di guardarsi dentro lottando con e contro le proprie emozioni e i propri dissidi interiori.  Non è un caso che il soggetto in copertina sia stato colto nell’atto di aprirsi il petto con forza, per poi realizzare che, tuttavia, quel che fuoriesce dal suo corpo è solamente carbone.

Già, quel carbone che ha preso irrimediabilmente il posto dei suoi organi e, di conseguenza, delle sue emozioni.

Carbone è anche il titolo di uno dei singoli del vostro EP. Com’è nato questo brano?

Il brano viene alla luce durante un freddo pomeriggio di febbraio. Credo ci fosse qualcosa che volevo dire ma non ci riuscivo.  Così decisi di impugnare la chitarra e strimpellando qualche accordo è nata questa canzone. Sono convinta che fosse già scolpita dentro di me; mi stava solo chiedendo di ‘uscire’.

Il video di Carbone è il primo del vostro canale. È molto particolare e fa trasparire una forte sensibilità. Le due ragazze descrivono la loro relazione attraverso un binocolo. Dov’è nata l’idea di raccontare il vostro singolo in questo modo?

Raccontare Carbone è stata una scelta coraggiosa: al giorno d’oggi è difficile esporsi mettendo da parte tutti i pregiudizi e le discriminazioni esistenti. Abbiamo mosso questo primo passo che sarà seguito da un secondo passo. L’obiettivo è quello di dare forma ad un nuovo video che è in fase di ideazione. L’idea del binocolo nel video (che si riferimento ad una visione diversa delle cose) è stata della regista del video, Allegra Trenta.

Tra i 6 brani di “Carbone” il pezzo che, secondo me, rimane più in testa è L’ultima sigaretta. Ha un sound molto estivo e ballabile. Nonostante questo racconta di “un periodo di transizione”, di instabilità e di incertezze. Per me racconta tanti sé e tanti ma non detti. Qual è la storia di questo pezzo?

Si  esatto, Carbone e L’ultima sigaretta sono i brani più ascoltati del nostro EP! Grazie innanzitutto per i complimenti. Abbiamo scelto di creare un sound leggero e spensierato che trasmettesse gioia e non facesse pensare. Anche se in realtà base e testo sono un ossimoro, il testo descrive la fine di un periodo di benessere e l’inizio di un periodo negativo trascorso in disparte, fra pensieri e cambiamenti vorticosi.

Lo associo all’immagine di un tunnel molto lungo attraversato da bivi fatti di confusione e dolore (ormai lontano, si spera), in cui ciascuno di noi può rispecchiarsi. Del resto: chi di noi non ha mai attraversato almeno un tratto di quel tunnel?

È in lavorazione un vostro nuovo singolo. Ci potete fare qualche piccolo spoiler?

Sta per nascere un nuovo brano che sarà fuori molto presto, dobbiamo solo decidere se sarà durante l’estate o poco dopo. È un brano molto più dinamico e adrenalinico degli altri, direi ‘diverso’ da tutti i lavori precedenti che erano rilassati e lenti; abbiamo provato ad aggiungere una scarica in più alla nostra canzone. Il titolo del brano è Spigoli e sarà seguito da un videoclip che troverete sul nostro canale.

Quest’estate suonerete dal vivo per promuovere il vostro EP?

Assolutamente si! Abbiamo già fissato alcune date che presto ufficializzeremo anche sulla pagina di Instagram. Ci stiamo muovendo (speriamo verso la giusta direzione) e non vediamo l’ora di sporcare il pubblico in giro per i locali. Insomma: prevediamo un’estate molto decisa!

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