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Phomea: come si fa un “disco di artigianato”

La musica, si sa, è uno strumento comunicativo potentissimo. Tramite essa è possibile esternare i lati più profondi della propria anima e confrontarsi con quelle emozioni che solo attraverso la musica possono prendere forma.

Ed il primo LP di Phomea è proprio frutto di una necessità di tirare fuori tutte le emozioni ed i pensieri derivati da uno di quegli eventi che segnano la vita di una persona: la perdita di una madre.

“Annie”, questo il titolo del primo lavoro di Phomea, è un disco malinconico, in cui l’artista ci regala immagini dei suoi ricordi e li racchiude in questo concept-album dedicato alla mamma.

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Il disco, come lo definisce lo stesso Phomea, è un disco di “artigianato” ed ascoltandolo effettivamente si nota come questo sia un lavoro decisamente viscerale e d’impatto. “Annie” è un disco rock, con molti riferimenti sonori all’indie americano e al rock anni’90. Tra giri incalzanti ed assoli che esplodono, racconta pezzi significativi della vita di Phomea. Lasciando, alllo stesso tempo, spazio a momenti di respiro più ampio  come la stessa title-track “Annie” o la toccante “Santa Maria Elettrica”.

Il primo singolo estratto, di cui è stato pubblicato anche il video-clip è “Mi manca un gesto”.

Il video vuole essere una dimostrazione di come la routine, la quotidianità a volte, possano farci perdere di vista il valore di alcuni aspetti della nostra vita. Nel video, girato interamente in un quartiere di Amsterdam, possiamo vedere una serie di scenari di vita quotidiana in cui compare e scompare la figura di un omino stilizzato che osserva e cerca l’autenticità in ogni attimo che scorre veloce. Quando poi la routine del quotidiano viene meno, è proprio in quel momento che si ha modo di riflettere su se stessi e su ciò che ci manca.

Abbiamo contattato direttamente Phomea per conoscere meglio lui e parlare del suo primo lavoro in studio.

INTERVISTANDO PHOMEA

Ciao Fabio! Il progetto “Phomea” nasce parecchi anni fa e nel corso di tutto questo tempo ha subito molte modifiche. In cosa e come sei evoluto durante il corso di tutti questi anni?

Ciao! Si, il progetto Phomea ha assunto sicuramente molti volti diversi in questi anni.

Nasce tutto da sperimentazioni con un quattro piste analogico in una cameretta in montagna per poi arrivare ai live basso/voce, all’esperienza in trio fino a tornare alla situazione solista di adesso.

Preferisco fare il punto su cosa è rimasto durante gli anni, l’attitudine, il bisogno di comunicare attraverso la musica, di non lasciarsi sopraffare dal contesto e di sorprendersi e incuriosirsi.

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La seconda curiosità è sul nome. Da dove deriva “Phomea”?

Beh la storia del nome Phomea è abbastanza stupida e, mi hanno detto, forse un po’ troppo lunga!

Tutto nacque una sera di parecchi anni fa, avevo circa 16 anni e suonavo (la batteria) nel mio primo gruppetto con due amici. Volevamo cambiare nome al gruppo quindi ci ritrovammo una sera dopo le prova insieme ad una nostra amica per valutare diverse possibilità.

A un certo punto lei se ne uscì con questa proposta: “Vi potreste chiamare Phomea!

Nessuno di noi riusciva a capire il significato del nome e lei continuava a dire che “era chiaro”, “dai, quando qualcuno ti conosce per avere la Phomea di essere…” Chiaramente intendeva “Nomea”.
Il gruppo mantenne il proprio nome ma Phomea diventò il mio alter ego ed il progetto con cui avrei portato avanti i miei lavori da solista.

In realtà mi piaceva l’idea che il nome derivasse proprio da “Nomea” (anche se non è poi così chiaro) e, per un certo periodo, ho fantasticato su Phomea come se fosse anche un nome femminile (cosa che, tra l’altro, sembra essere vera).

“Annie” ha delle sonorità davvero interessanti con brani molto diversi fra di loro. Che lavoro di ricerca sonora c’è dietro per arrivare a questa gamma di suoni così particolari?

Mi piacciono le contaminazioni, le derive (sonore e non) ed i piccoli difetti che ti fanno davvero innamorare. Non cercavo un suono in particolare con questo lavoro, cercavo soprattutto di far uscire i brani, di farli vivere di vita propria.

Ogni brano aveva già in potenza quella forma e quella sostanza, dovevo solo assecondarla. Mentirei se ti dicessi che dietro ad “Annie” c’è stato un lungo lavoro di ricerca sonora. C’è dentro tutto quello che Phomea ha vissuto e che è stato, senza freni e inibizioni.

C’è dentro la totale libertà di espressione, senza generi o costrizioni varie.

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Da dove nasce la scelta di aprire e chiudere “Annie” con due brani in lingua inglese?

Nasce sostanzialmente dal significato di quei due pezzi in particolare.

Il primo pezzo è proprio “Annie”, la title track. Questo lavoro, dedicato a mia madre, doveva aprirsi con questo pezzo.

“Don’t look back”, il pezzo in chiusura, chiude il disco con un dialogo quasi rabbioso per poi aprire ad una speranza per il futuro, un monito, per andare avanti senza guardarsi indietro.

Il video di “Mi manca un gesto” è girato ad Amsterdam. Perché proprio lì? E da dove nasce l’idea di dargli questo taglio?

L’idea del video c’era già, avevo già in testa come doveva essere. Quello che mancava era la location.

Durante una vacanza ad Amsterdam sono capitato nel quartiere NDSM e, semplicemente, il video mi si è composto davanti agli occhi. Ho deciso quindi di fare delle riprese con quello che avevo a disposizione per poi montarle e sistemarlo in post produzione.

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Il mercato del nuovo cantautorato italiano offre novità quasi quotidiane. Quale pensi possa essere il punto di forza della tua musica che possa lasciare un segno più significativo nell’ascoltatore?

Credo che la mia musica abbia tantissimi punti deboli, in primis il fatto di non poter essere facilmente associata a qualcosa di ben definito. Questo è, per quanto mi riguarda, anche parte del punto di forza della musica di Phomea.

Credo di mettermi veramente a nudo ogni volta che suono o canto, mostrando ogni mio difetto, lasciando però tutto lo spazio possibile a chi vuole davvero immedesimarsi con quello che dico e quello che provo.

Probabilmente il punto di forza della mia musica è la sincerità con la quale viene fatta.

Avremo modo di vederti live prossimamente?

In questo periodo mi muovo da solo, in solo acustico oppure semi acustico con loop station. Al momento non c’è niente di sicuro e fissato ma spero di poter annunciare al più presto delle date live.

Ascolta Phomea nella playlist Spotify di Indie Italia Mag

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