Spark Rocca

Spark Rocca: “Confutare me stesso per reinventarmi”

Sperimentale, psichedelico e contraddittorio. In questi tre aggettivi possiamo dare una prima idea di chi sia Spark Rocca e quale sia la sua proposta musicale.

Cantautore e poli-strumentista siciliano, Spark Rocca, all’anagrafe Francesco Rocca, vista la difficoltà a reperire altri musicisti interessati ad un progetto di inediti, nel 2017 inizia la sua attività di autore e compositore di brani originali. Dal 2017 al 2019 pubblica un e.p., un album di 6 tracce, e vari singoli di cui l’ultimo pubblicato proprio in questi giorni: “Scream”. Tutti lavori totalmente auto-prodotti.

scream spark rocca

Spark Rocca è un artista poliedrico e sperimentatore che ama contraddire se stesso per reinventare nuove forme di comunicazione attraverso la musica. Tutti i suoi lavori infatti sono molto diversi tra di loro. Passiamo dal folk cantautorale del album del 2019  “Stralci di tiepida agonia, perdizione trascendentale e altre paranoie”,  fino alla psichedelia ambient dell’ultimo singolo “Scream”. Qui Spark Rocca si diverte a mischiare, in un brano totalmente strumentale, rumori (come ad esempio quello dell’acqua versata o di un pacchetto di graffette agitato) a riff di chitarra e giri di basso cupi ma allo stesso tempo dinamici. Comune denominatore di tutti i lavori di Spark Rocca è sicuramente la “sperimentazione”. In tutta la sua produzione si nota infatti una forte tendenza a sperimentare, a mescolare generi ed influenze musicali così da arrivare a rendere davvero unici ed originali i suoi brani.

Per accompagnare l’uscita di “Scream” è stato pubblicato anche il relativo video-clip.

Protagonista assoluto del video è Orsacchiotto. Un orsetto di pezza che Spark Rocca definisce come il suo unico collaboratore, in quanto compare già in altri video-clip dello stesso cantautore siciliano.

Il video-clip ricalca molto bene l’atmosfera psichedelica della canzone e per tutta la durata del video vediamo Spark Rocca impegnato nella spasmodica ricerca di Orsacchiotto che lascia dei plettri in giro per la città, come se stesse rincorrendo qualcosa che non si riesce a cogliere ma comunque da l’illusione di averla afferrata per pochi istanti.

spark rocca

In occasione dell’uscita dell’ultimo singolo abbiamo contattato il cantautore siciliano per fargli qualche domanda e conoscerlo meglio.

INTERVISTANDO SPARK ROCCA

Ciao Francesco! Qual è il tuo background da musicista? Come sei arrivato ad essere “Spark Rocca”?

Inizialmente non volevo fare tutto solo, volevo solo fare il chitarrista di una band. Ma gli eventi mi hanno portato a diventare Spark Rocca.

Diciamo che non mi è stato facile trovare musicisti interessati a fare inediti, perciò mi trovai al bivio di decidere: imparare a fare un po’ tutto solo oppure estinguermi.

La tua proposta musicale è caratterizzata da un sound psichedelico e sperimentale. Come arrivi a definire sonorità così diverse e particolari per ogni tuo brano?

Non so se riesco a rispondere a questa domanda perché per il mio processo creativo non c’è una formula matematica e ogni brano può essere molto diverso, per esempio questo è il primo brano in cui ho inserito il suono dell’acqua versata e di una scatola di graffette agitata.

Il tutto avviene più a tentativi, se il risultato non mi piace taglio e rifaccio, se mi piace vado avanti e tento di evolvere quello che sto facendo, se l’evoluzione non mi piace la interrompo e provo e fare qualcos’altro e così via.

spark rocca

Hai collaborato con qualcuno o ogni tuo singolo lavoro è auto-prodotto?

Ancora nessuna collaborazione, tutto auto-prodotto. Questo non vuol dire che non mi piacerebbe fare una collaborazione. Anzi, mi piace il concetto di “jam” e di sperimentazione nell’improvvisazione.

Hai dichiarato che “confutare te stesso e reinventarti diventa una sfida personale senza fine.” Quanto incide questa “inclinazione” nel tuo modo di concepire e produrre musica?

Tanto. La risposta l’ho già data, in parte, cercando di spiegare come arrivo a definire il sound. Ma anche tra un brano e l’altro, mi spiego meglio, in “Nevrosi Latente” ho deciso di sussurrare, in “Scream” invece urlo vocalizzi.

Anche musicalmente passo dal cantautorato chitarra e voce alla potenza della chitarra elettrica distorta Hard Rock. Se si ascolta la mia discografia non c’è un’evoluzione di un singolo sound ma si nota un continuo confutare del sound precedente, questo atteggiamento mi ha portato ad evolvere sound diversi.

spark rocca

“Scream” è il tuo ultimo singolo. Un brano psichedelico dalle venature rock ed ambient. Cosa covavi dentro di te quando hai scritto questo pezzo così sperimentale e per giunta totalmente strumentale?

Covavo e covo un forte senso di riscatto, continuavo a pensare: voglio che l’ascoltatore stia pensando “aspetta! Che cosa ha appena fatto? Che suono è? Come l’ha fatto?”. Quindi anche voglia di stupire l’ascoltatore sicuramente.

Ma non solo, il brano è molto grintoso, si nota la mia voglia di agire, la voglia di non mollare mai, di urlare al mondo e prenderlo a testate.. in un certo senso.

Come si sceglie un titolo per un brano strumentale? Perché proprio “Scream” per il tuo ultimo singolo?

Tocchiamo un tasto dolente, sarò molto sincero.

Mi piace usare parole poco usuali per i miei brano, non a caso il brano precedente si chiama “Nevrosi Latente”, per questo brano avevo scelto “Lesione viscerale” come titolo, in quanto lo vedo come un taglio ai generi in voga al momento ma anche come sound, è un sound che squarcia l’anima, ok forse sto esagerando ma è per rendere l’idea.

Purtroppo ho notato la difficoltà nel far ricordare i miei titoli alla gente e quello che si avvicina di più a “Lesione viscerale” per come lo intendo è “Scream”, un urlo che strazia.

Non è il primo pezzo strumentale che scrivi. Come cambia il tuo modo di comunicare attraverso la musica quando decidi di non scrivere un testo?

Mi sento più libero di agire armonicamente per i pezzi strumentali. È come se compensassi la mancanza delle parole con cambi di melodie.

Il video di “Scream” è davvero particolare. Ricalca l’atmosfera psichedelica del brano e ti vediamo impegnato nella strana ricerca di un orsetto di pezza che dissemina plettri in giro per la città. Da dove è nata l’idea di dare questo taglio al video?

Io e Orsacchiotto (è il suo nome) collaboriamo già da anni. È diventato un fido collaboratore. Con lui ho girato il videoclip di “Sinapsi in cortocircuito”, di “Cerco” e di “Nevrosi Latente”. Non poteva mancare per “Scream”.

Non è stato facile scrivere la sceneggiatura per “Scream”, volevo riprodurre delle immagini che trasmettessero uno stato di inquietudine e questo stato si avverte nel rincorrere qualcosa che non si riesce a cogliere ma comunque da l’illusione di averla afferrata per pochi istanti, Orsacchiotto incarna in questo video quel qualcosa che continua a sfuggirmi recandomi inquietudine.

Colgo l’occasione per dire che anche Orsacchiotto ha un profilo instagram e ha raggiunto da poco i mille followers, lo trovate al @orsac_chiotto.

orsacchiotto

Avremo modo di vederti suonare dal vivo prossimamente?

Al momento non ho date, sto cercando un’agenzia booking e mi piacerebbe collaborare con altri musicisti per portare in giro dal vivo la mia musica.

Ma chissà…

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