fabio guglielmino

Il pop “Epico” di Fabio Guglielmino

E’ possibile raccontare le gesta degli eroi della mitologia greca in chiave pop? Ed è possibile, da questa rilettura moderna, trarne similitudini e metafore con ciò che ci circonda nella nostra quotidianità?

Ascoltando gli ultimi due brani di Fabio Guglielmino le risposte sembrano essere in entrambi i casi un netto e deciso “si”.

Il cantautore siciliano infatti sta per uscire con un nuovo lavoro in studio dal titolo “Io mi chiamo Achille”, un disco composto da dieci tracce dove, grazie alla rivisitazione delle imprese eroiche di personaggi come Achille o Enea, avremo modo di viaggiare tra sentimenti, emozioni ed impeti che sono propri degli eroi mitologici ma che alla fine, se rielaborati e rivisti con le lenti giuste, sono le stesse emozioni e gli stessi sentimenti che caratterizzano le nostre vite moderne.

fabio guglielmino

Lo stesso Fabio Guglielmino ci descrive il suo prossimo disco (in uscita nella primavera di quest’anno) come “un percorso attraverso le manie e i desideri nel senso più arcaico possibile. Tutto all’estremo, eros, euforia, destino e  profezia, ispirazione”.

Il disco è stato anticipato da due singoli: “E’ già tempesta” e la title track “Io mi chiamo Achille”. Pubblicati a breve distanza l’uno dall’altro sono accompagnati entrambi dai relativi video-clip.

Nel video di “E’ già tempesta” vengono rappresentate le varie figure usate da Saffo in relazione all’Eros. Il video, anche grazie alla presenza “adonica” del modello siciliano Sirio, risulta davvero d’impatto.

Parallelamente all’uscita del disco, Fabio Guglielmino ha scritto uno spettacolo che unisce teatro e musica dal titolo “Epica fa rima con pop”.

In questo spettacolo Fabio Guglielmino veste i panni di un “aedo” (un cantastorie professionista dell’antica Grecia) e ci racconta in chiave pop della vita delle imprese ma anche e delle caratteristiche caratteriali degli eroi della mitologia Greca. Un progetto sicuramente originale ed interessante che fa emergere ancor di più la particolarità e la sensibilità del bravo cantautore siciliano.

Abbiamo contattato direttamente Fabio Guglielmino per fargli qualche domanda e conoscere meglio la sua arte.

fabio guglielmino

INTERVISTANDO FABIO GUGLIELMINO

Ciao Fabio! Parlaci un po’ di te, qual è il tuo background da musicista?

Nasco come chitarrista e ho suonato moltissimo a Milano nei primi anni 2000 tra cover band di Springsteen e dei Dire Straits, poi ho cominciato a studiare canto nella mia Palermo e scrivere. Viaggiando in Europa e partecipando ai numerosi Open Mic tra Varsavia, Londra, Francoforte e Amburgo, mi sono reso conto che il canto in italiano piaceva anche all’estero. Così cominciai a produrre seriamente, studiando sempre moltissimo.

Il mio riferimento è Mogol, anche se mi sento più vicino alla leggerezza di Edoardo Bennato. Amo il rock e nelle mie canzoni cerco sempre di farlo sentire. Sono un grande fan di Springsteen, Bryan Adams e successivamente i Killers. Negli ultimi anni mi sono invece avvicinato al suono indie dei Blossoms, Vaccines, Wombats e White Lies. Amo gli anni 80, tantissimo.

Nelle fasi di composizione, arrangiamento e registrazione collabori con qualcuno o è tutto totalmente auto-prodotto?

Scrivo e compongo io, chiaramente collaboro con altri musicisti nelle fasi di arrangiamento e produzione. Qualche volta anche dei musicisti tedeschi. Credo che non si possa fare tutto da soli e poi è sempre bello lasciarsi influenzare da altre teste, il lavoro finale ne risulta più arricchito.

fabio guglielmino

Hai studiato ad Amburgo. Quali differenze hai potuto notare sul modo di proporre e sponsorizzare artisti emergenti tra Germania ed Italia?

Ho approfondito canto nella scuola dello spettacolo di Amburgo, e si ho notato differenze (almeno in base alla mia esperienza). In Germania sono più pragmatici credo. La mia vocal coach mi spingeva a liberarmi da alcune “inflessioni” italiane, per esempio vocali eccessivamente aperte e altre cose.

Sugli artisti emergenti, si fa molta rete, ci sono tantissime occasioni per esibirsi e tutti i giorni della settimana e diversi format di spettacolo in club adibiti alla musica live. Soprattutto c’è molto pubblico al quale piace ascoltare dal vivo tanta roba nuova. Vi giuro che non ho visto una tribute band in giro ad Amburgo (o almeno non sponsorizzata manco fosse l’originale).

Nei tuoi ultimi due brani “Io mi chiamo Achille” ed “E’ già tempesta” sembri proporre un sound un po’ diverso dai tuoi primi lavori. C’è stato un lavoro specifico in questo senso?

Si, c’è stato decisamente un cambio di rotta rispetto alla mia concezione di fare musica e molto ascolto. Mi sono lasciato influenzare , credo positivamente, dai ragazzi del team che hanno collaborato alla creazione del sound.

Poi come dicevo amo i suoni anni 80 e non ho avuto paura a sperimentare qualcosa che si avvicinasse allo stile Wombats / Blossoms e i miei amati Killers.

Ciò rappresenta per me un inizio, non un punto di arrivo.

fabio guglielmino

Questi due brani anticipano l’uscita di un disco?

Si, il disco si chiama “Io mi chiamo Achille” e sarà composto da dieci tracce. Un percorso attraverso le manie e i desideri nel senso più arcaico possibile. Tutto all’estremo, eros, euforia, destinoprofezia, ispirazione.

Un disco che ho cercato di scrivere epico, perché attinge proprio da quel mondo. Ascolterete di Achille ed Enea, gloria ed eternità a confronto. Ballerete sulle note di una canzone arcaica che esplode in un ritornello pop, ma ci saranno dei momenti più acustici, anticipati da due videoclip che sono già pubblicati sul mio canale youtube: “Come le bandiere Achee” e “La mia personale Odissea”.

Entrambi i brani parlano di un uomo che si rialza dopo aver perso tutto.

Entrambe le canzoni sono accompagnate dai relativi video-clip che risultano essere entrambi di forte impatto. Da dove derivano le idee per questi video-clip e chi se ne è occupato?

“E’ già tempesta” è un brano che parla di desiderio e passione e mi sono ispirato alla poesia arcaica, sapete: Saffo, Anacreonte, Alceo. Mi piace molto la pastoralità, rappresentare l’eros come una forza della natura arcaica, una tempesta, un vento che scuote querce e membra per citare proprio la poetessa dell’isola di Lesbo.

Il video è stato una follia, cercai di rappresentare proprio le figure che usava Saffo, quindi un Dio Ermes invocato come angelo della morte per placare le sofferenze d’amore proprio con la morte e un Dio Eros, tiranno e capriccioso al quale non si sfugge.
Achille, è il mio eroe preferito, è un divo, una rockstar maledetta da club 27 proprio. L’ho rappresentato così come lo vedo: bellissimo.

Non è stato facile trovare un modello che potesse dargli il volto che avevo in mente, poi incontrai Sirio a Palermo e il resto potete ammirarlo sul mio canale youtube.

La tua proposta artistica non si limita solo alla musica in senso stretto, ma hai scritto anche lo spettacolo “Epica fa rima con Pop”. Da dove nasce questo progetto così particolare ed interessante?

Esatto, da tutto lo studio che ho fatto ne è nato uno spettacolo che ho chiamato “Epica fa rima con pop”, un cui mi trasformo proprio in un “aedo” e attraverso le canzoni parlo dei miei eroi preferiti e che ho riscritto in chiave pop.

Pensate l’ho proposto anche nelle scuole e i ragazzi ne escono sempre divertiti. Parlo di Ulisse come un donnaiolo, furbo, infido e bugiardo. Achille come un divo viziato e mammone, ma allo stesso tempo sensibile e legato al compagno Patroclo. Enea come un eroe responsabile ma pur sempre un eroe che avrebbe preferito la gloria all’eternità.

Oltre lo spettacolo c’è anche un progetto fotografico “manie ed eroi” che ho realizzato in collaborazione con un fotografo d’eccezione quale Giovanni Vecchi. Insomma, tanta roba.

Da dove nasce non saprei dirlo. Da ragazzino leggevo tantissimo De Crescenzo. Sarà che ho attraversato un momento personale particolarmente duro e che tutto è riaffiorato prepotentemente… Io l’ho solo assecondato.

Avremo modo di vederti suonare dal vivo prossimamente?

Coronavirus a parte, c’è in programma una data in auditorium Rai Sicilia a Palermo il prossimo 6 Giugno, poi sto lavorando a delle iniziative in Germania. Speriamo bene!

 

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