She Wants: “Siamo semplicità e imperfezione” | Intervista

Un nome che si rivolge all’universo femminile. She Wants è una nuova idea di Grunge mista ad una mistica spontaneità che si esprime nella lingua di Shakespeare. Un misto di Britrock, pop e lo-fi.

Questa band originaria dei castelli romani ha il sound inglese nelle vene e un’idea di gender molto contemporanea. Una musica pensata per essere suonata live, anche se affronta tematiche introspettive, a cui di solito si pensa nell’intimità della propria camera.

Un album, “You’re not the Only One”, uscito lo scorso anno e due singoli usciti da poco, “Big Black Moon” e “Blue Nevermind”. Da ascoltare se ci si vuole perdere un po’ senza mai smettere di voler bene a se stessi.

Intervistando SHE WANTS

Ciao! Da dove viene il nome “She Wants”?

È un nome che lascia spazio a molte interpretazioni, può sembrare anche un doppio senso. Alla fine di una giornata in sala prove è uscito quasi per scherzo e all’inizio neanche ci piaceva molto, ma dopo qualche giorno è diventata la scelta definitiva. Volevamo un nome che avesse un bel suono ma che onorasse anche l’universo femminile. Second noi descrive abbastanza bene anche il tipo di rapporto che c’è oggi tra uomo e donna: ci somigliano sempre di più, di conseguenza la donna ha uno status che si avvicina sempre più al verbo volere.

Vivete in Italia attualmente? Come vi siete conosciuti?

Sì, viviamo ai Castelli Romani, a pochi km dalla capitale. Ci siamo conosciuti proprio perché veniamo tutti dalla stessa zona e quindi frequentavamo gli stessi locali. Prima di formare una band eravamo già amici dall’età di 11 anni, alcuni di noi andavano anche a scuola insieme. Per 7-8 anni ci siamo persi di vista, quindi tutto il periodo dell’adolescenza, finché nel una sera del 2012 ci siamo rivisti in un locale e cominciammo a parlare di musica: avevamo più o meno gli stessi gusti e da li è cominciato tutto. 

L’Inghilterra regna sovrana nel vostro background, sia nella lingua (e in particolare nell’accento), sia nel sound. Chi sono i vostri artisti di riferimento?

Sì, l’Inghilterra ha un ruolo importante nel nostro stile. Il nostro cantante è per metà inglese e si capisce dal suo accento. Cerchiamo di avere un suond riconoscibile e personale, però ci appassiona molto la scena musicale indie e alternativa che va dalla fine degli anni 80 ai primi anni 2000. Siamo cresciuti con gli Arctic Monkeys, i Bloc Party, i The Hives, i Babyshambles, gli White Stripes. Poi ci sono anche molti artisti italiani come Lucio Battisti e Vasco Rossi. In ogni caso, quando sei di fronte ad una canzone incompleta molte volte può venirti in soccorso qualcosa che non avresti mai immaginato, apparentemente lontana da te. Per questo pensiamosia importante ascoltare diversi generi musicali.

Il vostro ultimo singolo “Big Black Moon” è una canzone d’amore un po’ atipica: si evince una sorta di piacere nel non fare un passo verso la persona amata, lasciando le cose al destino.

Più che una canzone d’amore, e quindi un messaggio per qualcuno, “Big Black Moon” è un pezzo che parla di se stessi. Nonostante sembri che ci sia un riferimento ad una persona in particolare in realtà si tratta di uno sfogo personale. È un pezzo egoista nel senso positivo del termine, che parla di sentirsi liberi, di rivalsa e del bene da provare per noi stessi.

Vi identificate con la definizione di produzione lo-fi, volutamente “grezza” e poco elaborata?

Siamo una band indipendente e non avendo mai avuto nessuno che ci finanziasse abbiamo sempre fatto tutto da soli, con molti sacrifici ma anche con estremo piacere e libertà. Il suono di “Big Black Moon” fa pensare al lo-fi ma non vuol dire che sia poco elaborata: molte volte per raggiungere un suono grezzo sei costretto a fare più passaggi di quanti te ne servano per ottenere un suono limpido e perfetto. È il problema del digitale, in ogni caso le imperfezioni e la semplicità sono alla base della nostra produzione. Quando siamo indecisi su qualcosa, semplificare un ritmo o scordare leggermente la chitarra è sempre la soluzione giusta.

Avete già pubblicato un album e due singoli, con rispettivi video. Avete qualche progetto in cantiere?

Certo, abbiamo altre canzoni che stiamo ultimando e vogliamo pubblicarle il prima possibile. Desideriamo affermarci nel panorama musicale sfruttando il fatto che, cantando in Inglese, abbiamo un target molto vasto. Non appena finirà l’emergenza del coronavirus andremo suonare in Inghilterra. avevamo già molte date confermate per fine maggio A Londra, Manchester e Brighton e abbiamo dovuto rimandare tutto. A breve uscirà anche il remix di “Big Black Moon” fatto da omi5, un bravissimo artista romano. Inoltre, in questi giorni abbiamo pubblicato un altro singolo intitolato  “Blue Nevermind” e una cover di “Nightcall” di Kavinsky.

ASCOLTA SHE WANTS NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAG