Inarte.Teo: “Fare musica è una necessità” | Intervista

Sound Hip Hop e animo Indie portano la custodia di un ragazzo romano di 21 anni. Matteo Salvi, Inarte.Teo, va fiero della sua indole nostalgica, forse perché tanto rara per l’età che ha. Il suo primo e – per ora – ultimo singolo “Frammenti” parla proprio di questo.

I frammenti non sono altro che, appunto, ricordi, pezzi di vita passata in cui poter trovare Matteo qualora lo si perda di vista. Nonostante la sua menta sia rivolta spesso verso il passato, il giovane cantautore ha le idee ben chiare sul presente e sui veri motivi per cui, oggi, si dovrebbe fare musica.

Intervistando INARTE.TEO

Ciao! Sei giovanissimo: come e quando ti sei avvicinato alla musica?

Mi sono avvicinato al mondo della musica da bambino: ho avuto modo di approcciarmi al mio primo strumento, la chitarra, all’età di dodici anni. Mi è stata regalata e da quel giorno non sono più riuscito a farne a meno. Al canto mi sono avvicinato più tardi, verso i 16 anni, quando ho conosciuto questa ragazza che impartiva lezioni private. L’idea di cominciare a cantare inizialmente non mi andava molto a genio perché ero estremamente timido.

“Frammenti”, il tuo primo singolo uscito appena un mese fa, somiglia a uno di quei giorni di pioggia in cui il tempo sembra non passare mai, ma che si riesce a godersi in qualche modo. È un po’ questo il tuo approccio alla vita?

Esattamente. Sono una persona legata al concetto di nostalgia, ma allo stesso tempo, avendo 21 anni, amo stare in compagnia e divertirmi con le persone a cui tengo di più.

E se mi rompo cercami tra questi frammenti. Di quali frammenti parli?

Ai ricordi, sicuramente. Ogni Frammento è legato ad un singolo ricordo.

Si sente che il tuo background musicale è vario. Cosa ti piace ascoltare?

In realtà ascolto un po’ di tutto. Amo passare da una canzone tipo Contento di Frah Quintale ad un pezzo come Zona Limite dei Sierra, dipende dal momento. I generi a cui sono più legato sono l’Indie, il Lo Fi, l’ RnB, e il Soul, anche se provengo da un mondo completamente diverso.

Stai lavorando a qualche altro progetto al momento?

Sì, in realtà sto lavorando a moltissime cose. Avrei voluto far uscire una canzone a fine maggio, ma sono stato costretto a rimandare tutto a causa della situazione delicata che stiamo affrontando tutti. Posso dire di avere in cantiere più di un progetto, ho conosciuto svariate persone e parlato con molti artisti di cui non faccio nomi. Bisogna ancora pazientare un po’.

Cosa pensi della scena musicale italiana di oggi?

Penso che in questo periodo ci sia molta sperimentazione, specie da parte dei produttori/beatmaker. Ho apprezzato tanto lavori come Mattoni di The Night Skinny per le infinite sfaccettature che contiene e perché è bello vedere che all’interno di un disco ci sia vero legame tra i musicisti, cosa che attualmente manca in Italia secondo me. Un altro progetto che amo moltissimo è Psicologi, ovvero Lil Kaneki e Kid Drast. Attualmente, da quel poco che seguo, mi è capitato di vedere parecchie persone vantarsi dei numeri e dei soldi, scordandosi del vero concetto che c’è dietro alla cultura Hip Hop. Sembra che oggi la musica si faccia solo per trarre profitto a livello monetario e non perché si ha il bisogno di dover esprimere qualcosa. Con ciò non voglio dire che far musica per soldi sia sbagliato, ognuno fa ciò che vuole, ma a livello etico non condivido questa visione. Ogni artista sogna di poter vivere della propria musica, ma per quel che mi riguarda faccio musica perché amo farlo e perché sento il bisogno di doverlo fare.

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