PHRA. AIELLO

Phra. Aiello: Quando un punto è un nuovo inizio | Intervista

Di solito quando si mette un punto si vuole finire una frase, chiudere un discorso o dire stop a qualcosa che non va come deve andare. Per Phra. Aiello questo invece è un nuovo inizio.

L’ultimo singolo prima dell’uscita del nuovo album 21 Ottobre, anticipato da brani molto interessanti come Tesserino e 18.17.

Punto è il manifesto di un artista che vuole scrivere pagine di un futuro sempre più presente, immediato, dove può esprimere ciò che sente spaziando tra varie sonorità con tutte le sue good vibes che lo contraddistinguono.

INTERVISTANDO PHRA. AIELLO

Phra. Aiello è il tuo nome. Quel punto significa qualcosa?

Il punto è una nota di minimalismo che è presente nella mia musica e che vorrei far riflettere sul mio nome d’arte. Nelle note delle mie canzoni c’è una ricerca così profonda da esprimersi con una semplicità disarmante e minimale. L’alias, a mio avviso, deve trasmettere il concetto nella maniera più efficace possibile. Infatti, in origine, ho pensato al mio nome d’arte in minuscolo; ma le persone hanno iniziato a scriverlo con le iniziali in maiuscolo, per cui, quindi, ho deciso di tenerlo in tutte e due le versioni, mantenendo, però, quel punto fondamentale.

Chi ti ascolta cosa cerca dentro le tue canzoni? 

Chi mi ascolta cerca sincerità, purezza, suoni belli e originali accompagnati da parole semplici che toccano l’intimità, la profondità della propria persona; e quando suono, scrivo e canto, sono sincero, sono Francesco, quello che la gente vuole ascoltare dalle mie canzoni. Riconosci subito un bugiardo, come anche un artista poco veritiero.

Secondo me, nella musica, funzioni più da vero che da finto, come nella vita, sia per la nostra convinzione, la nostra motivazione interiore, sia per la credibilità esterna, per come un ascoltare può credere nel tuo progetto. Punto, ad esempio, è un chiaro inno al ricominciare da se stessi, dalla verità che abbiamo dentro di noi, sia artisticamente sia umanamente.

PHRA. AIELLO

Sei una persona istintiva o preferisci avere delle liste con le cose da fare?

Sono una persona molto organizzata e lucida, ma spesso affronto determinate situazioni ‘’di petto’’, in base al sentimento. Penso che sia giusto così: un continuum tra una razionalità necessaria per sopravvivere in questa giungla chiamata mondo e una buona dose di emotività che rende vero tutto quello che fai e quello che sei.

Qual è il mezzo di trasporto che odi di più?

Ormai io e i mezzi di trasporto siamo una cosa sola. Lavoro molte ore e a lunga distanza da casa mia. Quindi, sono abituato a spostarmi con qualsiasi tipologia di vettura e, nel tempo, ho imparato ad apprezzarne sia i pregi sia i difetti, soprattutto dopo che inizi a lavorare presto o finisci di lavorare a tarda sera e puoi avere un attimo di pace e un colpo di sonno per circa un’ora.

La felicità che effetto fa?

Quando ho scritto L’effetto insieme ad Andrea Pioppo, il mio caro amico pianista con cui ho collaborato e continuerò a collaborare, ho immaginato la felicità come uno zainetto vuoto o una sostanza. Quindi, la felicità è imprevedibile e crea a ciascuno effetti diversi. Quando sono felice, ad esempio, mi sento dentro una roulette russa dove ogni numero è quello vincente e dove la pallina si gira senza mai fermarsi. E quanto è bello stare sotto effetto della felicità? Molto. Ma, a volte, le circostanze impediscono questa sensazione.

Dunque, la felicità è una conquista che la vita ti insegna ad ottenere con la necessità di reagire ed essere forti.

Con chi vorresti fare un featuring?

Non farei mai un featuring con una persona che non conosco e con cui non riesco a costruire un sodalizio umano e artistico. Quelli che avete sentito e sentirete sono collaborazioni tra amici, non solo profili artistici differenti che trovano un momento in cui si fondono le loro prospettive musicali. Insomma, mi piace dare fiducia agli altri e investire nei loro talenti.

Tuttavia, se conoscessi alcuni degli artisti che abitualmente ascolto, sicuramente produrrei un pezzo insieme a Ceri Wax. Sarei curioso di vedere la costruzione del suo genio artistico e come il mio modo di suonare si possa amalgamare con il suo.

Dimmi un po’ a cosa stai pensando ora che sta per uscire il tuo disco 21 Ottobre?

Sto riflettendo su molti dettagli: la funzionalità della copertina, della tracklist, quanto sono riuscito ad essere versatile. Sono sicuro della validità di questo progetto, delle mie produzioni, dei featurings, di ogni singolo aspetto. Mi immagino questo disco come una vera e propria rivoluzione sia per me sia per chi ascolterà.

Come scrivo in 21 Ottobre, Il mio treno è appena arrivato/Il mio viaggio è appena cominciato. Mi auguro che il disco possa trasmettere grande curiosità ed entusiasmo. Sono davvero emozionato!

Cosa stai imparando sia come uomo che come artista  dentro l’Indie Game?

Sono dentro questo gioco indie da sempre e mi trovo davvero bene. Il mio modo di fare è indie in tutto e per tutto. Amo tutto ciò. Ecco perché sono così in sintonia con questa corrente musicale e filosofica: la tua forma mentis è elastica, pronta ad accogliere tutto e tutti, a creare arte dal nulla e fare un manifesto di ogni tua emozione, sensazione, posizione sociale e politica; non ci sono barriere pregiudiziali che dividono te da altri generi o da altre persone.

Insomma, il tuo lavoro, la tua università, e così via, diventano un tutt’uno con la tastiera, la chitarra, il programma per produrre i beats.

L’indie mi ha insegnato a vedere il mondo con altri occhi e a sentire la musica con altre orecchie.

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