Giorgia Montevecchi e Marco Conte: “Non possiamo più fare finta di niente” | Intervista
Intervistando Giorgia Montevecchi e Marco Conte
La vostra collaborazione a 4 mani è nata a distanza, su Instagram, ma avete in programma di incontrarvi, magari per suonare insieme?
Certamente! In primo luogo perchè siamo entrambi amanti del trekking e della natura, perciò confidiamo di fare qualche bella passeggiata insieme. E poi perchè online si possono condividere esperienze profonde e significative, come quella del co-writing, ma non si conosce mai una persona come dal vivo. Perciò sarà divertente e interessante conoscersi faccia a faccia il prima possibile!
Come mai avete scelto temi sociali impegnativi e sempre meno trattati nella visione pop della musica?
Cercavamo fin da subito un terreno di esperienza comune in cui ritrovarci entrambi e di cui poter parlare, di modo da far sì che la scrittura fosse al 200% sincera. Eravamo nel periodo del lockdown e come musicisti avvertivamo l’esigenza di aprirci, esprimerci, dare un messaggio.
Parlare della situazione, della società, del mondo, ci è venuto quasi spontaneo, è un’idea che è sorta in un breve giro di messaggi, così come molto spontaneamente e “di getto” sono scaturiti i versi e le melodie; sull’onda del momento, per così dire, all’interno dell’urgenza e del bisogno di esprimerci.
Venite da due mondi musicali apparentemente distanti: quali sono stati i vostri punti di incontro artistici?
La musica è musica, come ogni forma d’arte è unica e universale. Siamo esseri umani e non conta da dove veniamo (ne dove andiamo) per poter condividere in profondità un pezzo di strada. La canzone parla anche di questo.
Un pro ed un contro dell’essere musicista/scrittore in quarantena. Come ha influenzato la tua vena artistica?
La quarantena è stata come uno specchio dentro cui guardarsi, una lente di ingrandimento sulle nostre emozioni e sui nostri sentimenti, uno squarcio sul nostro vissuto più profondo. Non solo il nostro mondo, le sue strutture, l’economia e le relazioni sono state messe in ginocchio e alla prova, ma anche noi come uomini e come persone siamo stati ridotti all’essenziale, di fronte a noi stessi. La musica e la scrittura sono stati per me un diario emotivo quotidiano, un modo di scandagliare, scoprire, approfondire, e (soprattutto) per fotografare, documentare, trattenere per il futuro ciò che stava avvenendo in me in quei giorni. L’unico contro è stato che dedicarmi così intensamente ai progetti musicali di scrittura e composizione a volte mi ha tolto il sonno, ma in modo piacevole!
Hai altri progetti già in cantiere?
Ho in progetto per quest’anno una significativa maturazione artistica e un salto di qualità nella scrittura. L’anno in corso, per la quarantena e non solo, mi ha dato enormi spunti e stimoli per maturare e crescere nella mia personalità, e avverto la forte esigenza che questo si tramuti in musica e si riversi nella scrittura. Sto lavorando coi miei maestri e con i miei colleghi musicisti per dare corpo a canzoni sempre più interessanti e a progetti sempre più corposi. Le uscite in questi giorni sono numerose e continueranno anche nel prossimo autunno quindi, come si dice, restate sintonizzati!
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