New Indie Italia Music Week #36

Il primo ascolto di un pezzo è la chiave che sblocca il passaggio successivo: intraprendere un percorso quasi mistico attraverso le sue note, le sue parole come fosse Super Mario in una delle sue avventure!

La strada non sarà sempre lineare. Ci sarà quella frase che ti lacera le emozioni o il ritornello che si ficca in testa come un chiodo. L’obiettivo è sicuramente amare o odiare il pezzo.

Scopriamo insieme ai nostri editor Alessandra, Nicolò, Salvatore, Ilaria, Sara e Cristiana quale viaggio intraprendere con le nuove uscite di questa settimana: sarà un colpo di fulmine o un turbolento schianto con le nostre insicurezze? 

Appesi alla Luna

Appesi tra i nostri sogni e le contraddizioni, in bilico tra le insicurezze del futuro e i fantasmi del passato. Siamo fragili e spesso abbiamo bisogno di qualcosa per riuscire ad essere felici, se no rischiamo di essere solo accendini senza sigaretta.

Cerchiamo  inconsapevolmente rifugio dentro gli occhi di chi non doveva ferirci mai, cercando così di emergere tra tutti, provando l’emozione di sentirci speciali.

Quando mancano gli appigli, sbagliamo scelte, scivolando e cadendo nel buio più profondo di una notte lunga e piena di pensieri.

Zen Circus : 9

 

BV3 (Mixtape) 

Se in un ideale vocabolario di espressioni urban cercassimo la voce “nuova scena”, tra gli esempi del caso ci sarebbe sicuramente BV3, dalla saga Bloody Vynil, nata da un’idea di Slait, dj, produttore e membro fondatore del collettivo Machete. Questo terzo capitolo, infatti, sembra un enorme rave in cui, ai tratti distintivi di certezze del rap italiano come Salmo e Fabri Fibra si mescola la freschezza di parole e suoni di tanti artisti che negli ultimi anni hanno saputo calcare il palco di quel grande festival che è la musica italiana. In tutta questa varietà, a catalizzare la scena è, inaspettatamente, un brano pop, ovvero quello di Mara Sattei e Coez che hanno saputo travolgere di luce il lato più oscuro del mixtape.

Non si possono non citare, però, Madame e Drast, che dimostrano sempre più di essere artisti completi e non solo promesse, Taxi B, che con la sua energia rende suo ogni pezzo, Lazza che non ne sbaglia mai una, Hell Raton che ci mette il suo tocco latino e tha Supreme dall’inconfondibile marchio metrico e sonoro. Ad accomunare queste e tutte le altre personalità e a dare coesione ad un insieme di brani così eterogenei è la grinta con cui ogni performer affronta beat così estrosi. Certo, molte volte ci sarebbero potuti essere meno foga ed elementi, ma ciò non toglie che quella grinta si trasferisca da cuffie e casse al nostro corpo. Provate, infatti, ad ascoltare e a non muovere la testa. 

Bloody Vynil & Slait: 8-

 

Distese infinite e spazi immensi

Ma se inizio a pensarci ricado a testa in giù.

A volte la nostra mente è la trappola peggiore in cui possiamo cadere: quando ci fermiamo e inizia a viaggiare ci sembra quasi di annegare, pensiamo alle parole che ci fanno stare male, quelle che sembrano catene che ci ancorano al fondo.

I Riva, questa sensazione la descrivono alla perfezione parlando di quel casino totale che è la mente di tutti e le distese infinite e gli spazi immensi sono proprio quelli della nostra testa, in cui possiamo camminare all’infinito fino a perderci. 

Dobbiamo però ricordarci che infondo qui la vita non è male. 

Riva: 7,5

 

La scritta fine

Chi non si sveglia con la luna storta 360 giorni l’anno? Quasi il 98% di tutti! Siamo così vulnerabili che pensiamo esistiamo solo noi al mondo. Tutto il resto ha poca importanza ed invece no: siamo solo la stessa canzone o la stessa minestra scaldata di inverno.

Dovremmo sentire la necessità di uscire dalla nostra comfort zone, di non avere paura di accendere la nostra luce e non sparire prima della scritta fine. Abbiamo bisogno di scaldarci anche con i raggi di qualcun altro.

Lorenzo Pucci: 8

 

Cerchio di fuoco

La passione è capace di spazzare via certezze e futuro passato determinando un fuoco indomabile che alimenta anima e corpo e tutti ne siamo vittime inermi. Ci lasciamo accendere come paglia al sole finché non diventiamo cenere per provare una sensazione di pura leggerezza.

Resta solo un presente inaspettato: qualche a volte abbiamo anche bisogno di scottarci, ma con consapevolezza!

Filippo D’Erasmo: 7,5

 

03.00 a.m

Se vieni ancora da me, se passi ancora alle 3 mi troverai ancora matto con un cane addosso, sfatto nel letto da solo.

Quando finisce una relazione uno dei due prova a voltare pagina, mentre l’altro rimane lì fermo immobile, senza voglia di fare nulla. Ripensa al passato, ai giorni felici trascorsi insieme, mettendo in pausa la propria vita.

Questa sensazione viene perfettamente descritta in 03.00 a.m, in un brano che profuma di Napoli e Pino Daniele.

Antonio Scafuri: 7,5

 

Le cose che non mi dici

Tutto ciò che non riusciamo ad esprimere in ogni situazione si celano dietro semplici gesti del copro: anche una semplice smorfia con la bocca. Nonostante ci sforziamo a nascondere, a star zitti proviamo dentro un grande dolore. Arriva poi il momento in cui però ci togliamo da soli la maschera, ormai troppo stretta: le cose che non mi dici io le voglio vedere, le cose che non mi dici io le voglio sapere.

Biba: 7,5

 

Bosco verticale

Tutta da fischiettare l’ultimo singolo di Gregorio Sanchez che ha deciso di scalare un Bosco verticale, ma non quello nel centro direzionale di Milano, un immaginario luogo naturale che somiglia più a una montagna orizzontale. E così le vette diventano gli ultimi piani dei grattacieli di una città metropolitana che cerca di emulare la natura per non sentirsi così lontana da essa. Ma la verità è che città e montagna sono due opposti che non potranno mai confondersi, e forse meglio così! Dove si vorrebbe andare quando si vuol sfuggire dalla confusione delle metropoli?

Gregorio Sanchez: 8,5

 

Antihype superstar (Album)

Vestito glitterato, pantaloni a zampa, palla stroboscopica: le prime cose a cui penso ascoltando il primo album di Sabia. Al secondo ascolto però l’attenzione cade su qualcosa di più serio di un immaginario da disco music: un’invettiva al mondo digitale da cui ci stiamo facendo assorbire, un dato alla volta. Insieme ad esso anche la nostra umanità si sta trasformando in un fantoccio che non vive di aspettative ma di hype.

Sabia: 8

 

Case popolari

Il fascino dei quartieri lasciati ai margini della società nasconde quella vivacità e vividezza che è difficile da dimenticare, specialmente se sei nato lì e se è da lì che vuoi fuggire. Ed è proprio quando ci si interfaccia con la diversità, quando si fanno giri immensi che ci si accorge che nonostante chi ruba i santi nelle chiese, nonostante il barbone sotto casa, nonostante il prete che chiede il pizzo, quella resta per sempre la tua città. È li che si deve tornare per cercare di far splendere, anche sulle case popolari quel sole che ti scalda la pelle.

La preghiera di Jonah: 7,5

 

Casa

Dinosauro canta la crisi dei 30 anni, tra lavori precari e una casa non di proprietà. Il sogno americano sparisce dentro le mura di un monolocale accettando di vivere una vita fatta di insonnia e  lotta al capitalismo.

I giovani d’oggi combattono tutti i giorni contro la frenesia di una società che va troppo veloce, perdendo per la strada valori e certezze. L’unica cosa che conta è solo l’apparenza, bisogna essere meglio degli altri altrimenti si è dei falliti.

L’arte diventa così un arma per combattere le ingiustizie e salvare l’uomo dalla monotonia di una vita apatica.

Dinosauro: 7

 

Fratello

Avere la fortuna di aver un fratello (o una sorella), significa trovarsi un alleato con il quale affrontare le fatiche e i problemi di tutti i giorni. Una spalla su cui piangere, ma anche una persona con la quale festeggiare i vari successi.

Da bambini c’è una certa rivalità, poi crescendo ci si accorge sempre di più di quanto sia importante avere un appoggio su cui si può sempre contare.

Sangue dello stesso sangue, insieme per tutta la vita.

Andrea Orsini: 7

 

Non esisti

Non ci esisterò per molto, ma resta qui lo stesso.

Non esisti parla di due ragazzi, sconosciuti all’autrice, ma che immagina ai margini di un’autostrada, nei bagni di un autogrill, in crisi. 

Il brano è emozionante e suggestivo e le strofe diventano quasi dei piccoli flussi di coscienza, delle fotografie musicali. La combinazione di sound e testo hanno un effetto in qualche modo ipnotico, particolare, tipico dei brani di Lamine.

Lamine: 7

 

Blocconote

Quanti di voi ancora usano l’agenda per scrivere appunti, ricordi o segnarsi i prossimi impegni?

Direi pochi, visto che ormai il cartaceo è stato mandando in pensione dalla tecnologia e dalle note del telefono.

Gorka trova una valida alternativa tra analogico e digitale, scrivendo un flusso di coscienza nel suo personale Blocconote, dove racconta le sue emozioni, si sfoga per le poche opportunità che offre l’Italia, criticando una certa mentalità chiusa e conservatrice, che non è pronta ad accettare le novità.

Fortunatamente, nella nuova scena, ci sono artisti che non hanno paura di sperimentare liberando tutto il loro talento.

Gorka: 7,5

 

Un giorno qualunque

Arriva l’autunno e le canzoni estive lasciano spazio a quella malinconia tipica di questi mesi. 

Un giorno qualunque è un tour degli Stati Uniti, percorrendo tutte le strade intraprese da Aniene per raggiungere la sua lei. E noi con la mente viaggiamo con lui, pensando alle strade che noi stessi abbiamo fatto, superando ostacoli e accorciando le distanze (fisiche o meno) tra noi e la nostra metà. 

Con la persona giusta nessun giorno è un giorno qualunque!

Aniene: 8-

 

La paura

Questa non è una canzone contro la paura, questa è una canzone piena di paure. Si sentono tutte e tutte sono perfettamente descritte. Ti ricorda che la paura ce l’hai proprio vicina, che non scappa, non va da nessuna parte, perché se provi ad allontanarla, si avvicina ancor di più.

Matteo Alieno l’ha scritta soprattutto per se stesso, per affrontarla su un pezzo di carta e due note di piano un po’ affogate tra una voce così dolce e indifesa, che vien voglia di abbracciarlo. 

Poi lo vedi che, per indicare dove si nascondono le sue paure, si guarda allo specchio e indica verso se stesso cantando timidamente un: “Io ce l’ho qua la paura”.

Matteo Alieno: 7,5

 

INUTILE

Affanno, sole spento e inizia il gioco virtuale alla ricerca di parole meno inutili. Con le pause tra una parola e l’altra, infatti, Yosh Whale cerca l’ossigeno e il brano inizia così ad assumere senso. Risulta così movimentato che quasi veniamo distratti dalle parole, a volte sconnesse. Eppure senza di esse, non avremmo cardini per orientarci nel labirinto caotico che è la composizione del brano, il che lo rende più interessante, ma anche più affamato di parole utili, appunto. 

Yosh Whale: 7

 

Bombe Atomiche

Una ventata di puro pop tra le nuove uscite autunnali. Un brano di amori giovanili rubati al tempo, di ostacoli e semafori rossi che non scattano mai. Non sentivo la parola “disco” in una canzone da tempo – d’altronde l’autore è una promessa giovanile e con sé ha portato quella tipica ambientazione pop. 

Il brano non prende molte direzioni, la fruizione e il testo sono molto basic e abbastanza radiofonici, ma il tutto è contornato da una voce squillante e promettente.

Massimiliano Tufo: 6,5

 

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