Beyond the Borders | Indie Tales
Il mostro dell’acqua gli portò via tutto. Come può una vita intera, costruita giorno dopo giorno per anni, svanire così nel giro di pochi secondi?
Ciò che pensi sia indelebile per la fatica che ci hai messo a realizzarlo, è mortale esattamente come gli esseri umani.
Adil c’era nato in quella casa. C’era cresciuto. Quelle mura hanno assistito a tutti i pranzi, a tutte le litigate e ai pianti sfrenati di sua sorella Fatma.
I mattoni erano stati messi uno sopra all’altro da suo nonno, con sudore e dedizione.
Conosceva ogni angolo a memoria, e in fondo era quella l’unica cosa che gli rimaneva della sua vita precedente: i ricordi.
Se fosse stato ancora vivo, suo nonno gli avrebbe detto che i ricordi sono tutto. È lì che le cose diventano immortali, nel nostro cuore e nella nostra mente.
Era questo pensiero che faceva andare avanti Adil, e che gli permetteva di consolare sua madre e sua sorella Fatma.
Ogni notte quell’onda enorme invadeva i suoi sogni e lo svegliava di soprassalto.
Da fuori sembrava forte, resiliente, il perfetto uomo di famiglia con le spalle larghe abbastanza da accogliere le lacrime delle sue donne.
Ma dentro era morto. L’Adil che tutto conoscevano se n’era andato quel giorno di Novembre, spazzato via con la sua camera, i suoi libri e il curatissimo giardino.
Qualche giorno fa stava passeggiando con il solito libro nello zaino, in cerca dell’albero perfetto su cui appoggiare la schiena per immergersi nella lettura e scacciare i pensieri. Doveva avere un tronco bello grosso e compatto, senza buchi nella corteccia e leggermente inclinato. Intorno non doveva avere fango, sassi o radici sporgenti. Insomma, doveva somigliare ad una sdraio.
Ne trovò uno che non distava troppo dalla sua vecchia casa. Si sedette per terra e aprì il suo libro, quando all’improvviso si sentì chiamare da dietro.
“Adil” Adil!”
Si voltò di scatto e vide una donna dirigersi a passo svelto verso di lui, sbracciandosi e urlando. Era Bengi, la loro ex vicina di casa: una donna dal cuore enorme, ma molto logorroica.
“Adil, non posso crederci, quanto tempo! Come sta tua mamma? E Fatma?”
Passò un quarto d’ora di domande sulla famiglia e sulla sua situazione attuale prima di dirgli quello che gli doveva dire.
“Ho una cosa per te, Adil. Seguimi”
Adil non fece in tempo ad obiettare, a dirle che si era appena seduto, che non aveva molto tempo o a tirare fuori qualsiasi scusa che Bengi lo tirò su per la mano e dirgli di seguirlo.
Entrarono nella nuova casa di Bengi, non molto distante da quella che era andata distrutta insieme a quella della sua famiglia.
“Vieni, seguimi” entrarono in uno stanzino buio e polveroso.
“Non capisco Bengi, cosa dovrei vedere?”
Bengi accese la luce e Adil non poté credere ai suoi occhi. Riconobbe subito alcuni dei suoi effetti personali, alcuni giochi di quando era piccolo, i vestiti di sua sorella Fatma. Guardò Bengi con un misto di stupore, paura e riconoscenza. Non sapeva bene neanche lui cosa provare in quel momento.
“Lo so” lo strinse forte a sé “mio caro ragazzo”.
“Ma come? Quando?”
“Dopo la tragedia siete scappati via, non vi ho visti per anni. Avete cominciato una nuova vita in una zona lontanissima della città e capisco bene il perché. Non vi siete neanche preoccupati di vedere se fossero rimasti oggetti nei paraggi, non siete più tornati in questi luoghi. Noi invece, dopo l’accaduto, abbiamo perlustrato in lungo e in largo la zona per vedere se fosse rimasto qualcosa, qualsiasi cosa che avesse un valore per qualcuno di noi. E ho trovato questa cose, alcune anche abbastanza lontano da qui.”
Si guardarono dritti negli occhi per qualche istante.
“Bengi, io non so come ringraziarti.”
“Non devi. Però devi promettermi una cosa. Ritrova quel guizzo, quella luce che ti portavi sempre dentro. Vai oltre i fatti. Può accadere di tutto nella vita, ma ci sono cose che neanche un cataclisma può portarti via. Tutto ciò che può sparire così, non ha un vero valore: un palazzo, un corpo umano. Ciò che conta è invisibile, o quasi. Vai oltre, Adil. Vai oltre ogni limite.”
Adil annuì perché sapeva bene ciò di cui parlava Bengi. Ed era arrivato il momento di metterlo in pratica.
Racconto liberamente ispirato al brano “Beyond the Borders” dei Custox