A R + O

A R + O: A volte abbiamo bisogno anche solo di un “Quasi” | Intervista

Partiamo dal presupposto che per realizzare i propri sogni bisogna pur iniziare in qualche modo e cogliamo l’occasione per andare a scoprire chi è A R + O.

Alessio Fulvi, chitarrista di indole noise-rock, ha deciso di sperimentare con “Quasi”, esordendo con un brano di protesta contro chi ha tutto, ma allo stesso tempo non riesce  a sentirsi davvero soddisfatto.  Così ha voluto chiudersi dentro un armadio in una casa abbandonata, per riuscire a tirare fuori emozioni,  che, in un secondo momento, saranno modulate con sintetizzatori e accordi distorti

L’atmosfera si fa così aliena e futuristica mentre noi veniamo inghiottiti in un vortice claustrofobico che entra dentro la nostra essenza con fare interrogativo, come a voler sfidare l’attitudine di chi ha troppa paura di rischiare, finendo per accontentarsi solo di un quasi.

Questa canzone è sicuramente una botta di energia che ci deve spingere verso obiettivi lontani, con una potenza che può fare esplodere liberi anche gli istinti più nascosti.

INTERVISTANDO A R + O

Il tuo nome d’arte cosa significa e come è nato?

Essendo questo mio progetto ancora agli inizi, se provate a cercare il mio nome su YouTube la prima cosa che troverete sarà un pezzo dei System of a Down. Arto era una ghost-track di Toxicity, l’album che, durante la mia adolescenza, sicuramente ha contribuito maggiormente a affinare il mio gusto musicale.

Era una traccia eseguita da Arto Tuncboyaciyan dove suonava ogni tipo di oggetto, compreso il suo petto. Il fatto che un gruppo metal riuscisse a inserire queste sonorità nel suo stile mi ha davvero colpito e da allora ho sempre cercato di ascoltare di tutto, mischiando veramente qualsiasi genere purché si trattasse di qualcosa di originale.

Hai dimostrato che si può suonare dentro un armadio, ora dove vorresti farlo in un altro posto strano?

Suonando dentro un armadio volevo esprimere una sensazione di claustrofobia che comunicasse la frustrazione di cui parlo nella canzone. È comunque sempre il testo e le emozioni che vuole suscitare che guidano le mie scelte visive.

Potrei valutare di suonare appeso ad una corda nel vuoto se volessi provocare brivido ed eccitazione, se parlassi di sesso potrei raggiungere una nuova frontiera dei videoclip. In ogni caso non mi spaventa sperimentare e sono aperto a ogni proposta.

Ci puoi dare una definizione della parola “Quasi”?

Quasi vuol dire arrivare a un passo dal tuo obiettivo e non riuscire a portarlo a termine perché magari qualcun altro prende il tuo posto o perché ti rendi conto di essere una persona che ha paura di riuscire davvero in qualcosa.

La canzone serve ad esorcizzare entrambe queste mie sensazioni: la rabbia verso una società che premia chi non dovrebbe essere premiato e la consapevolezza di avere bisogno del coraggio di espormi per provare a concludere un progetto a cui tengo.

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Sei una persona razionale o ti lasci guidare dall’istinto?

Sono una persona estremamente razionale. Non credo in niente che non sia scientificamente provato e odio tutte le superstizioni da medioevo che pullulano al giorno d’oggi.

Nonostante questo, devo ammettere che tutte le scelte che faccio vengono dettate dall’istinto, è il modo in cui devo affrontarle che deve essere assolutamente razionale e metodico. Anche nella composizione della mia musica seguo dei passaggi ben precisi che mi aiutano a vedere da una certa distanza un mio progetto per metterlo meglio a fuoco.

C’è un film che non sei riuscito a finire e nonostante ciò te ne penti?

In realtà quando voglio vedere un film che però non mi appassiona da subito tendo a rimandare la visione anche per mesi. Però sono un grande appassionato di cinema, quindi se guardo un film questo ha la mia massima concentrazione e se si tratta di un bel film di solito segue una mezz’ora di riflessione in silenzio.

Ci sono sicuramente dei film obbligatori che dovrei decisamente guardare ma sto ancora rimandando, come Il Padrino.

Su Youtube c’è una tua versione di “Anima Latina “con un video  molto particolare nella quale entrano in contatto due mondi molto distanti tra loro. Dove l’hai girato e che esperienza è stata quel viaggio?

“Anima Latina” in realtà è stato un “viaggio virtuale” visto che ho realizzato il video durante la quarantena con degli stock footage. Questo perché in un momento come quello del lockdown ho voluto allontanarmi da casa almeno in maniera “digitale”.

Quel capolavoro che è “Anima Latina” ti trasporta in quei luoghi soltanto con i suoni e delle parole chiave, quindi il video aveva bisogno di quelle immagini e il mio reinterpretarla in versione elettronica poteva aggiungere quei glitch che si possono vedere nel video. Lucio Battisti ha influenzato in maniera totale la mia crescita musicale e con lui tutta la scuola del cantautorato italiano, ma lui è stato il più grande di tutti.

I videogiochi fanno parte del tuo background?

I videogiochi hanno accompagnato una buona parte della mia vita, ma da parecchio tempo sono rimasto indietro con le nuove uscite. Ovviamente come tutti quelli della mia generazione ricordano, quello che mi ha iniziato a questo mondo è stato l’enorme Game Boy con Pokemon Blu a cui giocavo in spagnolo dato che lo avevo comprato da una bancarella.

Ci sono poi dei giochi, come il vecchio Devil May Cry 3, che mi hanno veramente segnato e su cui ho buttato intere giornate, ma ormai è già da un po’ che mi aggiorno su questo mondo soltanto con dei video walkthrough senza passare alla pratica.

Ci hai anticipato che stai lavorando all’uscita del tuo primo Ep. Che percorso musicale ti piacerebbe fare e hai qualche artista che vedi come punto di riferimento?

Il mio primo EP si chiamerà “Z Macchine” e sarà composto da sette tracce influenzate da vari generi. Con questo progetto mi sono buttato sull’elettronica grazie all’aiuto di due produttori e amici, Dr. Peter e Slimbeat, con cui è stato fantastico lavorare. Il tocco finale è stato dato dallo Slam Studio di Andrea Maceroni, quindi si può dire che le mie canzoni siano frutto di tutto questo percorso.

Per il futuro vorrei sicuramente continuare a sperimentare con i suoni senza impormi di ottenere cose di facile ascolto, e per farlo cerco di ascoltare e scoprire più musica possibile.

Artisti come Iosonouncane, Cosmo e i Subsonica sono tra quelli che mi hanno più ispirato per questo ultimo progetto, ma se vogliamo citare qualcuno al di fuori dei confini nazionali, sicuramente Billie Eilish, i Notwist e Jack White hanno avuto un forte impatto. Potrei nominarne altri mille che mi hanno accompagnato anche prima che decidessi di sperimentare questo nuovo tipo di musica: Radiohead, Nine Inch Nails, Shellac e gli italiani Afterhours, Teatro degli Orrori e Verdena.

Insomma, ascolto tantissima musica e cerco di rubare qualcosa da ognuno di loro. Dopotutto si vocifera che Picasso abbia detto che i bravi artisti copiano, ma i geni rubano.

Ora cerco solo di mettere in pratica quest’insegnamento.

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