Ferma a Guardare | Indie Tales

Di Sara Pederzoli

 

Vedo il portone chiudersi di scatto ed è come uno schiaffo in piena faccia.
I tuoi occhi blu contornati dal mascara colato per le lacrime sono l’ultima cosa che ho visto prima di rendermi conto della cazzata enorme appena fatta.

Non sono mai stato tipo da relazione seria, ho sempre avuto la convinzione che legarsi ad una persona per tanto tempo fosse una cosa da deboli. In realtà il debole sono sempre stato io, con tutte quelle paranoie inutili sul non essere all’altezza o sul lupo solitario che vive meglio senza nessuno al proprio fianco.

Poi sei arrivata tu. Ho iniziato a cambiare opinione sulle relazioni sai? All’improvviso la mia spavalderia è stata brutalmente sostituita dalla paura di innamorarmi davvero.

Mi ricordo ancora il nostro primo appuntamento. Ti ho portata sui Navigli, in quel bar vicino a casa tua che ti piaceva così tanto. Abbiamo preso una bottiglia di vino rosso ti ricordi?

E ho anche scoperto che il vino non lo reggi per niente. Eri ubriaca e continuavi a parlare e a farmi mille domande su di me, sui miei amici o sui miei desideri.
“Credi all’amore?” è stata la prima domanda che mi hai fatto e in quel momento, guardandoti, ho quasi detto sì. Quella sera abbiamo riso, o meglio tu hai riso e io ho riso con te, perché la tua maledetta risata è di quelle veramente contagiose.

Poi ti ho riaccompagnato a casa e sotto quel portone mi hai chiesto se volessi salire, noncurante del fatto che fosse il primo appuntamento.

In quel momento ho notato quanto tu sia diversa dalle altre. Quando parli, mi tocchi o semplicemente ti muovi hai qualcosa che hai solo tu, un qualcosa che non ho mai notato su nessun’altra. O forse semplicemente sono diverso io, forse sono solo innamorato.

Non so cosa mi sia preso stasera. Lo sai benissimo che non me ne frega un cazzo di quella ragazza, che le ho prestato l’accendino e abbiamo solo parlato e fumato.
Però poi ci penso e capisco che non è facile per te fidarti di me, che il mio passato da coglione mi precede.
Te ne sei andata di corsa, senza lasciarmi spiegare. Ovviamente ti ho rincorso ed eccoci di nuovo sotto a quel portone, con i flashback di qualche mese fa ben impressi a fuoco nella mia mente.

Adesso però non ci sono sorrisi imbarazzati e sguardi carichi di adrenalina. Ora ci sono solo i toni imperativi della tua volontà, le lacrime e la delusione nella tua voce mente mi urli di andarmene.

Mi dici che sei stanca, che non vuoi più essere ferita da me e intanto piangi. Io vorrei risponderti che non è così, che tornando indietro non ti farei mai del male. Vorrei dirti che ho visto un anello in centro che starebbe benissimo al tuo dito, così tutti saprebbero che sei mia.

Invece me ne sto zitto e rimango fermo a guardarti mentre sbatti quel portone e sparisci per le scale, consapevole che ancora una volta dovrò combattere per riconquistare la tua fiducia.

Un racconto liberamente ispirato al brano “Ferma a Guardare” di Ernia