Granada: Un’esplosione di fantasia e musica elettronica | Intervista

L’obiettivo dei Granada è sicuramente molto ambiziosa e consiste nel voler portare in Italia nuove sonorità provenienti da oltreoceano e dall’Europa, adattandolo alla scrittura e alla capacità di saper raccontare storie ed emozioni.

Questo duo di sognatori è composto da Giacomo, braccio, e Tommaso, la mente. Il primo crea i testi e canta, mentre l’altro cerca di produrre un vestito adatto per ogni brano.

Le loro fonti d’ispirazione sono Childish Gambino e Frah Quintale, mondi che vogliono fondere insieme tra introspezione e modernità.

Granada“, il loro Ep omonino, è composto da 4 brani che sono biglietti per destinazioni immaginarie nella quale ogni ascoltatore si può perdere in flussi di coscienza e immagini evocative.

Il primo pezzo è “Nave”, un brano sincero e forse sofferto che racconta un lutto che si mescola alla speranza di ritrovarsi in un mondo onirico.

“Altalena” ci porta su e giù negli alti e bassi della vita con il pensiero rivolto alla poetica di Fabrizio De Andrè.

“Luna Park” invece ci mette di fronte a noi stessi e alle lotte che combattiamo tutti i giorni contro la rappresentazione che abbiamo dentro la nostra testa.

L’ultimo brano, “Deserti” che vi confido essere il mio preferito, riesce a trasportarci in un altra dimensione dentro la quale persino i ladri possono essere degli eroi.

INTERVISTANDO I GRANADA

Che cos’è il progetto Granada e perché avete scelto questo nome?

Siamo due musicisti che vogliono portare le estetiche dell’ Indie elettronico europeo e oltreoceano in Italia. Granada é l’assonanza di “granata”, la nostra musica è esplosiva e innovativa.

Che luoghi si scoprono ascoltando il vostro Ep?

Luoghi onirici, sogni e realtà vissute da Giacomo, luna park, deserti, luoghi naturali e digitali…e altalene.

Il sogno più strano che avete fatto?

 (G) Da piccolo sognavo spesso di essere su un’altalena e dall’alto di una collina andavo giù in picchiata fino alla valle abitata. 

I “Luna Park” vanno ancora di moda? 

I luna park mentali esistono da sempre. Sta ad ognuno di noi gestirli e raggiungere un equilibrio nella vita di tutti i giorni. 

Cosa rubano i ladri nei deserti? 

Idee, vite surreali, sogni, poi chi lo sa… 

È più facile scrivere una canzone quando si è tristi o quando si è felici? 

(G) Scrivo quando devo. Ogni tanto mi sveglio la notte che ho bisogno di scrivere una canzone, non mi fa dormire il non metterla giù. Se non devo non scrivo, per due/tre giorni posso essere chiuso a livello creativo e penso solo a linee vocali con sillabe senza senso con una melodia. In un secondo momento viene il testo.

La nostra società considera la fantasia un difetto? 

La nostra società considera la musica un plus e talvolta nemmeno una professione, un qualcosa di cui puoi farne a meno. Beh, nei momenti peggiori della mia vita, la musica mi ha salvato dal baratro.

La canzone che vi ha fatto ballare di più quest’anno?

Daði Freyr (Daði & Gagnamagnið) – Think About Things

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