AlOne: “La musica ha la forza della condivisione” | Intervista

Possiamo definire “Una Salita Controvento” il primo vero singolo di AlOne, perché in questa canzone sentiamo per la prima volta davvero la sua voce.

Negli altri brani aveva partecipato al testo e alla produzione per poi lasciare cantare ad altri artisti come Alice Piombino (che ritroviamo anche qui) o Odde e Alessandro Tinelli.

Non a caso questo cambiamento musicale è avvenuto proprio in “Una Salita Controvento”, che racconta le sfide che ognuno di noi è costretto ad affrontare ogni giorno

Guardare dentro sé stessi, fare i conti con le proprie paure, le proprie cicatrici e i propri fantasmi del passato; insomma scoprire e ammettere i nostri limiti per mettersi in gioco e superarli.

 

INTERVISTANDO ALONE

Quali sono le difficoltà che si devono superare in “Una salita controvento”?

Le difficoltà da superare in “Una Salita Controvento” sono le paure, le cicatrici, i fantasmi del passato o i dubbi che ci frenano durante il nostro percorso di vita.

Arriva però il momento in cui, se si vuole andare avanti, bisogna rimettersi in strada e ripartire per il nostro viaggio.

È proprio lì che inizia la salita, la scalata di questa montagna; un percorso in cui mettersi in gioco, scoprire e dare un nome a quelli che erano i nostri limiti e finalmente, come cantiamo alla fine del ritornello, “poterli superare”.

I desideri possono trasformarsi da ispirazione a ostacolo?

I desideri non penso possano essere l’ostacolo.
Possono esserci però gli ostacoli tra noi e il nostro desiderio.

La nostra forza deve essere proprio qui, nel riuscire ad avere il coraggio di superare gli ostacoli che incontriamo consapevoli che ciascuno di noi si merita di raggiungere il proprio desiderio ed essere felice.

 

Quali frammenti di Alessandro lasci nelle tue canzoni?

Nelle mie canzoni ci sono tanti frammenti di Alessandro, in alcune canzoni anche troppi!

Però la musica è il linguaggio che mi è congeniale e con cui riesco ad esternare l’emozione che vivo e sento in quel momento.

Un applauso speciale devo farlo a Francesco Palma che, tante volte, dopo aver ricevuto un provino di un pezzo in versione piano e voce e avermi ascoltato sfogarmi su qualche momento della vita che sto attraversando, si presenta il mattino dopo con un messaggio che esordisce sempre così:“Ferrari, ho un testo per lei…” e nelle righe sotto trovo in parole le emozioni che avevo riversato in musica il giorno prima.

“Mille Chilometri” che distanza rappresenta?

“Mille Chilometri” è una distanza immaginaria tra due persone che fisicamente possono essere anche a un centimetro.

È rendersi conto di tutte le attenzioni non date, tutti i dettagli interpretati male o egoisticamente usati a proprio vantaggio.

È decidere di “darti quell’attenzione a cui non ho pensato mai” nonostante la distanza che può essersi creata e aver magari raffreddato un rapporto.

È voler percorrere idealmente questa distanza per ricongiungersi, più consapevoli, con l’altra persona.

La musica è condivisione?

La musica credo sia principalmente condivisione.

Condivisione con se stessi nel momento in cui viene esternata; un po’ come trovarsi a parlare allo specchio e non farsi sconti.

Ma soprattutto è condivisione con gli altri.

La musica è raccontare una mia storia, una mia emozione e sapere che un’altra persona si sta emozionando con me leggendoci dentro la sua storia; la musica diventa quindi condivisione, confronto e supporto reciproco.

Ti manca il calore dell’Estate?

Amo l’estate!
Mi piace stare al mare o parcheggiato da qualche parte con giù i finestrini a riflettere su me stesso e sulle situazioni che sto vivendo.

Inoltre durante l’estate, almeno in periodi non di pandemia, è il momento dei concerti all’aperto e dello stare di più in mezzo alla gente ed io è lì che sto bene.

Secondo te ognuno di noi ha un destino al quale è condannato o in realtà può avere la piena libertà di scegliere come vivere la propria vita?

Credo che ciascuno di noi sia condannato ad un talento ed ha la piena libertà di scegliere di costruire il proprio destino sfruttando al massimo le proprie potenzialità.

Una cosa che mi aiuta tanto è sapere dove voglio andare e volerlo fare davvero, consapevole delle scelte che può comportare: ci vuole convinzione.

Questo è quello che possiamo fare; poi esistono le meccaniche imprevedibili della vita che possono elevarti o schiantarti al suolo in un momento, ma se hai fatto tutto quello che era in tuo potere fare non avrai da rimpiangere neanche un passo fatto e sarai fiero di tè stesso, a prescindere da dove sarai arrivato.

Certo, ci vuole la fortuna di potersi permettere di farlo, ma se ci credi fino in fondo anche a costo di metterci una vita intera potrai lasciare a modo tuo il segno.

Che effetto ti fa  stare solo con te stesso?

Stare da solo con me stesso mi piace ma solo come momento di pausa dallo stare con gli altri.

Stare da solo è il momento delle idee e della riflessione, è il momento in cui pensare a ieri per progettare domani; ma poi sento il bisogno di condividere e di confrontarmi, sia sulla mia vita privata sia in ambito lavorativo.
Ci sono solo due momenti in cui ho bisogno e mi piace stare da solo: quando leggo e soprattutto quando scrivo musica.

Quando scrivo musica è un momento intimo con me stesso, è un momento in cui sto esternando per la prima volta delle sensazioni e delle emozioni che sento ma a cui razionalmente non ho ancora dato bene un nome.

Lì, in quel momento apprezzo davvero lo stare da solo; per il resto sono un animale terribilmente sociale e preferisco di gran lunga lo stare insieme agli altri rispetto allo stare solo.

Qual è il feat dei tuoi sogni?

Posso sceglierne più di uno?

Storicamente sarei salito sul palco con i Pooh, perché è la band con cui sono cresciuto e che mi ha fatto considerare il fare musica una strada da percorrere nella vita; confesso durante la preparazione del loro cinquantennale di aver inviato un messaggio a uno dei fonici che lavorava con loro per sapere se c’era qualche possibilità di imbucarmi a fine prove in studio per suonare un pezzo insieme.

Col senno di poi da pazzi, ma al cuor non si comanda!

Un artista invece nuovo del panorama indie italiano che mi sta piacendo tantissimo per contenuti e musicalità e con il quale mi piacerebbe collaborare è Fulminacci!
Oppure, se vogliamo andare nel panorama internazionale, per unire chitarra e emozioni sceglierei Ed Sheeran o John Mayer.

ASCOLTA ALONE NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAG