Lemonille

Lemonille: “Rievoco i ricordi del passato con il mio album Neroli” | Intervista

Lemonille è un progetto solista che nasce nel 2018, fondato dal compositore multistrumentista Nicola Masseria. Dopo aver suonato come chitarrista in varie band rock Nicola a comporre musica, inizialmente strumentale, ispirandosi alla synthwave anni 80 ma anche ai suoi idoli musicali contemporanei. Nel 2016 cominciò a registrare i primi brani di quello che diventerà, due anni più tardi, il suo progetto solista Lemonille. Nel 2020 pubblicò i suoi primi single sulle piattaforme streaming. Il suo primo album si chiama Neroli, pubblicato il 5 marzo 2021.

Si tratta di un album interamente autobiografico composto e suonato da Lemonille. Il tema principale sono i ricordi, i sogni e il passare del tempo. L’album si chiama Neroli in riferimento all’olio essenziale di fiori d’arancio: un odore che evoca i ricordi del passato, un po’ come la Madeleine di Proust.

INTERVISTANDO LEMONILLE

Neroli è un album molto particolare ma con un filo conduttore ben chiaro: da cosa nasce l’esigenza di scrivere un disco simile?

Faccio musica sin dagli anni della scuola media. Ho suonato in vari gruppi e rimpiango davvero di non aver potuto registrare niente. Con questo album ho voluto avere qualcosa di “concreto”, o comunque qualcosa di finito da poter ascoltare e far ascoltare.

Qual è il brano a cui sei più legato di Neroli e perché?

Credo di essere legato a tutti i brani del disco, per un motivo o per un altro. Se dovessi proprio sceglierne uno, direi Yerso perché si tratta di un brano che mi è giunto in testa mentre ero in vacanza. Quando sono tornato a casa, sono riuscito a trascriverlo e a registrarlo quasi esattamente a come ce l’avevo in testa e questa cosa mi rende molto felice.

Nasci come chitarrista, ma su Neroli non c’è quasi traccia di chitarre: a cosa è dovuta questa scelta?

Ho cominciato a suonare il pianoforte a dodici anni ma, visti i miei gusti musicali, ho deciso di imparare anche la chitarra da autodidatta. Mi considero un vero e proprio tastierista ma ho sempre avuto più stimoli creativi con una chitarra, non so come mai. È forse per rendere omaggio a questa mia identità da tastierista che ho deciso di non mettere nessuna parte alla chitarra nell’album anche se quasi tutti brani sono nati con la chitarra.

Vivere all’estero, in una città artisticamente viva come Barcellona, ha sicuramente influenzato la tua musica: ti va di parlarcene?

Per scrivere questo album sono stato influenzato dagli anni precedenti al mio trasferimento a Barcellona, quindi penso che il fatto di vivere qui adesso non c’entri molto. Probabilmente sul mio secondo album ci sarà qualche riferimento a quello che sto vivendo adesso, perché no?!

Com’è il tuo rapporto con i ricordi, con il passato? C’è qualcosa di cui ti penti o, al contrario, qualcosa che rifaresti altre mille volte?

Come dicevo prima, mi pento moltissimo di non aver registrato niente con i gruppi con i quali suonavo a scuola. Sarei contentissimo oggi di poter riascoltare i nostri brani registrati bene. Qualcosa che farei altre mille volte? probabilmente il mio anno di Erasmus in Francia a Lille oppure la mia vacanza studio in Inghilterra a Cambridge quando avevo diciassette anni. Sono state delle esperienze indimenticabili che rifarei volentieri.