New Indie Italia Music Week #60

Chiudete gli occhi. Immaginate. In quale luogo ultraterreno vi trasportano le note? Ognuno crea quel micro cosmo in cui si sente invincibile, felice, circondato da colori, fantasie che assumono sfumature variopinte che si rivelano come ologrammi vividi. Anche se fossimo a testa in giù, la vertigine è adrenalina!

Lasciatevi condurre nel vostro locus ameno con le uscite di questo fiorito weekend di aprile.

I nostri editor Alessandra, Nicolò, Salvatore, Ilaria, Vernante, Elena, Benedetta, Federica e Aurora saranno le vostre “guide spirituali” con la selezione delle nuove uscite della settimana!

 

E poi finisco per amarti 

Motta è un artista che non ha bisogno di reinventarsi per ottenere il plauso del pubblico. Autentico, stilisticamente asciutto e coerente a una produzione artistica iniziata da solista nell’ormai lontano 2016 quando uscì “La fine dei vent’anni”. 

Da allora Motta non ha mai smesso di fare la sua musica conducendoci in un universo fatto di sentimenti che gira intorno all’amore in tutte le sue accezioni: nei confronti dei genitori, dell’Italia o dell’anima che gli ha fatto splendere il cuore.

Con il suo ultimo singolo “E poi finisco per amarti”, Motta ci porta nella proiezione di amore perfettibile, immutabile con tutti i suoi difetti, ma irrinunciabile. Siamo unici, ma siamo miliardi di persone sole ma non per questo sole per sempre.

(Salvatore Giannavola)

Motta: 7,5

 

Scusa

“Sei in un universo parallelo in cui Mara Sattei stona e in cui tha Supreme sbaglia un beat.”

Questo è uno dei tanti commenti spesi in merito al primo singolo ufficiale della giovane cantante romana e riassume, in modo tanto ironico quanto semplice, lo straordinario percorso musicale che lega i due artisti: solo in un universo parallelo, questa accoppiata avrebbe potuto sbagliare un colpo. 

Le note tra pop e r’n’b su cui si libra una voce che riesce ad essere intensa al punto giusto, la scrittura intima, ma al tempo stesso tagliente e un ritornello che non accenna a smettere di riecheggiare in testa si confermano tratti distintivi di una delle nuove stelle del firmamento musicale italiano. 

E con un inizio così, non possiamo che attendere, trepidanti, il seguito di questo sfavillante cammino.

(Aurora Aprile) 

Mara Sattei: 8,5

 

Che senso ha

Dopo i primi secondi di “Che senso ha”, un sorriso spunta inevitabilmente sul viso: la sua voce è unica, inconfondibile e riesce a riempire il cuore di dolcezza, nonostante il testo sia un inno alla malinconia.

Che senso ha se il sole batte forte ma dentro di noi è inverno? Che senso ha continuare a porsi domande senza avere risposte?

Il messaggio è chiaro: l’unica scelta da fare è quella di andar via, senza voltarsi indietro, abbandonando l’idea di voler fronteggiare mostri più grandi di noi.

E me ne vado con la giacca sulla spalla, giro l’angolo e in un attimo e già l’alba e non è nulla di che, se non so nulla di te.

Un brano profondo, senza tempo, reso ancora più iconico dalle chitarre di Giorgio Poi e Colombre e che sin da subito, trasmette la percezione che un velo di tristezza sarà presente per tutta la durata del pezzo.

Quando Franchino ritorna, è sempre come la prima volta e non possiamo che essere orgogliosi di questo nuovo singolo.

(Elena Caggia)

Franco126: 8,5

 

Karma Sutra

Cosa ci fa un gruppo indie-folk brasiliano e una cantautrice/attrice multiforme su uno sfondo bossa nova? Il Karma Sutra.

La storia – tra cantato e parlato – è semplice: lui incontra lei, ma non riesce a lasciarsi andare, quindi la lascia, quanto mi dispiace. Non che sia lei ad avere qualcosa che non va, anzi! È lui che ha un cuore di pietra… insomma, un altro stronzo che dice “il problema sono io”. Lei risponde che queste sono solo le scuse di un egocentrico che non sa ciò che vuole. Sicuro che il problema sei tu, di certo non io!

E in un loop di giustificazioni, abbandoni e ricordi, il colpo di scena. Il karma ribalta le carte. Passato un anno, lui pensa ancora a lei e ora, mentre le propina i cliché più comuni – arrivavo da una storia importante, sono cambiato, ho fatto un lavoro incredibile su me stesso – è lei che gli sbatte la porta in faccia… Quanto mi dispiace!

(Benedetta Fedel)

Selton, Margherita Vicario: 9

 

Non vedo l’ora di abbracciarti

Il romanticismo sopravvivrà per sempre. È questa la speranza che vive dentro “Non vedo l’ora di abbracciarti”, la nuova canzone degli Eugenio In Via Di Gioia.

Nonostante sia passato più di un anno dall’inizio della pandemia fa ancora effetto pensare a come certi gesti appartengano al passato. Non vediamo l’ora che tutto questa finisca, ma forse anche quando tutto sarà finito avremmo bisogno di tempo per tornare a fare, senza paure, quelle cose che abbiamo sempre dato per scontato.

Oppure scopriremo che dare abbracci o stare tutti assembranti sotto al palco di un concerto sono gesti naturali che non dimenticheremo mai, e sarà come risalire in bicicletta dopo essere caduti anni prima.

(Nicolò Granone)

Eugenio In Via Di Gioia : 7+

 

Weekend

Dopo il debutto nella nota serie Netflix “Summertime”, che ha conquistato il cuore di migliaia di teenagers, Beatrice mostra ai fan un nuovo volto: quello di una giovane artista con una voce limpida, che ha voglia di crescere e mettersi in gioco.

Racconta, quasi sussurrando, di una relazione in grado di riempire il cuore di gioia, talmente incredibile da spazzare via il mondo circostante e da invogliare la cantante a restare tutto il weekend a letto con la sua dolce metà.

E se è vero che, la casa è l’unico posto in cui ci sentiamo davvero al sicuro, Beatrice in quella del suo amato, abbassa la guardia e ha la sensazione di essere tornata una bambina spensierata.

Per quanto possa sembrare banale è l’amore che ci salva e non sarà mai monotono e banale ribadirlo, soprattutto nelle canzoni.

(Elena Caggia)

Beatrice Dellacasa: 7,5

 

Una buona storia

L’arte di saper raccontare storie non è per tutti, anzi, è un superpotere incredibile.

Sin dalla notte dei tempi, l’uomo ha cercato delle storie in cui potersi immedesimare, fantasticando su personaggi a cui ispirarsi, provando emozioni forti e concrete.

“Una buona storia” è un racconto intimo che attraverso metafore, simboli e immagini cerca di ricostruire lo stato d’animo di chi è alle prese con una relazione finita, piangerò pensando a quell’amore che avevamo come mamma e papà.

La malinconia è incastrata in un beat elettronico e dance, frutto della produzione di Machweo e ad un primo ascolto risulta molto convincente.

(Elena Caggia)

Bautista: 7,5

 

America

Una tempo l’America era una terra di sogni e speranze, ora non lo sembra più di tanto (avete presente il film Joker?)

Questo periodo che stiamo vivendo ci ha messo in lotta con noi stessi e ormai l’essere umano sta diventando sempre più simile ad un animale che addirittura rischia di autodistruggersi e sabotare se stesso.

Di riflesso queste problematiche si riflettono sulla società  di oggi che sta perdendo i propri punti di riferimento e ogni persona rischia di essere un granello di sabbia bloccato in un ingranaggio perfetto, rischiando  prima sempre di mandare il sistema in tilt e poi di farlo collassare.

Forse questo è un pensiero distopico, ma la colpa è ancora una volta  nostra perché non abbiamo ancora imparato a cercare la felicità nel posto giusto.

(Nicolò Granone)

Loomy: 7

 

Primavera

Questa canzone potrebbe avere un effetto malinconico sulle persone che hanno difficoltà con gli adii.  È una cosa strana in realtà se si associa questo momento all’idea di primavera perché è una stagione che ritorna. Forse si bisogna solo sapere aspettare, però nell’attesa molte cose potrebbero cambiare e noi stessi potremmo accoglierla in un modo diverso.

Il bello della vita è che tutto può essere una questione di attimi, sensazione e pensieri che nascono in un preciso momento e muoiono anche nello stesso. Ci basta poco per sognare, ma allo stesso tempo dobbiamo vivere con la consapevolezza e senza lo stress di correre incontro a certe idee. A volte le cose possono accadere all’improvviso e in quel caso dobbiamo avere l’istinto di comprenderle a pieno lasciandoci trasportare in quello che sono.

(Nicolò Granone)

Gigante feat whoiswelansky: 7,5

 

Amnesia

L’amore è un concetto superato, lo insegnano male tra i banchi di scuola poi cambia tutto tra le lenzuola. 

Cosa è l’amore vero? Capirsi? Sorridersi? Sopportarsi? Piacere? Quali sono i suoi ingredienti segreti? Non è detto che li scopriremo e gusteremo mai: sono un fantasma e scrivo lettere per chi non le leggerà.

L’amore vero potrebbe trasformarsi in nostalgia una volta cessato. Ma l’amore non è un contratto da cui una volta aver fatto recesso si è liberi: continuerà ad aleggiare sempre sul nostro cuore.

Ti amo come si ama sul serio, non hai capito un cazzo di me davvero.

(Alessandra Ferrara)

Erika Lei: 8-

 

Gocce

Chi di noi non ha provato ad entrare in uno specchio solo per cercarmi?

Scoprire la nostra interiorità è una lotta continua, latente: a volte ci prende a schiaffi, è come se fossi distante da me; altre ci accarezza come una mamma con i figli anche se piove ma non riesco a sentire le gocce per l’umore sulla mia pelle. 

Riusciremo ad uscirne vincitori? La domanda è retorica: proverò cose nuove per non provare niente. La nostra anima irrequieta è il motore della vita!

(Alessandra Ferrara)

Piccolo: 8-

All In

Durante una festa, magari per colpa di qualche bicchierino in più, si ci può lasciar andare senza stare li a far troppi calcoli su come agire. È possibile quindi che in una di quelle sere qualcuno s’innamora all’improvviso e decide di provare a dichiarare i suoi sentimenti in maniera aperta, oppure provando ad avvicinarsi sempre di più con la speranza che a metà strada ci s’incontri in un bacio.

Quando sarà mattina, probabilmente i due giovani guarderanno il futuro con occhi diversi.

(Nicolò Granone)

Fabio Kas: 7

 

Globuli bianchi

Noi siamo. Cosa siamo? Tu eri, io ero, eravamo due stronzi che ci credevamo!

Amare o odiare: eterni rivali che ci fanno perdere completamente la ragione, il senso delle cose, il contatto con la realtà. Spaccami la testa è lì che sei rimasta, guarda che cazzo mi hai fatto: lasci gli applausi nel cuore di un altro. 

Ci ammaliamo d’amore al punto che l’aria che mi abbassa i globuli bianchi con le canzoni indie che ascoltavamo stanchi.

Siamo davvero sicuri di voler rischiare tanto per amore? Solo quello vero merita un tale utilizzo di energie.

(Alessandra Ferrara)

Calma: 8

 

Troppo in alto

Gli italiani con la scusa del lockdown stanno riscoprendo le gite in collina. Ecco la colonna sonora per chi arrivato in cima vuole osservare il panorama prendendosi qualche minuto per stare in pace con la natura, ma allo stesso tempo trovare le risposte ai dubbi amletici che ci attanagliano.

Probabilmente qualcuno di questi sono legati allo scorrere del tempo, con un passato di cui abbiamo nostalgia più vecchie foto, e un futuro che ci potrebbe fare paura.

Immersi nei nostri pensieri ci sentiamo come se fossimo saliti troppo in alto, sospesi tra realtà e i nostri dubbi, ma e se compresi.

(Nicolò Granone)

SEM: 7+

 

Metà dicembre

Chiudi la porta. Abbiamo sconfitto l’amore spero risorga. 

Ammettere che qualcosa finisca non è una sconfitta: quando non si trova una ragione per continuare a crederci non ha alcun senso forzare un rapporto già marcio in partenza.

Farsi male con i propri sentimenti non giova a nessuno, anzi ci toglie il sorriso. Come un lupo solitario la sconfitta non mi negherà nuovi orizzonti: il segreto è cercare sempre qualcosa che ci spinga a vivere, ad apprezzare in primis noi stessi.

Lasciarci è un punto di svolta!

(Alessandra Ferrara)

Waya: 8,5

 

Manifesto (EP)

Vagando per le strade deserte capita di imbattersi nei manifesti scrostati che annunciavano concerti mai avvenuti. È a quei poster sbiaditi e malinconici che si ispira la copertina del secondo EP di RAUL, cantautore veronese classe 2000. Un “Manifesto” composto da mille strati incollati e strappati, che acquista con le sue storie sovrapposte un fascino particolare, un senso di vita.

I 7 pezzi del disco sono questo: frammenti della storia e della personalità di un giovane artista, piccoli specchi in cui ognuno può viaggiare e rivedersi. Ed ecco che il titolo assume un nuovo significato: “Manifesto” come il documento alla base di un movimento artistico, in cui Raul stabilisce i pilastri del suo progetto musicale.

Così troviamo i brani più solari e vicini all’Indie come “Camomilla” e “Resta in Festa”, accanto ad altri come “La Pena di Stare con me” o “Condizione sufficiente” che trattano temi esistenziali spaziando tra Trap, R&B e Techno, per arrivare alla lingua inglese di “Slaughtered”, al sogno smaterializzato di “Technicolor” e al finale più acustico che sembra quasi un cortometraggio musicale: “Perfetta sei”.

Un EP vario, da digerire con calma, lasciandosi trasportare dalle immagini e dalle atmosfere tenute insieme dalla voce sincera del cantante.

(Vernante Pallotti)

Raul: 8,5

 

Meno Male

Cadono giù anche se fanno meno male, meno male, sono pur sempre lacrime. 

È su un gioco di parole che si fonda il ritornello del nuovo singolo di Caleido, progetto da solista dell’ex bassista dei Siberia.

Un nome perfetto per un artista che attraverso la sua sensibilità sa mostrarci scene quotidiane con occhi nuovi, come le nuvole che attraverso la lente di un caleidoscopio ridono e ci chiedono se sappiamo volare. È questo che cerchiamo dalla musica oggi: la capacità di farci staccare per qualche minuto, accompagnarci nel flusso dei pensieri, nei piccoli gesti di ogni giorno. “Meno Male” è un brano tranquillo e orecchiabile, perfetto per nuotare via tra le note.

(Vernante Pallotti)

Caleido: 7+

 

Ora vorrei

Ho appena ascoltato il nuovo singolo di Maggio e “Ora vorrei”…ballare. O forse conquistare il mondo, o forse conquistare il mondo ballando. Il flow irresistibile del cantante di Asian Fake incuriosisce parecchio sul suo primo album ufficiale che uscirà, indovinate un po’, a Maggio.

Il testo e la musica vanno dritti al punto per mettere in chiaro l’intenzione dell’artista di spaccare e scrollarsi di dosso il peso del passato, pensando solo all’oggi. Avete presente l’hashtag “Dopo vorrei” che ha spopolato sui social nell’ultimo anno, per fantasticare su tutte le belle cose che si potranno fare quando tutto sarà finito? Maggio lo sostituisce con il suo #oravorrei.

Se avete bisogno di un’endovena di energia premete play.

(Vernante Pallotti)

Maggio: 8

 

Fondamentale

Un tuffo al cuore, prende la rincorsa per saltare dal trampolino delle nostre emozioni per arrivare dritto al ventre delle sensazioni: ecco questa è la sensazione che mi suscita “Fondamentale”, ultimo singolo del cantautore pugliese Milella. “Potremmo sposarci, o almeno provarci” recitano gli ultimi versi della canzone e, scusatemi lo spoiler, sono state queste le frasi che più mi hanno spiazzato. Forse sono io che quando sento la parola “sposarsi” o “matrimonio” ho sempre un sussulto strano, eppure stavolta il buon Milella mi ha trasmesso good vibes nonostante il timore verso il sacro vincolo di cui sopra. Good job!

(Ilaria Rapa)

Milella: 8

 

Torno a primavera

“Torno a primavera” è il canto del nostos, di quando si lasciano tutte le proprie certezze per abbracciare con tutta l’audacia dei tempi d’oro qualsiasi cosa c’è di nuovo al di fuori del proprio giaciglio. Una lettera accorata ma non triste, semmai speranzosa di un nuovo inizio, come la primavera per l’appunto: tutto questo e altro ancora è racchiuso nel nuovo singolo di Ioemiofratello.

Vi ricordate la sensazione di quando per la prima volta avete preso l’autobus da soli? Oppure quando per la prima volta vi siete ritrovati a vivere in una casa che non era la vostra, a dormire sul cuscino di qualche vecchio inquilino e vostra madre che telefonando vi chiede “quando torni? Come stai?”. Ecco cosa si prova ad ascoltare “Torno a primavera”!

(Ilaria Rapa)

Ioemiofratello: 7,5

 

VERGINE (Album)

Eccentrico e lucido allo stesso tempo, così potrebbe essere in breve descritto l’album di esordio dei Vergine dal titolo omonimo. Sensuale al punto giusto senza cadere nella pudicizia sedicente del nome del duo.

La ricercatezza dei suoni elettronici e vagamente bedroom pop conferiscono alle otto tracce quel mood chill di cui avevamo bisogno nel fine settimana dopo aver trascorso le giornate che si ripetono sempre uguali a sé stesse e magari a questo ci aggiungiamo (sotto suggerimento dell’omonimo brano) un bel “Gin Lemon” sorseggiato al sole.

(Ilaria Rapa)

Vergine: 7 +

 

Sale

Su una base R&B contaminata dall’elettronica, che mette in luce le capacità più melodiche di Golden Years, Laila Al Habash ci parla di quanto a volte ci si senta scemi a creare delle barriere per un orgoglio che si rivela spesso e volentieri totalmente inutile.

La sua voce, intimistica, quasi erotica, nella strofa e più corale – come la definisce lo stesso Golden Years –  nel ritornello, ci invita a lasciarci andare e ricorda quanto fa bene il sale quando esce dagli occhi.

Sì, perché a volte dovremmo semplicemente permetterci ancora di piangere, di sentire le lacrime rigarci le guance. Golden Years e Laila ci sussurrano all’orecchio che va bene fare i conti con i nostri sentimenti, anche quando le cose hanno il potere di farci stare male o ci rendono fragili, perché ogni situazione va vissuta con l’emozione che scaturisce.

Il più forte non è sempre quello che reprime ciò che prova e anche piangere, talvolta, fa solo bene.

(Benedetta Fedel)

Golden Years, Laila Al Habash: 7+

 

Penelope

La notte non è solo il tempo della luna: è soprattutto il tempo e il luogo dove le ombre prendono forma e le paure ci possiedono. Ecco allora che è possibile sciogliere tutto in un mix che ci guarirà da ogni preoccupazione. Perché per guarire serve creatività, forza; servono canzoni contro la paura, fatte di vocalità delicate ma al contempo torbide. Caratteristiche che contraddistinguono l’originale voce di Rachele Bastreghi.

Cantante, compositrice, musicista e anima dei Baustelle, è una delle icone più ammalianti della scena musicale italiana e, dopo l’ep Marie del 2015, pubblica ora il suo primo album d’esordio da solista.

Psychodonna – in uscita il 30 aprile – è il racconto di un viaggio interiore, “un ballo consapevole e liberatorio nel fango. È delirio. È l’umanità”. Si dipana proprio su questi chiaroscuri Penelope, brano che anticipa il disco e che vanta il featuring dell’attrice di cinema e teatro Silvia Calderoni.

“Penelope agisce alla luce del sole, tesse di giorno. Io lo faccio di notte, nel caos e nel buio”. Per la sua Penelope, infatti, la notte diventa il momento creativo in cui liberarsi da ansie e armature. Il singolo si apre su una sostenuta ritmica electro post new-wave in cui la Bastreghi canta “lei crede al sole, io nella confusione. Lo stratagemma che inganna il cuore dura ogni notte e il giorno muore”. Ad un certo punto però il pezzo cambia per lasciare spazio al piano e agli archi, diventando più intimo e introspettivo. E allora ecco lo spoken di Silvia Calderoni che suggella il discorso: “la mia diversità è il mio punto di forza”.

Potentissimo.

(Federica Vinciguerra)

Rachele Bastreghi: 8

 

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