Limiti | Indie Tales

Ma ve lo ricordate quando eravamo bambini? Ricordate di aver mai provato paura quando giocavate al parco o quando era il momento di farsi nuovi amici?

Io ricordo solo tanta curiosità e immersione totale nel momento presente. Se si cadeva, ci si rialzava. Al massimo si piagnucolava un po’, ma poi si tornava sempre a giocare e a divertirsi. Nessuna esperienza ci paralizzava, non si imparava mai davvero. E questo era un bene.

Invidio molto chi, da adulto, riesce ancora a ballare sotto alla pioggia. È raro buttarsi dopo essere cresciuti. Diventiamo più deboli, immobili e impauriti dal cambiamento. Come se, dopo una disgrazia più o meno grande, non sia più possibile vivere bene. Arriva un momento in cui non ci sorprendiamo più di nulla, in cui aspettarci il peggio ci sembra l’opzione migliore per non soffrire più.

Viviamo cercando di non superare mai quei limiti che ci siamo autoimposti. Guai a superarli, chissà cosa potrebbe capitarci.

Forse di vivere davvero? Non si sa mai: nel dubbio, meglio non esagerare, non provocare il cambiamento, attaccandoci con forza a ciò che ci rimane.

Se solo riuscissimo ad essere consapevoli che la nostra unica costante siamo noi stessi e che le cose cambiano inevitabilmente senza che ce ne accorgiamo, e che quindi tanto vale ballare sotto alla pioggia, il mondo sarebbe un posto migliore. O quantomeno, più divertente. Inseguiamo la noia perché ci sembra più “sicura” dell’imprevisto. Accettiamo quella sensazione di vuoto, perché sempre meglio che essere pieni di cose che potrebbero nuocere alla nostra salute precaria. Cerchiamo sempre quella “perfezione” che non sappiamo neanche noi com’è fatta, ma sappiamo solo che bisogna lavorare e spttovalutarsi sempre un po’ per raggiungerla.

Ecco, io dico basta. In un momento storico in cui i limiti sono all’ordine del giorno, cerchiamo di superare quelli che ci costruiamo da soli. Il nostro unico obiettivo dovrebbe essere la libertà di essere ciò che siamo e fare ciò che desideriamo più ardentemente.

Quella che tutti chiamano “comfort zone” altro non è che l’indecisione, cercare qualsiasi pretesto che ci allontani dall’idea che sì, possiamo farcela. Possiamo farcela a fare quella cosa, a raggiungere quell’obiettivo, se solo lo vogliamo. Un muro è solo un muro, è qualcosa di artificiale, e come può essere costruito, può essere distrutto. Non sarebbe meglio fallire divertendosi come matti piuttosto che rimanere in bilico a vita, con l’ansia che ci pervade?

Non so voi, ma io aspetto con ansia la prossima pioggia per ballarci sotto come non ho fatto mai.

Racconto liberamente ispirato al brano “Limiti” di Antonio Petrosino