New Indie Italia Music Week #68

I presagi e i profumi dell’estate ci inebriano e ci fanno sognare rivelandosi come inafferrabili chimere. Gli acquazzoni pochi secondi dopo sciolgono e dissolvono i nostri sogni estivi di carta. 

È ancora presto per sperare? La risposta risiede dentro di noi e nello specifico nel nucleo del sole che ognuno di noi porta in sè al di là delle stagioni.

Risveglia la luce che c’è in te, ascoltando le nuove uscite della settimana, recensite in questo numero da Nicolò, Ilaria, Benedetta, Aurora, Vernante, Federica ed Elena!

 

Banzai (Lato Arancio)

“Banzai (Lato Arancio)”, seguendo “Banzai (Lato Blu)”, fa pensare a quando la musica, più che solo in minuti, si contava in giri. Rimanda a un tempo in cui la puntina del giradischi leggeva con ordine due capitoli della stessa storia: prima il lato A e poi il lato B. In effetti, “Banzai (Lato Arancio)” forse non sarebbe potuto esistere senza “Banzai (Lato Blu)” e viceversa. Perché? Perché senza conoscere noi stessi – e qui pensiamo all’introspezione del primo lato – non potremmo conoscere anche gli altri e senza conoscere gli altri – e qui, invece, guardiamo al racconto delle relazioni del secondo lato – non potremmo conoscere davvero noi stessi.

Si tratta, quindi, di processi complementari, come lo sono i due album che costituiscono questo progetto e, letteralmente, anche i colori che li rappresentano. Eppure l’arancio di questo disco non è stato pensato solo in relazione al blu del precedente. Arancioni, infatti, sono tutte le atmosfere delle 10 tracce: calde, energiche e intense. E, naturalmente, ognuna secondo sfumature  diverse, come quelle che tingono il cielo al tramonto alla fine di un giorno d’estate. Un giorno d’estate in cui, senza dubbio, nella nostra playlist non mancherà un pezzo di questa nuova faccia che Frah Quintale ha voluto regalarci della sua musica. 

(Aurora Aprile)

Frah Quintale: 9

 

Originali (Album) 

“Io non ho un paio di ali né dei poteri speciali

Ho solo classe a far dimenticare i problemi

Che importa come ti chiami

Vedo solo esseri umani

Che hanno bisogno di buone vibes, buone vibes”

Forse basta solo il ritornello di un pezzo in mezzo ad altri altrettanto belli 12 brani a riassumere l’essenza del progetto con cui lo storico duo dei Sottotono è tornato nei nostri stereo: classe e buone vibrazioni. D’altronde,  per mescolare inediti curati in ogni aspetto a rivisitazioni di classici dei Novanta che, pur portando una ventata di aria fresca, non smettono di portare rispetto alle prime versioni, ci vuole una considerevole dose di eleganza e stile.

E queste sono qualità che non mancano di certo neanche agli ospiti di questo progetto: da Tiziano Ferro a Elodie, passando per Mahmood e Stash, per poi finire ai più grandi rapper del panorama italiano. Insomma, più che “Originali”, questo disco avrebbe potuto chiamarsi Fuoriclasse. E basta mettere play per accorgersene e farsi trasportare da tutte queste buone vibes. 

(Aurora Aprile)

Sottotono: 9+ 

 

Tuttecose

 “Okay, amici come prima, la festa è già finita”: dopo i primi secondi, riconosciamo immediatamente il timbro unico e la voce calda del nostro Gazzelle, che dopo quattro album, ci emoziona come se fosse la prima volta.

 Il cantautore romano ha la capacità di creare intorno a sé un’atmosfera magica, che ci spinge a risentire i suoi brani in loop e “Tuttecose” non è certamente esonerata.

 Oltre al fascino, ormai consacrato, di Flavio, l’incontro con la voce di Mara Sattei rende il brano speciale: non abbiamo bisogno di tornare indietro o di ascoltarlo ancora, dopo il primo ascolto, ne siamo completamente stregati.

 Gazzelle non sbaglia un colpo, nemmeno con i featuring; quello con Mara è già un successo e ci fa sperare in una nuova collaborazione tra i due.

 (Elena Caggia)

 Gazzelle feat Mara Sattei: 8,5

 

Gabbiano

Avete presente uno di quei sogni strani in cui ti ritrovi a fare le cose più assurde, tipo volare, camminare per città con palazzi al contrario, respirare sott’acqua o parlare con gli animali? Ecco come si presenta GABBIANO.

“Che cazzo ti guardi gabbiano?
Che cos’è che cerchi da me?”

Nato dalla somma vincente di Calcutta e Pop X, è la nostalgica ed estiva confessione a un gabbiano che, quantomeno, potrebbe portarci a volare con lui. Mix tra sogno stravagante (o esilarante – seppur malinconica – serata alcolica?), Gabbiano è una “canzone estiva-non-estiva”, surreale nel testo tanto quanto nella scelta di un indie super elettronico.

È un discorso a cuore aperto, un’ammissione di colpe e debolezze, un insieme di domande esistenziali. E il gabbiano sembra essere l’unico ad ascoltarlo in quest’alba singolare finché, indifferente, mi hai lasciato qui e sei volato via.

(Benedetta Fedel)

Friuilli: 8

 

Specchio

Quando mettiamo due specchi uno di fronte all’altro, l’immagine sembra riflettersi all’infinito, creando un caos di stanze e di mondi. È circa quello che hanno fatto Davide Amati e Matteo Alieno, amici d’infanzia prima ancora che musicisti, che si sono riflessi uno nell’altro dando vita a “Specchio”, un assaggio del prossimo EP di Davide, che vedrà la collaborazione con vari artisti.

Ma però a me mi va di darmi un bacio allo specchio e spogliarmi, non vergognarmi mai più. Canta la voce dolce di Matteo Alieno nel bridge vagamente Beatles. C’è aria di rivoluzione e la aspettiamo con ansia.Consigli per l’ascolto: prendetevi un giorno per andare al mare senza averlo programmato, abbassate i finestrini e sparate “Specchio” a tutto volume.   

(Vernante Pallotti)

Davide Amati ft. Matteo Alieno: 8,5

 

David chi?

È una rivoluzione cosmica quella di N.a.i.p. 

Che se ne infischia della forma-canzone tradizionale regalandoci sonorità sempre diverse e che ha l’ambizione di smuovere le acque grazie a suoni e arrangiamenti che guidano alla libertà espressiva. 

Dopo X Factor, torna con “David chi?” nuovo singolo electro dance prodotto da Stabber. 

Un brano folle ma dal forte valore politico, in un periodo in cui i fili che ci tengono uniti sono stati spezzati, insieme ad ogni certezza. 

C’è vita su Marte? Probabilmente si, come insegna David Bowie. Allora non ci resta che iniziare questa esplorazione astrale.

Ma non scandalizziamoci se al suo ingresso non troveremo il Duca Bianco, ma il dj set di David Guetta. Godiamoci la sana unione di anime e musica: quell’aggregazione che per mesi è stata un’utopia. 

E allora balliamo!

(Federica Vinciguerra)

N.a.i.p: 9 

 

Stomaco

 Quante volte abbiamo detto: “Sento le farfalle nello stomaco?”

 Mèsa in questo brano, dalle atmosfere sognanti e retro, cerca di spiegare questa sensazione, sostenendo che il suo stomaco percepisce la presenza della persona di cui è innamorata, prima dei suoi occhi.  L’amore può renderci banali, tanto da spingerci a leggere l’oroscopo ogni giovedì e a confrontare i segni zodiacali.

L’amore ci trasforma: sta noi capire se siamo disposti a correre questo rischio.  Un sound vintage caratterizzato da semplicità ma allo stesso tempo da una forte impronta stilistica che rende ormai Mèsa un’artista riconoscibile e coerente con l’intenzione artistica fin qui proposta.

 (Elena Caggia)

 Mèsa: 7

 

Ho fatto un po’ di cose (Album)

Estate non è solo sinonimo di tormentoni fatti di drink e sole, ci sono anche artisti che raccontano di quelle sensazioni che, ahimè, non vanno in vacanza: ritornano i RIVA con nuovi brani e featuring in “Ho fatto un po’ di cose”.

“Magnetica” con Gabriele Troisi è un brano che racconta di un vuoto incolmabile e di una finta felicità che si cerca di dimostrare agli altri, pur di nascondere le sensazioni che si stanno provando realmente.

Magnetica come la ragazza per cui è pensato questo brano, che con uno sguardo riesce a pietrificare chi le sta intorno.

“Ghiacciai”, “Tu vedevi pioggia io vedevo solo fulmini” sono pezzi dove i pensieri sono accompagnati da una melodia triste e malinconica, che apre la porta ad una serie di riflessioni.

Non solo playa e reggaeton, il nuovo album di RIVA racconta l’altra faccia della medaglia che, spesso, in estate viene dimenticata.

(Elena Caggia)

RIVA: 7,5

 

DISCO 2 (Album)

Cmqmartina ti fa venire voglia di tirare fuori il lato più selvaggio di te, di indossare lo sguardo più fiero che hai, di non scendere mai più a patti, di metterti quel paio di scarpe che avevi timore di mettere perché “sembrava troppo” e di non curarti più dello sguardo di nessuno.

Perennemente erotica, proibita, notturna, nata dentro ad un club, Cmqmartina può sembrare costruita, ma rimane sempre vera. Comunque, in ogni caso, se stessa. Una che se la pieghi, non si spezza.

Le notti, i locali, la dance/house ci accompagnano per tutto il percorso di questo DISCO 2. E a Cmqmartina non importa che si rida di lei, lei che è “mattavera”, perché almeno non ha solo pensieri sbagliati. Cmqmartina ci ricorda del mondo di notte. La notte sbagliata, la notte puttana, la notte ribelle, la notte impulsiva.

“Ho paura di non sentirmi viva, non della morte”, dice in “sbattimi”.
E in DISCO2 c’è tutta vita, tutta quella che non ci appartiene più direttamente. Tutta quella che stiamo aspettando con l’ansia di chi ha solo bisogno di ballare via il dolore.

(Benedetta Fedel)

Cmqmartina: 8 

 

Ballad coi lupi 

Scrivere una canzone d’amore è impresa ardua. Banalità e clichè sono sempre dietro l’angolo. La difficoltà sta proprio nel creare il giusto equilibrio tra autenticità e novità nella narrazione di un sentimento, che più o meno, tutti abbiamo la fortuna di provare nel corso dell’esistenza: l’amore.

“Cosa me ne faccio dell’amore se non ti posso più salvare, se non ti posso più cercare, de colore delle cose e del tuo numero di cellulare. Volevo darlo a te…”

Alessandro Cenedese attraverso “Ballad coi lupi”, caratterizzata da sonorità “tiromanciniane” ci canta delle tortuose vie tracciate dalle briciole di un amore finito e non corrisposto. Un amore così grande da non poter stare dentro un solo cuore.

(Salvatore Giannavola)

Alessandro Cenedese: 8 

 

Cocoricò

Porta con sé tanta voglia di ballare ma anche un importante messaggio ecologico l’ultimo singolo di Elasi. “Non c’è tempo, non hai più scuse!”

Il ritornello a mo’ di mantra di “Cocoricò” è un incito ad alzarsi e ballare sì, ma solo come momento unico e fondamentale per reagire al presente, al passato e anche al futuro che porta su di sé tutto il peso delle nostre azioni e soprusi nei confronti del pianeta. Un luogo questo che rivendica un ritorno alla natura e alla bellezza dell’incontaminato, e allora se non vogliamo smettere di abbracciarci e scomparire come goccia dentro a un’onda, è arrivato il momento di rimediare ai disastri anche se non è colpa nostra!

(Ilaria Rapa)

Elasi: 8

 

Fuori fase

“Ma come fai a non cambiare mai? Ma come fai?

Si chiede Francesco Pintus che col suo singolo d’esordio si presenta al mondo della musica indipendente italiana dichiarando di essere “Fuori fase”, di essere contro tendenza proprio perché sceglie di cambiare sempre restando però fedele a sé stesso.

Resto fuori fase, resto fuori casa, continua il cantautore, eh sì, perché andare in direzione ostinata e contraria è bello sì, ma anche rischioso: quante porte in faccia si è disposti a prendere pur di portare in alto la propria convinzione? Pintus sembra averne prese tante ma non per questo è stanco di essere fuori fase.

(Ilaria Rapa)

Francesco Pintus: 7,5

 

BRBCUE

Preparate la griglia che a dare fuoco a tutto ci pensa il “BRBCUE” di Tanca. Beat violenti e mood scuri sono la combo perfetta per chi ama fare musica hardcore come il rapper pugliese di stanza a Milano. “BRBCUE” è il festeggiamento senza sosta, è la Milano da bere trapiantata in Puglia, è l’atto d’amore verso l’appartenenza ad una comunità. 

Come ci si sente a far casino fino al mattino, a bere birra e grigliare? Tanca lo sa bene e ce lo racconta con tutta la foga del rap e le sonorità urban nel suo singolo di debutto! 

(Ilaria Rapa) 

Tanca: 8 

 

Semplice #1

“Sei come quando ho visto al cine Donnie Darko: non ci ha capito niente ma mi è piaciuto un sacco”.

Perché ci piaccio? O meglio, perché mi piaci? 

Ci sono incontri speciali che mandano in tilt i radar dei sentimenti. Basta un secondo affinché io possa immaginare una vita insieme a te. Non ti ho sentito parlare ma immagino già la tua voce, anzi la conosco già. 

Andrea Orsini, con il suo nuovo singolo “Semplice #1” cerca di svelare l’arcano di un fenomeno che è comunemente definito come “colpo di fulmine” o “amore a prima vista” , attraverso sonorità diversificate tra blues, pop e urban che conferiscono al brano la giusta cifra di chill-out vibes che male non fanno se l’intenzione è quella di convivere con un colpo di fulmine che non hai mai toccato il suolo. 

(Salvatore Giannavola)

Andrea Orsini: 7

 

Decade

Una voce che arriva come un soffio di vento quella di Missey in Decade. R&B contemporanea che fa da sfondo a un insieme di pensieri. 3 minuti e 14 secondi per raccontare dieci anni miei di vita dentro ai tormenti. Se chiudete gli occhi mentre la ascoltate, vedrete i flash che Missey dipinge, sussurrandoli in falsetto.

La mente spesso ci parla così tanto che sembrano volerci decadi per arrivare alle cose. A volte sembra che sia lei stessa a dirci “ho raccolto per te sogni per andare altrove”. Una decade di sogni per spingerci sempre più in là. In un mondo che corre e va sempre più veloce, i sogni devono prendersi il loro tempo per crescere e diventare grandi, per mettersi in piedi e farsi reali.

E se la musica è il tuo sogno… “Mi chiudo dieci giorni in casa e scrivo cose nuove”.

(Benedetta Fedel)

Missey: 7,5

 

Bar Legni

I bar di provincia sembrano un po’ piccoli e sono frequentanti sempre dalle stesse persone che ordinano le stesse cose. Il barista tratta i suo clienti come se fossero i suoi migliori amici e si raccontano i pettegolezzi del paese tra un caffè caldo e una birra fredda.

Non c’è fretta come se in posti così il tempo perdesse la sua fretta di passare, e la vita non ha paura di prendersi la propria calma nel fare nel cose. Tutto è così uguale che la tranquillità diventa una sana abitudine da rispettare e portare avanti, anche se forse nel profondo qualcuno sogna una svolta, ma non ha il coraggio di buttarsi, scegliendo di rimanere nascosto dentro le solite abitudini.

(Nicolò Granone)

Sandri: 7,5

 

Giovapiùgiova

In una società piena di plastica anche  i sentimenti stanno diventando oggetti usa e getta, che i giovani d’oggi cambiano di continuo non riuscendo a trovare quelli giusti. Sospesi in un limbo tra il chi siamo e il chi vorremmo essere per gli altri camminiamo su un filo sospeso tra realtà e mondo ideale.

In questa situazione è normale cercare qualcosa per evadere dal nostro quotidiano precipitando, pensando di volare, dentro qualcosa di artificiale al gusto di felicità sintetica, con il rischio di inciampare in strade pericolose che possono diventare una trappola come una busta di cellophane nella quale chiudere la testa e smettere di respirare.

Per apprezzare ancora di più il pezzo consiglio di andare a recuperare la scena di Spud seduto che cade dalla sedia in Trainspotting 2

(Nicoò Granone)

GIOVAPIÙGIOVA: 8+

 

Sprigiona l’estate che c’è in te e anticipa i tempi ascoltando la playlist di Indie Italia Magazine!