Frammenti: “Siamo così pieni di cose da fare che tutto diventa collaterale”

Durante una calda giornata afosa, la band Frammenti sentiva la voglia di essere dall’altra parte del mondo precisamente in Giappone a bere sakè e mangiare sushi, così ha viaggiato grazie alla musica con un biglietto di sola andata chiamata “Fukushima”.

Il vivace sperimentalismo pop di Frammenti, ci porta dritti in una strada di provincia giapponese, dove un caldissimo electro-funk mette in musica una dedica a tutte quelle persone che sanno farti volare con la mente e con il corpo.

Questa canzone è l’immagine di una fuga romantica, con la persona che abbiamo sempre sognato di aver accanto anche se non abbiamo mai avuto il coraggio di buttarci e salutarla con un semplice ciao come stai.

 

INTERVISTANDO FRAMMENTI

Lambrusco o sakè?

Lambrusco in Emilia, saké in Giappone. 

Anche voi come i giapponesi avete la passione per i robot?

Se i sintetizzatori stanno agli strumenti come i robot agli uomini, direi proprio di sì! Siamo più fricchetto-new age però, preferiamo lo zen da rivista, quello che sfogli in sala d’attesa dal parrucchiere. 

L’attesa è una parte importante del viaggio?

Lo è, almeno fino a quando non si parte, poi o il sogno si avvera e ne trai beneficio, o s’infrange e ritorni senza un soldo. Sempre ammesso che ritorni. 

Un haiku per difendere l’importanza delle ferie?

Lavorare è galleggiare. 

La musica è un’aspirina per il nostro corpo?

È un farmaco, che si sa, vuol dire anche veleno. Insomma, dipende da cosa ascolti. 

Spesso la fretta  o il voler tutto subito ci impedisce di goderci alcune situazioni?

No, la fretta ci impedisce che si creino le opportunità, che forse è peggio. Siamo così pieni di cose da fare che tutto diventa collaterale. Nel momento in cui la vita sociale reale trova il giusto equilibrio con la solitudine reale, si può godere sia di attesa che di svolgimento. 

Quale esperienza catartica vorreste provare per conoscere la vostra anima?

Per stare sull’attuale, penso ci sarebbe sufficiente partecipare ad un concerto di quelli belli assembrati, dove sgomiti per ballare, sgomiti per prendere da bere, sgomiti per uscire e alla fine, l’unica soluzione, è lasciarsi portare dalla massa di sudore che ti circonda. 

Ci vuole del tempo per cambiare idea?

Per cambiare idea ci vuole poco, per capire quali sono le proprie idee credo serva una vita intera. 

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