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New Indie Italia Music Week #93

Come sarei contento di sapere quello che è meglio
Io oggi lo odio, preferivo ieri
Anche se poi lo sapevo che tanto oggi veniva
Eppure preferisco domani
Che comunque non è che sarà meglio di oggi
Anzi, sarà peggio ma almeno domani sarà domani (19 gennaio, Giovanni Truppi)

Quanti mesi dura gennaio? Un intervallo temporale che sopravvive pigramente al calendario. 31 giorni sì, ma che sembrano avere il doppio del loro peso specifico che grava tutto sulle nostre spalle.

Ed è così che iniziamo a postergare e a preferire di immaginare il domani anziché concentrarci sull’oggi.

La bella notizia è che tra meno di due settimane inizierà  Sanremo e soprattutto, gennaio 2022 non “succederà” più.

Sopravvivere a gennaio è possibile, l’antidoto che consigliamo si compone di parole, note, storie e avventure fin’ora ignote.

Scopriamole attraverso i nuovi brani “Indie Italia” della settimana.

Piccolo

Una delle più grandi sfide che la vita può riservarci, consiste nella lotta per mantenerci fedeli a noi stessi ogni giorno senza vacillare. Può sembrare scontato, ma risulta davvero difficile riuscire a mantenere il controllo del proprio io, soprattutto nelle situazioni più spiacevoli.

Il punto è che non ce ne accorgiamo affatto quando succede. Perdiamo piccoli pezzi ad ogni passo lungo la strada e solo alla fine ci rendiamo conto di essere completamente svuotati.

Generic Animal con il suo nuovo singolo “Piccolo” tenta di ricostruire quei pezzi, scontrandosi direttamente con ogni sua parte peggiore, riconoscendo ogni debolezza e trovando la forza di reagire facendo perno proprio su di esse. Il suo è un brano in cui ogni parola si poggia perfettamente su ogni strumento. Batteria, chitarre, sintetizzatori e basso che funzionano all’unisono dando vita al canto disperato di un bambino che vuole solo ritrovare sé stesso.

(Filippo Micalizzi)

Generic Animal: 8

 

Veleno

VV in passato è sempre stata capace di stupire senza mai risultare scontata e soprattutto prevedibile. E bisogna dire che anche stavolta è riuscita nel suo intento, creando una canzone che di base non lo è. Somiglia più ad un’esplosione che attiva ogni input sensoriale trasportando l’ascoltatore nel suo personale mondo.

“Veleno” è un viaggio all’interno della propria psiche, che culmina – come un prisma investito di luce – in una moltitudine di colori. Una vera e propria esperienza che si distacca dalla solita forma canzone, e di cui senza saperlo prima ne avevamo davvero bisogno.

(Filippo Micalizzi)

VV: 8,5

 

Passi rotti

“Resto in movimento per non perder l’equilibrio vivo solo per capire che cosa fare”

Più che i versi di una canzone sembrano quelli di un inno di una generazione che, pur avendo la fame di “vivere, non sopravvivere” non sempre ha le istruzioni giuste per farlo.

Ma, in fin dei conti, si sa che l’essenza del viaggio forse non è il raggiungimento della meta, ma l’insieme delle emozioni provate nell’avvicinarvisi e delle consapevolezze sviluppate lungo il cammino.

Allora, non ci resta che proseguire e continuare ad intrecciare uno dopo l’altro i nostri “passi rotti”, che poi, non è tanto diverso dal dire che non ci resta che vivere.

E tutto questo lo sa bene l’artista lecchese Malavedo, che con la sua poetica intimistica racconta di sé tanto quanto racconta di noi. E lo fa su un sound fiabesco capace di trasportarci lungo la strada del destino, a camminare accanto a lui.

(Aurora Aprile)

Malavedo: 7,5

 

Crescere

Se con l’ultimo singolo “Lupo” si rifiutava quasi il cambiamento, chiudendosi all’interno di una fiaba, con “Crescere” i Rovere fanno quel passo in avanti che li porta ad accettarsi diventando finalmente maturi.

“Crescere” usa la dolcezza della forma per raccontare l’inevitabilità del tempo che passa. Parla di drammi, di sere andate male, ma lo fa senza pesantezza. Anzi, sembra proprio rincuorare, arrivando alla fine lasciandoti una sensazione di pace come a voler dire “tranquillo andrà tutto bene”.

L’intimità in questo brano è tutto, ogni parola sussurrata porta il peso di quel che sta raccontando. I Rovere lo sanno bene e decidono di condividere quell’intimità con il pubblico.

(Filippo Micalizzi)

Rovere: 8-

 

La Quiete (Album)

A distanza di due anni dall’uscita del suo ultimo album “UNtitled”, il rapper e artista romano Gemello, nome d’arte di Andrea Ambrogio, torna sulla scena con il nuovo album dal titolo “La Quiete”, anticipato dai due singoli “Un pezzo di universo” e “Flashback” usciti nel 2021.

Gemello dipinge un quadro in cui acqua, aria, terra e fuoco diventano mezzi a cui affidiamo il nostro essere umani. C’è una pioggia che fa rumore quando perdiamo chi amiamo, ma allo stesso tempo vorremmo saltare sulle sue pozzanghere per essere felici. C’è un vento a cui affidiamo parole che forse abbiamo paura di pronunciare. È un vento sul quale vorremmo abbandonarci per sentirci leggeri. C’è una terra che è casa: “a Roma ormai esce il mio sangue dalle fontane”. Infine c’è il fuoco dell’inferno dei dubbi, delle paure con le quali combattiamo ogni giorno ed il fuoco ardente delle stelle sulle quali volare!

L’Universo (ndr) di Gemello è racchiuso in 11 tracce. Grazie alle collaborazioni con artisti (di cui alcuni amici) come Coez, Gemitaiz, Ketama126, Il complemento oggetto, Mostro, il disco è stato contaminato da sfumature hip-hop, indi-pop e naturalmente rap.

Dello stile di Gemello colpisce il dialogo diretto con l’interlocutore, senza giri di parole, senza se e senza ma, anzi il “ciao baby” o  “Ei come va? Bene” suonano dolci e contemporaneamente carichi di tutto ciò che di funesto e fantastico si può condividere con chi amiamo.

“E Adesso?” Voliamo via alla ricerca della nostra quiete!

(Alessandra Ferrara)

Gemello: 9

 

Forse è giusto così (Album)

Hanno dovuto aspettare quasi due anni, eppure come si sa, la pazienza è la virtù dei forti: “Forse è giusto così” finalmente fuori, è il l’album dei Balto, che non vedevano l’ora di farci ascoltare. Del disco conoscevamo già alcune canzoni, come “Mac baren” e “Preghiera della Sera”.

Tra tutte spicca sicuramente “Le giornate da morire”, cantata insieme ai Cara Calma: un brano dedicato a tutto ciò che si può vedere di positivo anche nelle giornate più buie e malinconiche. “Forse è giusto così” è la morale che il tempo ci dà sempre le risposte giuste, basta saper aspettare.

(Ilaria Rapa)

Balto: 8

 

ZOMBIE COWBOYS (Album)

Chitarre come armi e batterie come cannoni, questo il suono post apocalittico che caratterizza il mondo a metà strada tra il reale e il distopico dei Gomma, nel loro nuovo album “Zombie cowboys”. Rialzarsi dalle ceneri di un mondo già in frantumi, a colpi di punk e emocore in pieno stile dei quattro ragazzi di Caserta.

I Gomma ci raccontano in dodici tracce quelli che sono i frutti di due anni che si sono alternati tra un “ce la faremo” e un “lock-down”: ogni traccia di “Zombie Cowboys” racconta un’emozione, forte e penetrante e che, come tale, ricorda le cicatrici; dopo averlo ascoltato tutto, l’album ti resta per sempre impresso nella mente.

(Ilaria Rapa)

Gomma: 8,5

 

Au Cocher Du Soleil

 

In un mondo perfetto, addirittura utopico, non dovrebbero esistere differenze tra gli esseri umani, ma poi l’uomo ha inventato regole sociali, dottrine economiche, lingue diverse e situazioni storiche per la quale qualcuno si sente in diritto di essere migliore degli altri.

Pandem, artista toscano con il cuore diviso tra Italia e Francia, ci osserva con “Au Cocher Du Soleil” dal punto di vista della natura e dei tramonti,  visione che mette in risalto l’uguaglianza umana e il potere, forse ai giorni nostri dimenticato, di renderci solidali gli uni con gli altri, pronti a unirsi insieme. La musica si trasforma così in un linguaggio universale attraverso il quale tutti possono comunicare senza nessuna barriera fisica o ideologica.

Siamo tutti sulla stessa barca, anzi per rendere ancora di più l’idea potremmo dire che tutti stiamo combattendo la stessa guerra.

(Nicolò Granone)

Pandem: 7,5

 

Manifesti e immaginari sensibili (Album)

Come per le foto, così per le canzoni gli album sono dei raccoglitori, degli archivi speciali, legati da un fil rouge semantico e temporale che tiene stretti e che sono bollati da un titolo.

“Manifesti e immaginari sensibili” è quello di Miglio, il titolo del suo nuovo EP che, come un grosso contenitore, ha messo insieme le canzoni che conoscevamo già insieme a quelle che non avevamo ascoltato ancora. E non solo. A queste, come anticipa il titolo del disco, si aggiungono tutte le foto, le immagini che diventano per Miglio, i manifesti per cui scrivere e comporre, come solo lei sa fare.

(Ilaria Rapa)

Miglio: 8

 

Lato C (EP)

“Stanotte ho voglia di restare solo, che stare solo sai mi viene bene, e giuro che non sentirò nessuno che mi parli dei miei problemi, e allora dimmi come stai, è tanto che non rido più, e tutto il giorno cosa fai, mi guardo un porno alla tv, con le canzoni degli anni ’80, con la speranza che mi manca, quanto fa schifo questa stanza, non è come ricordavi tu.”

Ciliari ci presenta il suo nuovo EP, con “Porno 80”, una ballata indie pop, con la voglia di restare solo e vivere nel passato immaginario della sua mente, tra un porno e canzoni anni ’80.

Tormentato dalla voglia di libertà, intitolando una canzone a questo stato di necessità, ci porta ad abbandonare i luoghi comuni, il cellulare, trovando un pretesto per fare l’amore, non pensando più a tutti gli eccessi (di cui domani potremmo pentirci!) vivendo liberi, fino a mandare “tuttoaputtane”.

Ciliari in “tuttoaputtane” pensa che sia necessario perdersi per ritrovarsi o ritrovare nuove strade, fino a quando nella pluvi-ascoltata “Giornata di merda” ricorda: “come è arrivata se ne va questa giornata di merda”.

Io che non sono niente” è un brano ironico, dove ci parla di un mondo dove è facile costruirsi un’immagine, ma è fondamentale riconoscere sé stessi ed accettarsi, per concludere con “la notte è un film francese” dove ci racconta di un amore perduto.

Il suo EP ci parla in veste malinconica, lasciando spazio all’ironia, valicando la sua parte più intimista, di amore, libertà, lotte quotidiane, nostalgia del passato, coraggio e consapevolezza.

(Nunzio Savino)

Ciliari: 8

 

Bratovi

Il fallimento è utile per riuscire a superare gli ostacoli, ma per fare certi salti abbiamo bisogno di amici pronti a darci una spinta o  bravi a prenderci al volo prima di una caduta, anche a pochi centimetri dal terreno.

Nonostante queste persone non siano sangue del nostro sangue, siamo sicuri che saranno sempre dalla nostra parte, fratelli che ci difenderanno sempre le spalle mentre abbiamo bisogno di tempo per riprenderci da qualche delusione.

Il caos diventa un modo per fare selezione naturale e scoprire di chi ci possiamo fidare davvero!

(Nicolò Granone)

MATHEI:8

 

Invisibile

Kleopatra Jasa, cantautrice alternative pop, si presenta sulle scena musicale italiana come un nuovo progetto ricco di aspettative.

L’autrice ci presenta “Invisibile”, seguito dei due singoli precedenti “Autoscontri” e “Finta melanconica”.

Con la sua musica introspettiva, malinconica, indirizzata verso una ricerca sonora ci fa immergere nella sua “Invisibile”, dove vuole allontanare chi sputa odio e invidia, vuole restare fuori dai pregiudizi, e restare invisibile nel suo vuoto.

(Nunzio Savino)

Kleopatra Jasa: 7,5

 

Cavalli Selvaggi

Ogni cosa ha il suo tempo, anche correre più veloce non servirà a farci andare via se rimaniamo legati emotivamente a certi luoghi o persone.

L’essere umano, in un eterna lotta tra ragione e sentimento, spesso s’imbatte nell’amore che diventa una variabile impazzita.

“Cavalli Selvaggi” è l’insieme di diversi punti di vista su quello che succede dopo, gettati in una grande pianura,  dentro la quale gli animali continuano indifferenti a soddisfare i propri bisogni naturali, mentre noi, essere pensanti non sappiamo più come comportarci.

(Nicolò Granone)

Lorenzo Iulitti: 7

 

Geronimo

Il pop coinvolgente di “Geronimo”, ci trasmette un senso di libertà, necessaria, ricercata e voluta da Apice. Il cantautore sogna di evadere dalla routine quotidiana, di essere senza legami che siano fisici o morali, senza costrizioni o incertezze.

Mentre ascoltiamo il brano ci sembra quasi di essere nuvole, o una brezza di vento che si scaglia verso una prateria infinita accarezzando ogni filo d’erba ed albero che incontra e i dubbi sul domani non esistono più, esiste solo l’essere qui ora, senza maschere, senza grattacieli, senza catene e cadiamo liberi sempre più giù, guadagnando velocità, ma non abbiamo paura dello schianto, ci godiamo il volo.

Quando il brano finisce torniamo alla realtà con un sorriso stampato in faccia: è il momento di prendersi una pausa e riconnettersi con la natura e con la parte più introspettiva di noi stessi.

(Margherita Ciandrini)

Apice: 8,5

 

110L

Se non conosci la provincia di Milano, Nicolaj Serjotti è pronto per fartela visualizzare davanti agli occhi e non ha paura di accoglierti se poi, con quegli occhi, vuoi andare a vederla sul serio.

Ciò che racconta con le sue barre che si dispiegano in un flow sincopato è, infatti, la realtà che vive tutti i giorni. Una realtà fatta di tramonti dietro palazzoni che, forse, sanno emozionare anche più di un tramonto in riva al mare, perché è tra quei palazzi che questo ragazzo di 23 anni è davvero se stesso.

Ed è ancora tra i palazzi, sulle note di un sax, che in 110L rende fede a quanto dice con le parole: “faccio centro senza nemmeno prendere la mira”.

(Aurora Aprile)

Nicolaj Serjotti: 8-

 

Come gli americani al ballo di fine anno (Album)

Il particolare timbro di Galea, deciso, etereo, profondo, ci trasporta all’interno del suo mondo nell’EP “Come gli americani al ballo di fine anno” e “Resta con me, anche se non lo chiedo spesso” è proprio quello che pensiamo mentre ci lasciamo cullare dal dream pop della giovane cantautrice pugliese.

Ognuno di noi nella vita ha perso la testa per un “Ragazzo fuori moda” che rappresenta quella persona che sembra fuori dal tempo ma che riesce a catturarci e ad imprigionarci nella nostra voglia di scoprire sempre di più sulla sua mente, sulla sua storia ed impazziamo per ogni piccola attenzione, perché sappiamo quanto in realtà sia stato difficile esprimerla.

Galea si sente sempre un po’ mondo a parte, e ci apre il suo cuore mentre canta i suoi sogni, i suoi sentimenti e i suoi dolori, e siamo d’accordo con lei quando ci parla di “Soffrire bene”, a volte la sofferenza è positiva, ci aiuta a superare delusioni in modo sano e maturo, bisogna solamente smettere di fare resistenza. E mentre balliamo “i nostri 20” ci scende una lacrima nostalgica ed è una sensazione che non ci abbandona per un po’, neanche dopo la fine del disco.

(Margherita Ciandrini)

Galea: 9

 

Osmanto

Questa pianta umile, semplice, che appare solo quando vuole lei, rappresenta a volte il sinonimo e a volte il contrario di Marta Tenaglia.

Si può davvero fingere di provare quello che non si prova? Sdoppiarsi tra il restare e l’andarsene, mettere su un cinema nella propria testa immaginando tutti i possibili scenari, alla ricerca di una scelta giusta che non c’è. Stare immobile in un punto, incollata al terreno, incapace di prendere decisioni. Un dolore muto, una personale guerra fredda.

Ma una soluzione a questo malessere c’è e Marta la trova in mezzo alle cose semplici, in mezzo ai petali chiari, tornando verso casa. “Lasciare che il dubbio prenda tutto, tieniti quello che non hai saputo dirmi, non importa cosa, tanto non mi basterebbe mai”.

Una leggenda narra che i semi di osmanto siano stati sparsi da un dio sulla terra per lenire i dolori degli uomini. E noi sentiamo già il cuore più leggero.

(Benedetta Fedel)

Marta Tenaglia: 7,5

 

Fiore d’inverno

Una canzone che all’apparenza potrebbe essere classificata come una semplice canzone d’amore ma che è anche una riflessione sull’amore stesso, e non solo.

É una canzone allo stesso tempo romantica e amara, perfetta rappresentazione della metafora del “fiore d’inverno”, che cresce anche quando fuori fa freddo.

Dutch Nazari ci regala un brano che rielabora quella malinconia tipica di un rapporto finito, fatto di discorsi che rimangono sospesi, come i caffè nei bar. Ci ricorda che come alcuni fiori riescono a sfidare il gelido inverno e a sbocciare, così è possibile rialzarsi dopo essere caduti.

Un brano diretto, che grazie a giochi di parole e un pizzico di ironia riesce a colpire con riflessioni generali che appartengono a una generazione intera.

(Sara Pederzoli)

Dutch Nazari: 8

 

Ma dai (Acustic Version)

Una delicata ballad acustica, in cui la voce di Merlot, accompagnata dalla chitarra, ci guidano in una storia fatta di fughe e lacrime.

La malinconia di fondo tipica dei pezzi del cantautore è accostata questa volta ad un messaggio quasi di incoraggiamento: “anche se tutto va a puttane amore, ti prego ridi”. Una preghiera per ricordarci che alla fine una risata può essere un ottimo modo per cercare di esorcizzare i nostri demoni interiore e che alla fine c’è sempre uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.

(Sara Pederzoli)

M.E.R.L.O.T: 7,5

 

Le storie di tutti (Album)

Dalia Buccianti, è una cantautrice toscana, classe 1996. Affascinata dalla musica fin da piccola, è durante l’adolescenza che scopre la sua grande passione per la scrittura e la composizione di brani inediti. L’artista ha appena pubblicato (19 gennaio 2022) “Le Storie di Tutti”, terzo singolo estratto dall’omonimo album di esordio. Il disco, contenente 7 brani, di cui 3 già usciti nei due anni precedenti come singoli, rappresenta un percorso di crescita per Dalia Buccianti.

Ogni canzone è una storia di vita, d’amore, di paura, di coraggio, di strade perse e di alcune ritrovate. Tutto gira intorno a un cuore che batte da sempre a suon di musica e parole. Il singolo di lancio “Le storie di tutti” è una dedica speciale alla sua amata musica, che lei stessa definisce “una sorta di magia in grado di unire le persone e di rendere i sentimenti universali”.

(Vincent Hank)

Dalia Buccianti: 7

 

GBYE

“Forse non era il momento di lasciarti entrare
Maledetto sei tornato presto
Io non ho voglia di lottare
Scappo? O resto nel letto un po’?”

Ecco il primissimo singolo di esordio dell’artista bresciano YTAM. È difficile riassumere “GBYE” in un unico stile musicale perché sono presenti tanti i riferimenti a diverse realtà. Volendo proprio dare una piccola etichetta al singolo potremmo che “GBYE” si muove sopra suoni indie/alternativi con una spolverata di pop-punk a completare il quadro.

La varietà musicale però non è casuale ma una vera e proprio peculiarità dell’artista che ammette di prendere spunto, per testi e musica, da icone della cultura cinematografica, pop e musicale. Una molteplicità di elementi che vengono sapientemente mischiati tra di loro. “GBYE” è una canzone che ci parla dell’essere buoni e dell’essere cattivi attraverso una storia dove tantissimi personaggi prendono vita.

(Ilaria Cantoni)

YTAM: 7,5

 

[non esisti +]

“Ti immagino nella vita di un altro,
chissà se tu riesci ad immaginarlo.
Mentre gli parli di una serie, una serie di sbagli
Insieme agli altri una sera ti sballi
Io torno tardi fisso te nel quadro: cazzo ti guardi”

Dopo due anni di assenza dalla scena musicale italiana, Giovanni Scacco torna alla ribalta con un nuovo progetto musicale. L’artista racconta che gli anni di assenza che sono stati anni di ricerca e di crescita che hanno portato un’idea di musica completamente diversa. Così cambia il nome, cambia lo stile e cambiano i suoni. Non lasciatevi ingannare perché [non esisti+] può sembra una semplice canzone d’amore ma in realtà è molto più di questo: è una canzone che ci racconta il percorso dell’artista attraverso un monologo fatto di botta e risposta. Una conversazione che scivola veloce, una voce che si muove leggera sopra sound elettronici.

(Ilaria Cantoni)

Thevoto: 7,5

 

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