New Indie Italia Music Week #94

Perché Sanremo è Sanremo! Sì, certo. Ma cosa ne sarebbe della kermesse senza tutti i cantautori, le cantautrici e le band che con passione e impegno durante il resto dell’anno rendono vivo e prolifico il giardino rigoglioso della musica italiana?

I fiori non sbocciano solo nella platea dell’Ariston: in Italia la musica fiorisce ogni settimana e noi siamo pronti a scoprire per voi i suoi migliori germogli da 94 settimane consecutive.

Scopri le primizie #indieitalia della settimana (contando le ore che ci separano dal Festival).

Parole Peggiori

“So che non lo sai. No che non lo sai. Quanto stare dove stai. Non ti muovi ma tanto fai quello che vuoi. Sai che non importa. Sei quello che sei. Infatti sei una stronza”

Giuse The Lizia non le manda a dire nel suo nuovo singolo che si discosta dallo stile e dalla musicalità dei singoli precedentemente rilasciati da uno degli artisti più interessanti della nuova scena urban e hiphop italiana. Un pezzo intriso di risentimento e di ricordi di un rapporto che adesso, ahinoi, viene ricordato con le “parole peggiori”. Ma è veramente finita? Un fiume di parole che uccidono interi venerdì. Che peccato!

(Salvatore Giannavola)

Giuse The Lizia: 8,5

 

Colore

“Nanananananana volevo solo dormire. Nanananananana vederti scomparire. E allora portami a bere.”

Baltimora, dopo l’esperienza ad XFactor, è pronto a spiccare il volo con il suo nuovo singolo “Colore”.

“Colore” è una ballad malinconica che racconta un inconsolabile dolore, scritto una notte di tre anni fa a seguito di una delusione d’amore, rimasto nel cassetto fino ad oggi.

Il brano ci parla di come nonostante le cose vadano male si cerchi di ritrovare l’altro e della difficoltà di lasciar andare.

L’artista si confronta con un beat ritmato e tutta la sua versatilità, tra incisivi rap e ritornelli energici in cui la sua voce svela diverse sfumature.

(Nunzio Savino)

Baltimora: 8,5

 

Via Sicilia

“Via Sicilia” è un brano che descrive i toni aspri dell’amore. C’è un momento nelle relazioni in cui si oltrepassa il limite di sopportazione e si sfocia in un’abitudine piatta che ci porta “inesorabilmente verso le paure di sempre”. Un momento in cui il sentimento non colma più il resto.

La dolcissima voce di Bipuntato, che torna proprio con questo nuovo singolo sulla scena indie-pop, accompagnata da quella di Mèsa creano un’atmosfera quasi di serenità in antitesi con la tematica affrontata. Non è sempre facile infatti arrivare alla consapevolezza che qualcosa stia cambiando anche in amore, ma questa collaborazione tra le due cantanti riesce a risaltarla!

“Lottare è una gran forma d’amore, l’unica che conosco”.

(Alessandra Ferrara)

Bipuntato feat Mèsa: 9

 

Numeri

Siamo numeri che diamo i numeri trasportati da un carrozzone sgangherato che come tarda riporta i seguenti: V.I.TA.

Faiah ci trasporta all’interno di flusso di coscienza fatto di atmosfere e sonorità gitane che risuonano come un vortice insieme al flow della giovane cantautrice della scuderia di Maciste Dischi.

“Numeri” è soltanto il secondo singolo di Faiah che dopo l’esordio con “Biancaneve” è pronta a stupire e fare parlare di sè tra i vicoli dell’hip hop italiano.

 

(Salvatore Giannavola)

Faiah: 9

PULP (ALBUM)

Quando entriamo in un bar ci sediamo e ordiniamo qualcosa da bere in modo da bagnare le parole che poco dopo  usciranno dalla nostra bocca. A volte si parla d’amore chiedendo consigli agli amici, ci si lamenta di qualche collega troppo fastidioso, si raccontano i propri sogni e si fanno progetti insieme. Poi è inutile nascondere che abbiamo il vizio di commentare le piccole storie di chi magari sta seduto a qualche metro da noi, emozionato e imbarazzato per la sua prima uscita romantica o di chi è appena andato via per cercare qualche altra faccia fuori da là.

Lì al chiuso il tempo sembra fermarsi e non c’è nessuna fretta fino a che il barista ci si avvicina, quasi con aria di scusa, chiedendoci  di ordinare l’ultimo giro che poi si chiude e si va tutti a dormire. In quel momento forse vorrebbe sedersi al tavolo insieme a noi per raccontare qualche storia, dopo che è stato anni ad ascoltare le nostre.

PULP di Sergio Andrei è un disco notturno dove alcool e ricordi si mischiano dando vita al futuro.

(Nicolò Granone)

Sergio Andrei: 8

 

Falsii

Quante volte ci siamo nascosti dietro a muri di bugie che abbiamo creato solo per paura di dire quello che provavamo davvero? Ci siamo travestiti da qualcos’altro per sembrare forti e impavidi. Abbiamo lasciato ciò che avremmo voluto dire scritto in Times New Roman sullo schermo di qualche pc o in un sussurro detto tra sé e sé.

Ma è davvero così impossibile ammettere che questo in realtà ci basta? Io e te in un salotto, a cercare di accettare che forse non sarà per sempre, che forse nemmeno siamo in grado di amarci, ma che non sappiamo trovare un momento per cui ne valga la pena tanto quanto questo.

“Falsii con due ‘i’ perché a fare l’amore e a innamorarsi siamo in due”, questo commentano i Manitoba presentando il nuovo singolo. E ce lo raccontano su un sound sognante che ti fa venire voglia di dire solo la verità.

(Benedetta Fedel)

Manitoba: 8

 

pianura padana

Nella foschia della Pianura Padana tutti i contorni sono più sfocati e non si vedono più i confini tra le cose, il punto preciso in cui un cuore si spezza o una ferita si ricuce. Ma ci è così familiare il sentimento che non poteva che stare in una canzone come quella che ci regala T vernìce.

Con reminiscenze di un Luca Carboni anni ‘80, inserendosi in quel filone del cantautorato italiano vecchio stampo che ha la singolare capacità di farti del male e consolarti allo stesso tempo, l’artista torinese ci racconta una storia.

Un treno che lo riporta a Milano per l’ennesima volta, un caffè in un bar, due parole con una che non sembra nemmeno più lei, ma che ha la stessa casa, lo stesso gatto e gli stessi occhi. Una borsa che non contiene altro che canzoni da cantare in macchina.

E, dopo tutta questa strada, forse è il caso di fermarsi un attimo, perché non ha più senso correre o farsi inseguire. “Io non ho nessun viaggio in programma, ma se vuoi puoi venire un’altra volta”.

(Benedetta Fedel)

T vernìce: 9

 

Non piove mai

C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo e c’è chi invece l’aspetta ma “Non piove mai”; un po’ come accade nella nuova di LOOMY. L’elemento atmosferico che per molti può essere sinonimo di calma e tranquillità, vedi il rumore della pioggia che scroscia delicatamente contro le finestre, per LOOMY sembra l’unica soluzione per lasciarsi scorrere addosso anche tutte le sensazioni negative che altrimenti avremmo sempre attaccate all’anima. Non ci resta dunque, come canta anche LOOMY, che aspettare la pioggia…ma “non piove mai”!

(Ilaria Rapa)

LOOMY: 7,5

 

Quante notti

C’è una frase di un romanzo che, parlando d’amore, recita: “mi rubò il cuore, il respiro e il sonno”. Ed è qualcosa che Leone Romani sa bene.

Nell’ennesima notte insonne, passata a pensare e a riguardare vecchie foto, il cantante mette in una canzone pop tutto quello che non è riuscito a dire a parole, tutto quello che, per qualche motivo, l’altra persona non sa ascoltare.

Cerca di sfondare il muro che c’è tra i due, ma non sa bene come fare. Che sia tutto perduto? E se è così difficile capire forse è “Perché non mi dici mai davvero come stai”.

(Benedetta Fedel)

Leone Romani: 6,5

 

Strega comanda colore

“Strega comanda colore” è il nuovo singolo di ALDA, che ci porta in un mondo pieno di inquietudine che cerchiamo di dimenticare, la frustrazione di chi si sente invisibile e tutto ciò sfocia in repulsione, rabbia, che prende sempre più piede nei giovani dei giorni d’oggi.

ALDA si presenta con un singolo dove la sua generazione è obbligata a sostituire il gioco con una reale esistenza, un gioco da grandi.

(Nunzio Savino)

ALDA: 7,5

 

Ipocondria

“Ipocondriaaaa, un’ossessione che mi prende e non va viaaa”. Finalmente c’è qualcuno che ha avuto il coraggio di scrivere una canzone per tutti noi che soffriamo di questa piccola (ma a volte letale) nevrosi. Ovviamente stiamo parlando di Davide Amati e della sua (ma anche un po’ nostra) “Ipocondria”. Con i tempi che corrono questa ossessione sta accomunando molte persone, che tra un malore ipotetico e una ricerca su Google, si fa influenzare a volte in modi impressionanti. Dunque, non ci resta che cantare l’ultima canzone di Amati per sentirci più vicini, e perché no, più compresi.

(Ilaria Rapa)

Davide Amati: 7,5

 

SPAZZOLINO

Le Lucertole sono una band portavoce di chi cerca un posto nel mondo, mentre tutto intorno è avvolto da un perenne squilibrio.

“SPAZZOLINO” è il loro nuovo singolo: poetica di un insicurezza quotidiana, come tanti alla loro età, nel disordine dei propri spazi, della propria intimità, che lasciano alla propria libertà.

Nel singolo trapela la speranza che questo caos, prima o poi, venga placato da qualcun altro, che possa mettere un punto fermo, qualcuno disposto a fermare la confusione, con cui fare un po’ di ordine.

Forse abbiamo bisogno di più certezze e vorremmo solo che qualcuno lasciasse il suo spazzolino accanto al nostro.

(Nunzio Savino)

Le Lucertole: 8

 

Prima di uscire

Il timbro graffiante di Scrima ed il suo sound indie pop, con “Prima di uscire” ci fa entrare dentro un film, in cui l’artista vede la persona che vorrebbe accanto iniziare a provare dei sentimenti per qualcun altro e ci scorrono davanti tutte le immagini e i ricordi delle storie passate che hanno lasciato una profonda cicatrice nel nostro cuore.

Quante volte abbiamo visto una persona che ci aveva giurato il per sempre andare verso l’abbraccio di altri, lasciandoci soli davanti al mare a riflettere e a pensare che no, non ci meritavamo di stare così male. Percepiamo tutto il dolore e la malinconia che vuole trasmetterci Scrima, mentre grida “dove ce ne andiamo noi”, noi, che ci sembra di non avere più un posto al mondo che possiamo chiamare casa: quel luogo in cui ci sentiamo al sicuro e giusti, senza riserve.

(Margherita Ciandrini)

Scrima: 8

 

Senti

Dance gotico, oserei dire, quasi alieno. Nava riconferma la sua identità musicale anche con il suo nuovo singolo “Senti”. Noi non abbiamo potuto far altro che ascoltare, d’altronde. Ma un ascoltare diverso, non solo con l’udito ma con tutti i sensi. L’ultimo singolo di Nava, infatti, ti perfora e ti attraversa facendoti immaginare in una galassia extraterrestre in cui l’unico credo è la libertà di esprimere se stessi. Qualcosa, insomma, da cui tutti dovremmo imparare. Grazie Nava per questo spunto intellettuale!

(Ilaria Rapa)

Nava: 8

 

Come si fa, pt. 2

“Come si fa, a lasciarsi andare?”

Che sia un amore dilaniato e ormai finito o una storia che non è mai iniziata ma che psicologicamente pesa quanto un rapporto durato 10 anni, questa è la domanda che ci poniamo sempre, e una risposta giusta o sbagliata non c’è.

Lecoseimportanti, con le loro chitarre delicate e la voce eterea e sospesa di Giada Sagnelli ci leggono dentro l’anima e ci assicurano che è normale sentirsi persi, come se non riuscissimo più a respirare, come se ci mancasse la terra sotto i piedi, come se stessimo annegando.

Alla fine, l’unica cosa che possiamo effettivamente fare è, come ci suggerisce la band, dare le spalle a chi ci sta trattenendo, consapevolmente o no, e allontanarci, cominciare a camminare e non voltarci più indietro: ad ogni passo ci sentiamo un po’ più leggeri ma, paradossalmente, con cuore più pesante.

(Margherita Ciandrini)

Lecoseimportanti: 8,5

 

0+0

Spesso chi non ha niente riesce però a darti tutto, strana anomalia della società moderna. Tutti siamo bravi a giudicare le scelte degli altri, ma poi quando tocca a noi fare la nostra parte ci tiriamo indietro, perché e più facile fare finta di niente che provare a cambiare le cose.

Quanto fa 0 +0?  Sesto non risponde, ma ci fornisce la soluzione. -1, perché se l’essere umano non imparerà a collaborare farà un passo in dietro, uscendo sconfitto dalla lotta per la sopravvivenza.

(Nicolò Granone)

Sesto: 8-

 

Spero di star male

“Io spero di star male, perché ti giuro questo non è stare bene”.

Zo Vivaldi ci presenta il suo personale flusso di coscienza in “Spero di star male”, mentre parla a sé stesso e a noi ed il sound del brano segue attentamente ogni cambio e sfumatura della voce del poliedrico artista. Non è semplice mostrare i nostri lati più nascosti a chi ci sta attorno, ma spesso per stare bene sentiamo la necessità di riempire questo vuoto, questo silenzio in cui non ci sentiamo a nostro agio e che dobbiamo colmare con parole e conversazioni superficiali.

È proprio quando riusciamo a non dire niente, mentre stiamo con qualcuno, che realizziamo di stare bene ed è quello il momento che accogliamo dentro il cuore, mentre ci godiamo la situazione e vorremmo provare sempre quella sensazione di benessere.

(Margherita Ciandrini)

Zo Vivaldi: 8,5

 

Silenzio

“Vorrei imparare a stare un po’ zitto. Ho già detto molto, forse tutto” ci dice, o per meglio dire, ci sussurra Maurizio Carucci nel nuovo Singolo “Silenzio” che anticipa l’uscita del suo primo album da solista.

Una frase che spiega quanto spesso siano superflue le parole all’interno di certi contesti, in cui banalmente, basterebbe la nostra semplice essenza per esprimerci al meglio.

In preda ai ritmi frenetici che la vita ci impone, abbiamo dimenticato quanto sia prezioso in silenzio e quanto a volte ci serva diventare solo gli spettatori di quel che ci circonda. Lasciando che i nostri occhi, mani e forme parlino per noi. Non serve molto altro.

(Filippo Micalizzi)

Maurizio Carucci: 8

 

 Sei Con Me

Questo è forse il brano che rappresenta Klen Sheet al meglio, mostrando quanto la crew sia affabile e quanto ogni suo membro faccia affidamento sull’altro. La realtà che il progetto è riuscita a creare è qualcosa che nel mercato mancava da tempo. Un gruppo di amici che fa musica per esprimersi liberamente, senza il bisogno di piegarsi alle leggi del mercato. “Sei Con Me” riassume alla perfezione questo concetto, mostrandosi più come un contenitore di emozioni, in cui ognuno si esprime in modo diverso nella forma che più preferisce.

La produzione risulta esplosiva, adattandosi perfettamente al contesto in cui è costruita. Distorsioni, bassi e anche una rielaborazione della melodia principale di “Where is my mind” dei Pixies in sottofondo. Un lavoro sia dal punto di vista tecnico che artistico ben elaborato che di certo, riassume perfettamente la vera essenza del collettivo.

(Filippo Micalizzi)

Klen Sheet: 8

 

Il ritorno al cimitero

“Come ti senti non lo dici  mai a nessuno.  Vorresti esser come me e invece passa l’amore, sfiorisce”

Dopo una lunga attesa finalmente vediamo il ritorno del gruppo I Tristi. Anche se alla band non piace essere categorizzata in un genere specifico possiamo dire che questo singolo conferma il loro stile ( synth pop/indie) aggiungendo, però,  qualche pizzico di novità nei suoni e nelle melodie. Il ritorno al cimitero è una canzone che si muove nel passato e racconta delle prime esperienze, dei primi sogni e desideri. A volte dare uno sguardo a cioè che è stato non significa per forza essere bloccati. Anzi, probabilmente guardando al passato con mente lucida si possano ritrovare le idee e le sensazioni che ci avevano spinto a compiere certe scelte. 

(Ilaria Cantoni) 

I tristi: 8 

 

Matto da legare

“La mia sicurezza quante volte uccide quando vai alla cieca”

“Matto da legare” è il singolo di debutto di Lento. La canzone ci parla di un evento con cui tutti prima o poi dovremo faremo i conti: il diventare grandi o, forse meglio, il diventare adulti. È quella fase della vita in cui senti la voglia di essere spensierato, sereno e leggero. Allo stesso tempo però vorresti certezze e tante altre cose,forse un po’ noiose, legate alla vita adulta. La canzone si muove tra frenesia e calma, tra schiettezza e introspezione. Un mondo fatto di contrasti anche per quanto riguarda la scelta musicale che spazia da elementi pop punk al rap. 

(Ilaria Cantoni)

Lento: 7,5 

 

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