Breathe Me In

Pic by: Benedetta Ferrero Varsino

Breathe Me In: “Urliamo la nostra parte più primordiale” | Intervista

I Breathe Me In nascono nel 2008 tra i banchi del liceo come band metal e ancora oggi continuano a mettere un po’ di quello spirito nelle loro canzoni. Il loro particolare genere è definibile come Indie-pop-rock (con un po’ di metal, per l’appunto) in italiano, con linee melodiche emozionali e a tratti potenti, ritmi incalzanti e un connubio di suoni elettronici e chitarroni distorti vecchia scuola. Dopo il singolo Animali Feriti che ha segnato il loro ritorno sulla scena underground i Breathe Me In ritornano per l’anno nuovo con un singolo dal titolo MacLean.

MacLean è un viaggio alla scoperta della condizione dell’essere umano che tenta faticosamente di far convivere dentro di sé tre nature: “Nella testa abbiamo i serpenti, abbiamo i lupi e poi ci siamo noi” recita il testo.

La nostra parte più primordiale, che ci tiene in vita perché ci grida di sopravvivere e ci abbandona agli istinti, la nostra parte che ci fa fare branco e che ci riconosce come conspecifici ed infine la parte alla ricerca del senso e del significato e alla ricerca della nostra identità.

INTERVISTANDO I BREATHE ME IN

Come siete arrivati alla stesura di “MacLean”? Da cosa è partita l’idea principale di rifarsi a questa singolare teoria?

MacLean è un viaggio alla scoperta della condizione dell’essere umano che tenta faticosamente di far convivere dentro di sé tre nature: “Nella testa abbiamo i serpenti, abbiamo i lupi e poi ci siamo noi” recita il testo.

La nostra parte più primordiale, che ci tiene in vita perché ci grida di sopravvivere e ci abbandona agli istinti, la nostra parte che ci fa fare branco e che ci riconosce come conspecifici ed infine la parte alla ricerca del senso e del significato e alla ricerca della nostra identità.

Il titolo fa riferimento a Paul Donald MacLean, neuroscienziato che ipotizzò questa teoria evoluzionista del cervello tripartito dell’essere umano, teoria che ci affascina e ci ha ispirato alla stesura del testo.

“In questa vita lascerò correre” è anche la vostra filosofia? C’è qualcosa per cui vale la pena alzare la voce?

Nella vita può essere utile sapere lasciar correre, ma ancora più importante è il “cosa” si lascia correre. C’è assolutamente bisogno di saper quando e come alzare la voce, e saper distinguere cosa lasciar correre e per cosa invece alzare la voce. La sensibilità e il temperamento di ciascuno di noi è differente e quindi la cosa più importante è la consapevolezza e la capacità di modulare questi due estremi, sperimentando, migliorando e soprattutto non rimanendo immobili.

Pensate che l’Italia possa essere terreno fertile per far cresce il vostro sound alternativo? Come sono state accolte le sfumature metal/rock dei Breath Me In dal pubblico nostrano?

Quando eravamo ragazzini il nostro genere era visto come troppo “rock” per una cultura pop ma troppo poco “metal” per la sottocultura dei capelli lunghi e dei giubbotti di pelle borchiati. I vari generi e le varie mode si sono susseguite in fretta ma ora con il trionfo dei Maneskin l’Italia pare nuovamente prestare l’orecchio alle chitarre distorte delle sonorità che ci sono sempre state molto care.

Siete nati musicalmente nel 2008 quindi avete attraversato varie “epoche” della musica italiana: qual è quella che preferite?

Fin dai tempi del liceo abbiamo inseguito i generi e gli artisti che più ci appassionavano. Ci hanno accompagnati nella ricerca del nostro genere le batterie frenetiche di Joey Jordison degli Slipknot, le melodie ambivalenti tra le linee morbide e gli scream potenti di Chester dei Linkin Park e le chitarre distorte e un po’ di synth e wobble bass alla Skrillex. Quelli sono sicuramente “gli anni d’oro” che ci portiamo nel cuore, ma forse è solo un po’ di nostalgia della spensieratezza di quei tempi.

Il 2020 era “paura”, il 2021 “attesa”…come definireste il vostro 2022?

“Tentativo”: MacLean è il secondo singolo di un album che era rimasto a lungo in cantiere, nato tra le mura della quarantena e concluso negli studi di Pan Music a Torino (punto di riferimento negli ultimi anni per la nostra band) che vedrà la luce nel 2022 e sarà anticipato da altri singoli in uscita nei prossimi mesi.

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