PH: PIetro Bettini

LeonardoQ si è trasformato in Frida Kahlo | Intervista

Una celebre frase di Frida Kahlo diceva: “Dove non puoi amare, non soffermarti”, ma quanto è difficile seguire questo consiglio?

LeonardoQ, omaggiando la musa messicana ci porta dentro i suoi deliri amorosi con “Baby Frida”, una canzone nata dalle rotture del cuore, sputata fuori in un vortice di sentimenti confusi e contrastanti.

“Aah cos’ho fatto amore, non mi vedo più, sbaglio sempre tutto”, ecco perché nessuno di noi, nonostante tutte le raccomandazioni che ha sentito, non ha ancora capito a decifrare il mistero dell’innamorarsi.

INTERVISTANDO LEONARDOQ

Perché Frida Kahlo è diventata un simbolo?

Perché Frida Kahlo è stata una delle prime donne nella storia ad aver interpretato in modo davvero libero la propria femminilità, ribaltando i tradizionali e stereotipati canoni di bellezza e minando al tempo stesso le fondamenta del maschilismo. La donna è una creatura unica e speciale e qualsiasi discriminazione perpetrata a suo danno non può che essere prova di quanto l’uomo a volte sia stupido ed ignorante. Oggi le donne sono finalmente riconosciute come elemento fondamentale nello sviluppo della società, non vengono trasversalmente considerate inferiori, anche se talvolta persiste ancora il rischio che vengano ridotte ad oggetto. Per arrivare a questo punto comunque la donna ha dovuto lottare e soffrire, conquistando con fatica la propria emancipazione. Frida Kahlo è stata, oltre che un’artista dalle doti straordinarie,  una pioniera nella rivoluzione femminile e, come sappiamo, fare da apripista non è mai semplice. Sono tutti bravi a seguire le masse, ma essere i primi non è facile. Le rivoluzioni partono da chi ha realmente voglia di “cambiare le cose”.

Si può fare una rivoluzione in silenzio o per cambiare le cose si deve sempre alzare la voce?

La rivoluzione parte da chi ha realmente voglia di cambiare le cose. C’è chi parla, e chi fa. Non è obbligatorio alzare la voce, una rivoluzione può essere anche qualcosa di personale o riservato: quello che è importante è credere fermamente nelle proprie idee e nei propri valori, senza farsi condizionare dai giudizi esterni.

PH: Pietro Bettini

 Quale pensiero vorresti dedicare all’universo femminile?

Un pensiero di libertà e spensieratezza. Fatevi valere, fatevi rispettare, fate sentire la vostra voce! Ribaltate i pregiudizi, le etichette, i canoni sociali! Siete delle muse, un mondo da scoprire: sentitevi belle, libere e importanti ogni giorno della vostra vita perché l’uomo sarebbe niente senza di voi.  

Che rapporto hai con te stesso?

È molto difficile da spiegare. Il mio passato non è stato semplice, ho sofferto molto durante la mia crescita. Sono una persona molto complessa e difficile da gestire, una continua altalena d’umore. Essere “folli” ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Leonardo sono io: mi voglio bene, ma mi detesto anche.

PH: Pietro Bettini

A volte le litigate nascono da piccole incomprensioni?

Assolutamente sì. La prima regola per avere un rapporto sano e di fiducia con una persona è proprio la comunicazione. Parlare di tutto senza reprimere o nascondere cose che ci hanno fatto stare male. Un rapporto non è una gara d’orgoglio. Spesso le persone tendono a fraintendere e al posto di chiedere chiarimenti tirano su inutili polveroni.

Bisogna sempre essere chiari, non farsi prendere da reazioni impulsive e soprattutto bisogna ascoltare e comprendere anche pareri e visioni diverse dalle nostre. Con il passare del tempo la comunicazione reale tra le persone sta diventando una cosa sempre più rara, infatti oggi la messaggistica, i social e le videochiamate sono praticamente il metodo di comunicazione numero uno che la gente utilizza, e ovviamente scrivere un messaggio o dire una cosa a voce sono due cose ben diverse. Bisognerebbe fare un passo indietro, e riprendere i contatti anzitutto con la nostra “umanità”, per poter poi parallelamente riprendere i contatti con gli altri.

Perché “ti odio ma ti penso”?

Quante notti insonni ho passato a pensare a lei reprimendo il fortissimo impulso di afferrare il telefono sul comodino e scriverle un messaggio alle 3 del mattino. L’amore è una cosa molto complessa, e spesso le persone piuttosto che essere sincere e ammettere i propri sentimenti tendono a reprimere la cosa e nascondere le loro debolezze per paura di ricevere un rifiuto o un giudizio negativo.

PH: Pietro Bettini

Innamorarsi alla fine è una condanna?

Innamorarsi è la cosa più bella del mondo. Il problema è che spesso ci si innamora della persona sbagliata, dedicando a quest’ultima un amore illimitato ma non reciproco. E ovviamente la cosa fa soffrire. Direi che l’amore è una condanna quando la relazione che si sta vivendo comincia a diventare un rapporto tossico e ossessivo, controproducente per la vita della persona. Il vero amore è quell’emozione che ti fa stare costantemente sulle nuvole, che ti fa sentire importante e che trasforma le tue giornate in un arcobaleno di colori, dal grigio che erano prima. Certo, ogni tanto dalle nuvole si cade, ma quello che cambia tra un amore puro e un amore da condanna e proprio la voglia reciproca che si ha nel voler tornare su quella nuvola.

L’arte serve per ingannare la realtà?

L’arte è vita. L’arte è l’unico luogo in cui il “tutto” perde un senso. Molti artisti utilizzano l’arte per scappare da una realtà non gradita e crearsene così una a loro piacimento. Il bello dell’arte è proprio la sua forma eterea, la sua inspiegabile assolutezza. Molte cose non si possono spiegare, ed è proprio per questo che ho dedicato la mia vita all’arte, essendo quest’ultima l’unico “mondo” dentro il nostro “mondo” in cui non esistono barriere: terreno ed etereo formano un’unione perfetta e la prima regola dell’arte è di fatto la sua sregolatezza.

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