PANETTI/NISKA

Simone Panetti: “L’importanza di sfogarsi con la creatività” | Intervista

Di Filippo Micalizzi

Simone Panetti con il primo disco in studio “Profondo Rosa” e il recente tour in varie città, ha dimostrato di essere un’autentica esplosione di creatività e talento. Tanto da affossare il più classico dei pregiudizi che porta a pensare che uno streamer non possa fare musica di qualità. Al contrario, la sua unione con la community lo ha portato recentemente a fare qualcosa di atipico e completamente nuovo nel campo musicale. Una canzone con basi prodotte dai fan, testi scritti al momento e disponibile unicamente in forma di NFT.

“Profondo rosa” è un disco crudo, autentico e con una certa vena autoriale che riesce a contaminarsi di tanti generi diversi, dando vita ad un progetto ambizioso diverso da quello che il mercato odierno ci propone.

Simone è già noto al grande pubblico ancor prima della musica in qualità di content creator, per questo la sua gavetta musicale è stata un po’ diversa da quella dei classici artisti. Una rivoluzione che avvicina sempre di più la musica e chi la produce ai nuovi metodi di fruizione. Di questo e di come sia arrivato a concepire questo disco ne abbiamo parlato direttamente con lui.

INTERVISTANDO SIMONE PANETTI

Il disco abbraccia molti temi ma uno che spicca tra tutti è quello dell’amore. La cosa che stupisce però, è l’aver affrontato questo tema in modo più carnale e viscerale, dando vita ad un romanticismo molto meno idealista e più vicino alla realtà. Ti chiedo quindi, cos’è per te l’amore?

Una domanda molto molto complicata questa eh [ride, NDR]. L’amore è un mix. Sicuramente io non vedo l’amore come affetto, io l’amore lo vedo anche come un contenitore d’odio, di rabbia. Quando una persona riesce a farmi provare tutto questo insieme diventa amore. Non esiste per me amore senza tutto quel lato negativo di sentimento.

In un certo senso si completano…

Si infatti, appunto nelle mie canzone c’è sempre questo “ti odio non ti sopporto”, ma alla fine è una dichiarazione d’amore anche quella.

Ascoltando “Profondo rosa” ho notato tantissime contaminazioni con vari generi, ad esempio “Cara Buongiorno” si muove molto sull’ “hardcore”. Quali sono state le tue influenze musicali per questo disco?

Diciamo che le mie influenze sono tante e nessuna. Nel senso che quando vado a scrivere non penso mai ad un singolo genere perché ascolto principalmente tutto. Mi prende molto a cuore il cantautorato italiano, quindi il modo in cui tratto l’argomento amore è sempre stato trattato da cantautori italiani in una maniera simile. Musicalmente sulle sonorità non so dirti molto, io ho ascoltato il bedroom pop, quindi il suono leggero come quello che potrebbe essere Clairo, Cuco e tanti nomi americani molto di spicco nel genere. Le mie reference quindi non hanno una linea precisa.

Un impasto di tutta la tua cultura musicale possiamo dire…

Si, poi sicuramente Mike Lennon che è il mio produttore mi da tanta linea. Quando siamo in studio produciamo insieme, quindi Mike ci ha messo tanto anche di suo.

Ancora prima della musica eri già noto al pubblico in qualità di content creator. Cosa ti ha convinto a cimentarti in questo nuovo progetto?

Io mi sono sempre dilettato con la musica. Già a 15 anni avevo questo gruppo di amici con un garage in cui avevamo messo un microfono e facevamo i rapper di quartiere. Questo mi ha sempre appassionato e non ho mai smesso di fare musica. L’attenzione poi si è spostata su altro e mi son concentrato appunto molto su Twitch, ma anche in quello c’è stata sempre la contaminazione tra format e piccoli freestyle. Dai miei provini è uscita “Cagami Cagna” che ho fatto tutto completamente da solo, l’ho fatta ascoltare a Mike, siamo andati in studio per cazzeggiare e da lì è nata “Ti odio”. Poi un pezzo tira l’altro ed è diventato un album.

L’essere anche uno Streamer ti porta avere un contatto diretto con il pubblico a differenza di molti artisti che per certi versi preferiscono non mostrarsi molto. Per te è positivo o negativo il fatto che i tuoi fan possano conoscere anche qualche lato della tua vita privata?

Io tutt’ora ho tanta paura e prima ne avevo molta di più. È bello alla fine vedere l’artista ed immaginarti la sua vita. Perché alla fine vedi l’artista, il suo suono, i videoclip o quello che vuole farti vedere, e ti immagini quest’entità come un dio irraggiungibile e a me piacerebbe avere questa cosa, perché è figa e stilosa. Poi ho iniziato a capire che le due cose possono andare a braccetto. Sia le streaming, quindi l’esposizione e l’amicizia col pubblico, sia la musica. Questo l’ho notato tanto nei live. Appena salito sul palco del primo concerto che abbiamo fatto a Milano mi stavo cacando sotto e avevo super ansia, però non ansia sulla performance, più quella di come avrebbe reagito il pubblico. Una volta salito ho visto che tutti hanno iniziato ad urlare come dei pazzi e tra un intermezzo e l’altro sparavo un paio di cazzate, parlavo con il pubblico e tutti si divertivano. Poi appena iniziava la canzone tutti cantavano. E ho capito che è un potenziale da sfruttare in realtà, più che una cosa da nascondere.

È stata la prima esperienza per te su un palco da musicista. In che modo hai affrontato questa nuova esperienza?

La mia paura era quella del “chissà come reagiscono”. Non sapevo se avrebbero cantato, l’ansia che avrei avuto sul palco, e invece hanno cantato tutti in tutte le date. È stato super bello.

Il palco in tour lo hai condiviso con un amico, Diego Naska. L’avere accanto una persona molto legata a te ha aiutato ad affrontare questa sfida?

All’inizio volevo far da solo perché volevo immergermi completamente nell’esperienza. Poi ho pensato al perché non condividere tutto questo con Diego e abbiamo pensato al farlo insieme. Più che un aiuto è stata un’esperienza che andava fatta in due. Lo show in sé in due è un’altra cosa.

Sei stato anche confermato sul palco dei MI AMI Festival, e lì potresti confrontarti con un pubblico nuovo. Cosa provi nel sapere che magari ci sarà qualcuno che ti ascolterà per la prima volta?

Sono super gasato anche perché sono sempre affiancato da Diego. Quindi sicuramente non sarò solo sul palco e vedermi davanti tantissime persone sarà un’altra prova. Non sarà più un “Ho paura di come reagiranno ma sono qui per me”, sarà più un “Ho paura di come reagiranno e qualcuno non mi conosce”. Per questo stiamo lavorando ad uno show sul palco e la forza sta anche in quello. Uno spettacolo che non è solo musica.

Senza troppi spoiler, stai già lavorando a nuova musica o altri concerti?

Io sono un figlio di puttana [ride, NDR], quindi non riesco a fare una cosa per troppo tempo e già mi sono anche stancato di fare le mie canzoni. Sta di fatto che in concerto canto anche canzoni di qualcun altro, come Califano, Tiziano Ferro, Nino D’Angelo, perché a me piace fare cose diverse. E per questo voglio portare un live diverso, cercare di fare cose diverse oltre le canzoni. Perché mi gasa e vorrei sfogare la mia creatività dal vivo. A livello di canzoni invece stiamo già lavorando a nuova musica.