New Indie Italia Music Week #110

New Indie Italia Music Week ti porta alla scoperta dei migliori brani “Indie Italia” della settimana attraverso le recensioni del team della redazione di Indie Italia Magazine.

Hai già trovato il suono della tua estate? Potresti trovarlo nel 110° numero di #NIIMW!

Amore e Rivoluzione

Tornano dopo due anni con un nuovo album, con più collaborazioni rispetto a quello a cui la band torinese ci aveva abituati. Ci avevano già commosso con la loro canzone che anticipava l’album,  “Terra” e tutto il disco riesce a seguire quella direzioni. Tra brani ironici come “Quarta rivoluzione industriale” e quelli più tristi come “In cima”, in cui vediamo anche la presenza di Francesca Michelin, riflettono sulla nostra società, sul loro immobilismo pratico davanti alle grandi sfide che il mondo ci sta ponendo di fronte.

Penna semplice ma chiara e diretta come sempre, volta allo scopo di far passare la loro voglia di rivoluzione in modo tale che colpisca senza lasciare alcun dubbio su di essa. E cosa c’è di più rivoluzionario dell’amore? E soprattutto quanto è importante sovvertire il racconto di terrore trasformando la paura per i disastri ambientali in amore per la Terra in modo tale da attivarsi sul serio per il cambiamento? Insomma l’informazione e il come si fa è molto importante, e ce lo spiegano bene in “Giornalaio”.

Molto presente in questo album è anche la riflessione sulla società delle performance che ci vuole sempre attivi e produttivi, consumatori veloci e instancabili, senza lasciarci il tempo di decidere con tranquillità cosa sia giusto per noi, facendoci perdere la libertà di pensare, di decidere, di avere idee discostate dagli altri e anche solo di nutrire dubbi su sé stessi. Interessante che venga anche affrontato il tema della provincia in un pezzo,  non affrontata mai dalla band.

Di particolare bellezza è ‘’Filastrocca per bambini’’ che ha visto il coinvolgimento di alcune voci bianche e riflette sul come siamo portati a crescere in fretta ma nessuno si preoccupa a darci il giusto libretto delle istruzioni, per cui ci troviamo spinti a fare qualcosa senza spiegarci il come.

Insomma, un invito a fermarci e a riflettere un po’ di più.

’’vi sentite da anni rodati ma Rodari ogni tanto lo rileggete?’’

(Bianca Cela)

Eugenio in Via di Gioia: 9

 

Belvedere (Album)

Aspettavamo con innegabile impazienza il nuovo album di Galeffi, preannunciato dall’uscita di alcuni piacevolissimi brani quali “Divano Nostalgia”, “Due Girasoli” e “Appassire”.

In “Belvedere” (titolo, appunto, del nuovo album) ritroviamo sicuramente il Galeffi che conosciamo, con il suo atteggiamento leggero e ingenuo al pari di un bambino, ma in grado di toccarti negli angoli più profondi dell’anima. È indubbio però il percorso di crescita che questo giovane artista ha realizzato in questi due anni dall’uscita dell’ultimo album, un percorso che sta dando i suoi ottimi frutti e che gli auguriamo continui in maniera sì fertile.

(Eva Ceccarelli)

Galeffi: 9

 

COSA CI RESTA

Un viaggio psichedelico tra distacco e diffidenza, un’impotente dichiarazione di lontananza a seguito di una ferita, come quella che vediamo sulla fronte di Erin (Dario Lombardi) nel frame del singolo.

Il collettivo bnkr44 si chiede “COSA CI RESTA” dopo tutto questo e lo fa alla maniera che ormai bene conosciamo, con un grido distorto in un crescendo che sfocia in un ritornello che sembra quasi avere la pretesa di un tormentone. Un’altra interessante anticipazione del repack annunciato per il 27 maggio che non vediamo l’ora di ascoltare!

(Eva Ceccarelli)

bnkr44: 8

 

Dopo la notte

WELCOME TO DJSTIVO, uno pseudo-remix di Sail di AWOLNATION, è letteralmente il benvenuto dei DJSTIVO con il loro nuovo lavoro intitolato “Dopo la notte”.

L’ecletticità e lo sperimentalismo sono le caratteristiche principali di questo album, 10 brani che abbracciano influenze più varie, dal melodico al rap, dalla trap al rock, il tutto proposto in un cospicuo quadro elettronico. I DJSTIVO hanno dato vita a un mondo alternativo fatto di verde e abitanti di pasta modellabile, invitante per i colori vivi e per i numerosi dettagli che brano dopo brano impariamo a conoscere: un progetto di una certa ingegnosità.

(Eva Ceccarelli)

DJSTIVO: 8,5

 

Fuliggine

“Come una storia sbagliata, come quel finto domani”
Un sentimento che inizia con l’oppressione data da un amore tormentato per poi raggiungere la liberazione da tutto il veleno e le spine per ricominciare da zero, raggiungendo un nuovo domani. Samuele Proto con la sua “Fuliggine” ci descrive un momento di connessione profonda tra due persone che sono state tutto l’uno per l’altra ma che ora sono diventate particelle di fuliggine derivanti da un amore che ha preso fuoco.

Un brano catartico quello del cantautore fiorentino che cerca di liberarsi dalle catene invisibili di un sentimento troppo grande per essere raccontato, ma che attraverso la voce di Samuele ed il sound di una ballad rock riusciamo a percepire dentro di noi, e alla fine del brano ci sentiamo anche noi un po’ più liberi, pronti per iniziare di nuovo in un mondo finalmente a colori.

(Margherita Ciandrini)

Samuele Proto: 9

 

Knock Out

“Knock Out” è il nuovo brano di BigMama in collaborazione con Camilla Magli che irrompe sulla scena urban italiana grazie all’unione di due vocalità chiaramente diverse, che si amalgamano alla perfezione: la voce soave di Camilla Magli si incastra perfettamente con le barre energiche e a cariche di intenzione di BigMama.

Il messaggio è chiaro: nessuno può metterci all’angolo, preparatevi al vostro knock out piuttosto. Un brano che motiva l’ascoltatore stimolandolo a reagire e a non arrendersi alle curve della vita.

(Salvatore Giannavola)

BigMama, Camilla Magli: 7,5

 

La morte del pop

Un brano squisitamente pop quello di The Leading Guy, che anticipa il suo nuovo progetto discografico: “La morte del pop” è un brano ironico e divertente, che attraverso la bravura del cantautore bellunese ci presenta situazioni che ci fanno sorridere e riflettere “passa di qua e dimmi ancora se hai tempo per qualcosa di importante”.

The leading guy si racconta e ci permette di conoscere meglio lui che “canta le vite degli altri e poi non ha niente da dirti”. Ci lasciamo trascinare dal ritmo coinvolgente del brano, scritto per “Notti in bianco, baci a colazione”, il nuovo film di Francesco Mandelli, e non possiamo fare a meno di cantare con lui “ritornerà, chi mi ha lasciato sotto un treno” ma sicuramente non ci troverà.

(Margherita Ciandrini)

The Leading Guy: 8,5

 

Nessuno

“A dire le cose giuste non sono il migliore, ma le cose chе ho detto le ho dettе col cuore”
Samurai Jay, con la produzione di DANI, in “Nessuno” cambia wave ed entra dentro una dimensione punk-rock che ci piace particolarmente e mentre il rapper campano arriva all’apice urlando tutto quello che sente dentro per liberare il cuore dai pensieri, anche noi ci sfoghiamo insieme a lui e chiediamo a noi stessi cosa c’è che non va, lo chiediamo allo specchio perchè non possiamo domandarlo alla persona che vorremmo sentire e che non vediamo da un po’.

Il tempo si è messo in mezzo e le incomprensioni hanno ingigantito tutti i dubbi che ci attraversano, non possiamo fare finta di star bene e portarci dentro tutti i nostri pensieri ossessivi, ma siamo sempre stati troppo bravi a sotterrare il dolore per non farlo vedere. Diventare da “persona importante” a “nessuno” è uno dei dolori che durano di più nel tempo, ma prima o poi impareremo a lasciare andare le persone.

(Margherita Ciandrini)

Samurai Jay, DANI: 9

 

Lui, Lei

Joe Elle torna sulla scena musicale con un brano più che attuale nella tematica e nello stile (dai toni funky) dal titolo “Lui, lei”.

Il tema dell’identità di genere, sappiamo bene non essere più un tabù: non è importante definirsi lui o lei se dietro c’è un cuore che ama, un’anima che arde, un cervello che pensa. “Ehi sono solo fatti miei chi sono e chi vorrei” recita, infatti, il ritornello del brano a ribadire il concetto che non è il genere a fare l’uomo o la donna.

Guardarsi allo specchio e riconoscere la nostra essenza deve prescindere ogni altra cosa: “tu sei la libertà”.

(Alessandra Ferrara)

Joe Elle: 9

 

Sparring Partner

 

No, non è la “Sparring Partner” di Paolo Conte. Il dandy degli anni ‘20 del nuovo millennio, Tatum Rush, ha scelto questo titolo magico per tornare a farci divertire e sognare un po’ di opulenza con il suo ultimo singolo. 

La sua “Sparring Partner” è l’equivalente di un cocktail musicale in cui Tatum fonde come vuole frammenti di cinema, calici di Chardonnay e un ritmo sincopato che obbliga a ballare. 

Per narrare la sua storia d’amore da screwball comedy, la reincarnazione di Alan Sorrenti scomoda i personaggi più svariati, da Frank Sinatra a Carla Bruni a Werner Herzog, e li porta nel suo universo colorato, facendone un ritratto alla Marilyn di Warhol. Forse è così, Tatum Rush non fa pop, ma pop-art sonora. Il mondo è pronto per il suo nuovo album in arrivo?

(Vernante Pallotti) 

Tatum Rush: 7,5

 

Riviera Rivoli

“Riviera Rivoli” è una zona d’ombra dove ripararsi durante una calda giornata estiva trascorsa in spiaggia. Un pezzo che potremmo definire quasi timido, controcorrente in un mondo dove molto spesso si cerca di alzare la voce per esprimere il proprio pensiero.

“Tu sei diverso da me” e io ti accetto così come sei sembra ricordarci clauscalmo, in una maniera intima che concilia l’ascoltare a stoppare i suoi pensieri confusi e rilassarsi tra le onde di questo brano.

Una piacevole ventata d’aria fresca utile per lasciar respirare un cuore che ha paura di venir soffocato da un vecchio amore mai digerito. Una gioia subliminale con cui curare le ferite nate dall’incomprensione e da tutte quelle cose mai dette.

(Nicolò Granone)

clauscalmo: 8,5

Oggi se ne va

Il sentirsi soli quando un rapporto in cui credevamo, in cui abbiamo speso energie e sentimenti è una sensazioni che spalmiamo in ogni nostra azione.

Con il suo nuovo singolo dal titolo “Oggi se ne va” Novelo descrive come la fine e l’inizio di un giorno sembrano essere tutti uguali in una simile situazione: “io non ci credo qui non ci sei più”.

Forse un buon modo per schiacciare i brutti pensieri è stare “n macchina col volume alto”.

(Alessandra Ferrara)

Novelo: 7

 

Dall’inizio alla Fine

“Provare a guardarsi dentro”, dice Blumosso nel suo nuovo singolo “Dall’inizio alla fine”. Un brano questo che, come è tipico del cantautore, ci mostra ancora un’altra faccia di Blumosso che pur restando sempre fedele a se stesso riesce ogni volta a cambiare a modificarsi, come se ci fosse ad ogni brano un rigenerarsi.

In “Dall’inizio alla fine” c’è la storia di due amanti che attraverso l’amore reciproco sono riusciti a guardarsi dentro e a riscoprirsi sempre nuovi e mai uguali.

(Ilaria Rapa)

Blumosso: 8

 

Storytelling (Capitoli Sad) (Album)

Con il termine Storytelling si intende l’arte del narrare una storia. sonomole prende spunto da questa tecnica per fare un esperimento, cioè scrivere un disco come se fosse un libro, dove ogni canzone  simboleggia un capitolo.

In questa prima parte “Sad” viene raccontata la fine di una relazione, con tutte le scorie che rimangono addosso anche se si vola tra “Palau” o si balla un “Ultimo tango a Paris”.

Anche l’amore più bello rischia di finire “Come una storia qualunque”,  lasciando due cuori con in mano il “Nulla”.

sonomole consiglia di leggere con le orecchie queste canzoni  riproducendole seguendo l’ordine cronologico, dall’inizio alla fine, in modo da assaporare ogni momento della relazione, condividendone con il protagonista tutta la malinconia.

(Nicolò Granone)

sonomole: 8

 

Clichè (Album)

Pazzo pazzo Ziliani, con il suo nuovo album “Clichè”, che di pregiudizi invece proprio non ne ha. Venature funky si mescolano alla dance anni Settanta, per poi passare attraverso del sano pop del nuovo millennio. “Clichè” è un disco che prima di tutto ci fa sicuramente ballare, e anzi è proprio attraverso la danza che Ziliani prova a ricordarci di muovere il corpo per scrollarci di dosso tutti quei pensieri banali e socialmente condizionati che non ci fanno essere spensierati.

(Ilaria Rapa)

 Ziliani: 8

 

Da solo

“Da solo” è un flusso di coscienza nato dalla fine di una relazione nel quale si mischiano i dolci ricordi per quello che si è condiviso insieme con la malinconia che certe emozioni non si proveranno più.

Lele accetta, anche con una certa maturità, la rottura di questo rapporto, raccontando la voglia di rialzarsi, scrollandosi di dosso quel senso di solitudine.

Un brano sincero che si candida a diventare la colonna sonora per tutti gli adolescenti che scoprono la tristezza della fine di un breve amore estivo.

(Nicolò Granone)

Lele: 7

 

Nello spazio che resta (Album)

Anticipato dai singoli Notturno, Fiato Corto e Ladro, la giovane ventunenne Irene Ciol esce con il suo primo album prodotto tra l’altro dal duo B-CROMA. Lo spazio che resta è il suo unico posto sicuro, la musica, che permette di rifugiare la propria vulnerabilità ‘’scusa se sono fragile, come se fosse facile, nel mio presente instabile’’.

La consapevolezza della giovane età e di tutte le difficoltà, incertezze e cambiamenti che si porta è infatti ben presente nella testa dell’autrice: ‘’Ed ho iniziato ad amare le cose che mi facevano paura anche se forse è normale’’. Una miscela di pensieri, ricordi e riflessioni sui vent’anni, che chi si trova in quella fase non potrà far altro che rivedersi, chi invece l’ha già superata potrà invece fare un bel  tuffo nel passato.

Altro tema presente nell’EP è la provincia che inizia a star stretta a chi ha sogni troppo grandi per quel contenitore, che purtroppo fatica a renderli possibili: ‘’questo mondo mi fa il fiato corto, e mi sento rarefatta, come l’aria in una serra, e a volte ci penso e poi mi pento’’. 

Il sound leggero, dolce ma contornato da  un velo di nostalgia  allo stesso tempo ci accompagna per tutta la durata del disco, rimanendo fedele a sé stesso e tracciando così  un percorso ben delineato e preciso. Consigliato da ascoltare in un viaggio di ritorno in treno, lasciandosi travolgere dalle sensazioni che questa piccola perla vi può lasciare.

(Bianca Cela)

Ceneri: 8,5

 

Orbo

 

I Le Lucertole sono una band giovane, e in quanto tale rappresentano un po’ la voce di una generazione. Una generazione con mille dubbi, paure e alla continua ricerca di un posto per stare al mondo.

“Orbo” è un brano che mette insieme alcune di quelle paure, le affronta e alla fine cerca di darsi delle risposte.

Attraverso l’incontro tra un anziano e la morte, veniamo catapultati all’interno di una narrazione che ha come obbiettivo quello di farci ragionare sullo scopo della vita stessa.

Tra i rimpianti e le conquiste si cerca di dare un senso al tempo che abbiamo impiegato in questo mondo. Per capire se realmente si è vissuti o più semplicemente si è morti.

(Filippo Micalizzi)

I Le Lucertole: 7

 

Entropia Padrepio (Album)

Come spiegare i Post Nebbia? Forse il modo più adatto per descriverli è attraverso il titolo che hanno scelto per quest’ultimo disco. Un disordine tale da raggiungere un proprio equilibrio e una creativa che riesce a trascendere e diventare qualcosa di completamente nuovo e lontano dal concetto di terreno.

“Entropia Padrepio” è un punto altissimo per la musica italiana. La band ci pone davanti un conflitto tra il materiale e il divino, attraverso suoni oscuri che si distorcono ma che al tempo stesso risultano epici. 

L’ambiente sonoro è di vitale importanza, ogni brano ha una propria narrazione e un proprio stile, tanto che risulta difficile anche contare tutte le varie contaminazioni. Il disco si muove tra il terreno e il divino, prendendo a cuore temi come la morte, il sacrificio, l’esistenza stessa, utilizzando una religiosa sacralità come punto di partenza.

(Filippo Micalizzi)

Post Nebbia: 9

 

Acquadolce (Album)

Anche se nessuno ha mai visto Memento, Mr Rain e Fred di scooby doo nella stessa stanza, fortunatamente per il primo il suo modo di fare musica lo differenzia da questa incredibile somiglianza fisica. E’ fuori il suo secondo progetto (ma primo disco), che vede la collaborazione di diversi artisti, tra cui gli Eugenio in via di gioia, Guido Cagiva e Brividee. Il giovane cantante, anno 2002 che conferisce il titolo anche ad una delle tracce, ci aveva già stupito con il suo Universo Primavera un mese fa e torna con quello che lui definisce il suo primo amore, il suo primo viaggio. 

Il brano da cui prende il nome il disco è in realtà intonato da una voce soave femminile, che, volente o dolente, ricorda un po’ alcuni canti della parrocchia (‘’Acqua di vita sei’’ ma non è un male ciò).

 Tema ricorrente, suggerito anche dalla copertina, è la natura, che pervade ogni canzone. Ascoltandolo sembra di trovarsi in un locus amoenus, dove diverse sensazioni, dall’amore carnale alla voglia di pace e di intimità, possono amplificarsi liberamente, senza avere distrazioni o subire giudizi. Forse proprio per questo motivo vi diciamo di mettere le scarpe, andare in un bosco e schiacciare play su questo disco qui.

(Bianca Cela)

Memento: 8,5

 

Swarovski (Album)

“Swarovski” non è solo un album scintillante e psichedelico, ma è anche sexy e pericoloso. Francesco De Leo estremizza la vena elettronica e la voce si fa un sussurro forte quel che basta da farti cadere in tentazione. Chiare sono le influenze anni ’80/’90 sia nei suoni che nel cantato, il suo e quello dei numerosi talenti che lo accompagnano, tanto che a tratti mi ha ricordato la Rettore in “Splendido Splendente”.

Questi modelli vengono però ripresi e ricostruiti creando un disco che prima non c’era e di cui forse avevamo bisogno. Non solo perché è un progetto di indubbio alto livello, ma anche perché, viaggiando sulla linea di ciò che si può e non si può dire in musica, in un ambiente fumoso da, com’è stato più volte definito, “soft porno”, in cui tutto è ciò che è ma potrebbe essere anche il suo contrario, fa sentire liberi, disinibiti, brillanti. 

(Benedetta Fedel)

Francesco De Leo: 9

 

AURORA

“Aurora”, in featuring con Sethu e Jiz, è la traccia numero sette nel nuovo album di Don Said, “Pain Party”: questo brano si inserisce perfettamente nell’idea di “festa del dolore” che suggerisce il titolo del disco. Un rap cupo, introspettivo, molto basato sulle voci e su ciò che si ha da dire. Un pezzo fatto di domande a cui non si trova una risposta e in cui il particolare (lei) fa partire una serie di problematiche più generiche. È tutto un gioco di zoom avanti e indietro, che dà la sensazione di essere in un vicolo cieco. Così la voce di Sethu ipotizza degli scenari, delle soluzioni-non soluzioni, che se però si potessero prendere, le prenderebbe.

“E se avessi le ali per volare via, salirei anche se mi portassero giù
Se per ogni pastiglia un taglio andasse via, riderei senza pensarci
E se le lacrime potessi berle via, lo farei fino a che non le restano più
Se per essere ok bastasse una bugia, la direi senza pensarci”

(Benedetta Fedel)

Don Said, Sethu, Jiz: 7

 

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