New Indie Italia Music Week #111

“I’ve told myself so many times before
But this time I think I mean it for sure
We have reached a full stop
Nothing’s going to save us from the big drop
I don’t want to play anymore
What can I say?
I’m heading for the door
I can’t stand this emotional violence” (Leave in silence – Depeche Mode)

Quante volte ci siamo ritrovati a dover fronteggiare relazioni, rapporti umani  destinati a condurci per mano verso sabbie mobili emotive, situazioni di stallo senza evoluzioni?

A volte è meglio lasciare spazio al silenzio per eliminare il rumore di sottofondo che ci opprime e soprattutto per riuscire a ritrovare il piacere di rimettersi in gioco. Il silenzio non è assenza di rumore, è il suono dell’attesa prima della parata che ti porterà a rinascere.

Scopri le migliori nuove uscite della settimana, scelto e recensiti dalla redazione! Buon ascolto.

 

 

Giovani Wannabe

“Portami dove vuoi, basta sia lontano da me”
Siamo in viaggio con il nuovo brano dei Pinguini Tattici Nucleari “Giovani Wannabe” che ci porta verso il mare, metafora di tutti i nostri sogni e desideri che forse, con l’arrivo dell’estate, ci sembrano più vicini.

La voglia di ricominciare a muoversi, cantare, ballare, innamorarsi, questo è il sentimento che ci suscita “Giovani wannabe” che ci accompagnerà sicuramente lungo tutta la stagione estiva e ci farà scendere una lacrima durante l’inverno.

Più ci immergiamo dentro il testo, più apprezziamo la scrittura brillante ed ironica della band, e mentre cerchiamo di cogliere tutte le citazioni che solamente i giovani wannabe come noi possono riconoscere, preghiamo di essere trascinati via da noi stessi, da tutti i problemi e le preoccupazioni (“Dai scambiamoci tutti i guai!”) anche solo per i tre minuti della canzone.

(Margherita Ciandrini)

Pinguini Tattici Nucleari: 9

 

Cari Fottutissimi Amici (Album)

Contemplare la giovinezza con occhi adulti, consapevoli della distanza generazionale e anche con una giusta dose di critica: nel nuovo album degli Zen Circus troviamo proprio questo tipo di viaggio, un susseguirsi di immagini variopinte che si svolgono in questo senso.

Il titolo, “Cari Fottutissimi Amici”, non è affatto casuale. Gli Zen Circus, infatti, si sono fatti affiancare in questo lavoro da una serie di amici ed ogni brano è un featuring che va dai già noti Claudio Santamaria e Motta, fino ai Management, ai Fask, Brunori Sas, un’immensa Emma Nolde, ma anche Ditonellapiaga, Speranza e Luca Carboni. Letteralmente un lavoro di squadra che ha dato vita a un album di cui difficilmente ci stancheremo.

(Eva Ceccarelli)

The Zen Circus: 9

 

Club Topperia (Album)

Un luogo mistico, fatto di luci stroboscopiche, lustrini e boa dai colori sgargianti. Stiamo parlando dell’utopico “Club Topperia” di M¥SS KETA, il nuovo album che potremmo definire come transtemporale e transpaziale. L’oltre e lo spingersi oltre è sicuramente la chiave per godere a pieno un disco che riprende, alla maniera di M¥SS KETA, l’anima della disco music attraverso i decenni.

Abbiamo la Milano da bere degli anni Ottanta, il Piper degli anni Sessanta, la riviera romagnola e Ibiza degli anni duemila. E come in ogni Club che si rispetti in quello “Topperia”, non potevano mancare innumerevoli ospiti dal rapper Guè alla giovane cmqmartina, passando per i lisergici Post Nebbia fino alla soubrette Francesca Cipriani. Insomma, un club in cui è proibito mancare!

(Ilaria Rapa)

M¥SS KETA: 8,5

 

Farfalle 

Se ora Michele non c’è più, resta però la sua musica. A quasi un anno dalla tragica scomparsa la famiglia ha deciso di rilasciare per ricordarlo l’inedito “Farfalle”, registrato in questo periodo, un anno fa. 

Questo pezzo è quasi una richiesta d’aiuto, un urlo, che mette in risalto l’estrema bravura che Michele aveva con le parole. Una canzone che colpisce e convince tutti per la grande forza espressiva e per il profondo significato del testo che racconta le mille sfaccettature dell’anima di Michele, un sognatore arrabbiato, insomma, un Romantico Ribelle.

(Sara Pederzoli)

Michele Merlo: 9

 

di stanze caotiche (EP)

Con il suo nuovo EP dal titolo “Il senso di questo caos”, Cecilia ci regala un viaggio attraverso il nostro “caos” interiore nel quale spesso non riusciamo o non vogliamo definire un ordine.

La sua calda voce delinea un percorso di risalita attraverso i 3 brani che compongono l’EP: in “di stanze caotiche” esprime quel senso di smarrimento in cui non si ci riconosce nemmeno in se stessi. Subito dopo con “fumo e sassi” emerge la necessità di uscire fuori da quel vortice che ci opprime e di riprendere in mano la propria esistenza. Per concludere, poi, con ” lacrime di piombo da tenere con le mani” in cui l’agire prende il sopravvento su tutto: “sopra un tram la pioggia cade, forse anche io ma ho due gambe. Corro forte per non perdermi più”.

(Alessandra Ferrara)

Cecilia: 8

 

“Perdo tempo”

Assurdité, con “Perdo tempo”, ci descrive una delle situazioni più comuni ed allo stesso tempo complicate: le tempistiche sbagliate di un amore che probabilmente non vedrà mai la luce (e forse è meglio così). A volte quando siamo in quello stato di attesa, dove analizziamo ogni comportamento di quella persona che ci confonde così tanto, stiamo già prendendo una decisione dentro di noi: non possiamo aspettare per sempre.

Eppure i sorrisi e gli sguardi rubati sono proprio quelli che ci fanno continuare a “cadere” in questa trappola che abbiamo costruito con le nostre mani e da cui non riusciamo proprio ad uscire, perché ci vuole coraggio a cambiare le cose, e, a volte, la paura è proprio ciò che ci blocca dall’essere felici. Il sound spensierato ed allegro del brano di Assurdité ci porta alla realizzazione che esiste solo una soluzione possibile: “noi, meglio soli che noi” e dobbiamo solamente smettere di perdere tempo a cercarci.

(Margherita Ciandrini)

Assurdité: 8,5

 

Giovani mai 

“In discoteca non ci volevo andare, volevo solo innamorarmi di te”
Mobrici ci fa cantare sul sound spensierato di “Giovani mai”, in cui sostiene di non essere mai stato giovane, ma cosa vuol dire veramente, essere giovani?

La giovinezza è quel periodo della vita in cui siamo convinti di essere invincibili, in cui possiamo sbagliare e sbagliare di nuovo, possiamo innamorarci di una persona o di un ideale, ma spesso passa troppo in fretta e ci ritroviamo ad un certo punto della nostra vita a guardarci indietro e a realizzare che forse potevamo fare di più, dare di più e provare tutto, per non avere rimpianti.

Ma nessuno sa cosa ci riserva la vita e mentre saltiamo a ritmo, un po’ ci si stringe il cuore al pensiero che quegli anni non torneranno più, ma forse se avessimo una seconda possibilità, rifaremmo tutto uguale, perché sono proprio quelle esperienze che ci hanno reso le persone che siamo ora.

(Margherita Ciandrini)

Mobrici: 9

 

Delicatoni (Album)

Quant’è bello stupirsi perdendosi nei meandri di New Music Friday? L’incontro artistico con la band Delicatoni è la testimonianza del fatto che in Italia ci sono ancora giovani artisti che sono disposti a correre il rischio di sperimentare e di proporsi al pubblico senza scendere a compromessi. Delicatoni è una band che affonda le proprie radici nel jazz, nell’elettronica, nel soul, e nello psych-pop: generi che nello scenario musicale di oggi non possono essere annoverati di certo nell’area del mainstream.

Il loro nuovo album che ha come titolo il nome della band, è uno statement artistico attraverso cui la band vicentina ha creato un non luogo musicale che non è ancora tracciato sulle mappe ma che una volta scoperto dagli ascoltatori, potrebbe diventare una tappa obbligata per gli amanti della musica italiana di qualità. Alcuni brani ricordano le sonorità delle prime produzioni di Venerus e questo non può essere che un punto a favore il collettivo veneto.

Perdersi nel mondo di “Delicatoni” è d’obbligo: un coacervo di basi strumentali e di sperimentazioni sonore da scoprire e da respirare a pieni polmoni.

(Salvatore Giannavola)

Delicatoni: 8

Va dove ti esplode il cuore

“Ci siamo incontrati dove la strada ricomincia ci siamo capiti sarà che siamo cresciuti nella stessa provincia”

“Va dove ti esplode il cuore” racconta la storia d’amore non tra due persone, (ho conosciuto una ragazza che si chiama, non mi ricordo, aveva un nome corto), ma tra due anime cresciute nella stessa zona, dentro piccoli paesini dove c’erano sempre le stesse facce e non succedeva mai nulla d’interessante. Per provare a vivere era normale ascoltare cassette provenienti dall’Inghilterra o chiudersi in piccole sale prove, con la scusa di  sfogare amore e frustrazione.

Crescendo capita poi di non aver più tempo per inseguire le proprie passioni, con i sogni che diventano sempre più sporchi e stropicciati.

Vasco Brondi però ci esorta ad amare la vita vivendo con una lucida follia, perché comunque ” un giorno ci toccherà morire, ma tutti gli altri no”

(Nicolò Granone)

Vasco Brondi: 9

Volevo Portarti Al Mare

Il mare è oggetto di libertà, un luogo in cui tutto non è o bianco o nero, ma assume un unico colore cancellando ogni forma di scelta a cui siamo sottoposti. Ecco che con il suo nuovo singolo dal titolo “Volevo Portarti Al Mare”, Kaze definisce proprio questa immagine, rimarcata anche dalla dualità espressa dall’art-work del pezzo stesso.

“Non lo guardo lo specchio riflette gli errori a tempo e poi quando mi perdo vorrei un punto fermo”.

(Alessandra Ferrara)

Kaze: 8

 

OH NO 

Gli appassionati delle atmosfere post rock, hardcore e punk non potranno che trovare pane per i loro denti nel nuovo singolo di GIUMO e Tanca, esponenti di punta del Klen Sheet.

L’immagine scelta per la copertina del brano, chiara reinterpretazione dell’Urlo di Munch ma raffigurante in questo caso un bambino, è un’efficace trasposizione visiva di ciò che i due artisti hanno messo in musica: un grido congiunto e frustrato di fronte all’inettitudine quasi intollerabile e rispetto alla quale GIUMO e Tanca sembrano a tratti voler scappare, a tratti solo constatare.

(Eva Ceccarelli)

GIUMO, Tanca: 8

 

30° ALL’OMBRA

Quando stavamo insieme amavo l’estate, nonostante i 30 ° all’ombra amavo stare stretto tra le tue braccia ma adesso nonostante fuori splende il sole io ho il cuore ghiacciato e provo freddo.

piazzabologna con un brano dalla durata e dalla struttura di una nota vocale, esprime il suo essere sad, soffocando dentro rimpianti e rimorsi, senza accettare il fatto che la persona amata, probabilmente starà vivendo una nuova stagione amorosa.

(Nicolò Granone)

piazzabologna: 7

Blu

Un altro giorno blu che mi tira giù

Con la leggerezza e la spensieratezza tipiche della branca più allegra dell’indie italiano gli Antartica hanno deciso di proporci delle sensazioni ben diverse da quanto ci aspetterebbe.

Il colore “blu”, che dà il titolo al brano, infatti definisce un mood triste, discostato e solitario che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, si sposa benissimo con la cornice ilare e giocosa. Che sia questa la strada che gli Antartica hanno deciso di percorrere nel loro primo EP prossimamente in uscita? Nell’attesa il consiglio è quello di rallegrarsi assieme a questa neonata band di cui sicuramente continueremo a sentire parlare.

(Eva Ceccarelli)

Antartica: 8

 

ACQUA (feat. BLUEM & Quentin40)

La voce di BLUEM che si mescola perfettamente con quella dei Fuera, con le loro sonorità d’atmosfera e rimescolate all’interno di uno scenario dalle tinte pop, e tanta voglia di evadere dalla quotidianità.

Un viaggio nell’anima degli artisti, che sono sospesi in aria tra le sfumature di mille colori. Un viaggio in cui la persona amata è fondamentale, come fondamentale è l’acqua stessa.

(Sara Pederzoli)

Fuera, BLUEM, Quentin40: 7

 

Buongiorno (per tutto il giorno)

“Buongiorno.. e caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buona sera e buona notte”.

Con questa frase il protagonista del film “Truman Show” era solito salutare i suoi vicini, sorridendo con ottimismo.

Fusaro scrive questo disco ribadendo quel modo di fare, cercando di risolvere anche le situazioni più complicate con positività e fiducia non solo in se stesso, ma anche nelle scelte degli altri e nella “Fortuna” elemento che condiziona inevitabilmente le nostre vite.

Ascoltando queste canzoni si partecipa ad una preghiera laica, dove ognuno di noi  è invitato a liberarsi delle proprie paure per respirare “Aria nuova” e godersi il profumo della pioggia quando la tempesta ormai è passata.

Il futuro sarà migliore se impariamo a proteggere i giorni migliori, accettando  con cuore e coscienza, di attraversare anche dei periodi no.

(Nicolò Granone)

Fusaro: 8,5

 

Overture (Album)

Quante volte abbiamo ripetuto a noi stessi che le persone non cambiano? Quante, invece ci siamo davvero resi conto che anche noi facciamo fatica a cambiare, ad adattarci alla novità? Fabiola, nel suo nuovo album dal titolo “Overture” riflette su questa tematica aggiungendo una sfumatura romantica.

Anche una relazione che sconvolge “tutti i piani”, che non ci aspettavamo, può regalarci momenti non felici. Questa tipologia di rapporti è quella che fa più male, da cui rialzarsi è un percorso lento, insidioso sul quale concertiamo quasi tutta la nostra energia: “mi ero trovata in fondo ad un vicolo cieco”.

Siamo davvero disposti a pagare un prezzo così alto? “Quello che sei lo scoprirai per strada solo camminando”

(Alessandra Ferrara)

Fabiola: 7,5

 

Elefante /  Tutto Scorre

“E chi lo sa se l’elefante nella stanza sa di non essere un ospite gradito e chi lo sa se l’elefante nella stanza sa” Elefante

“Adesso che posso chiamare casa al tramonto che ho scoperto essere diverso ogni giorno” Tutto scorre

Il Giardiniere di Serpenti è un progetto appartenente alla galassia Sxrrxwland ed è il primo brano pubblicato dall’etichetta Riel fondata da Osore e Tremila con l’obbiettivo non di andare lontano ma di avvicinare.

Questi due singoli rappresentano due mondi distinti che uniscono il so di non sapere al relativismo kantiano.

Cos’è quindi il cambiamento e come avviene? Il Giardiniere di Serpenti  con questo EP ci propone due risposte tanto diverse quanto simili.

(Nicolò Granone)

Il Giardiniere di Serpenti: 7,5

 

Oltre (Album)

Cos’è l’oltre? Da dove inizia e quali sono i suoi confini? A MACE questo interessa poco, ovvero il doversi necessariamente delineare, il doversi dare una forma; ci basterebbe solo essere, e come tali confondersi nel flusso degli eventi, in un continuo scorrere o in un “moto perpetuo” fin poi al raggiungere il nirvana, l’”estasi”, come la chiama il producer. “Oltre” è la colonna sonora del nostro io più profondo, è la voce rimasta taciuta nei due anni di lockdown e che adesso fuoriesce sottoforma di sperimentazioni elettroniche, di synth, di musica strumentale che basta a se stessa e non ha bisogno di voci o featuring esterni per esprimersi in un linguag

gio in cui tutti possiamo rivederci, proprio perché universale.

(Ilaria Rapa)

MACE: 9 

 

Onde

Le file al bar, i tormentoni da cantare a squarciagola, i bagni di mezzanotte, le spiagge affollate, le rosse in discoteca: l’estate è quella stagione dell’anno in cui si inscena il trionfo dei clichè.

Alcuni si trovano a proprio agio nel mare magnum delle tradizioni sociali estive non scritte, altri vorrebbero solo darsela a gambe levate, facendo sparire le proprie tracce con un tuffo al largo.
Margherita Vicario, con “Onde”, un brano dal ritmo catchy e danzereccio, si rivolge a tutti noi, Grinch dell’estate. Un inno per noi amanti della bella stagione ma non di certo dei vezzi mainstream che si consumano tra sabbia e code infinite sulla litoranea.
(Salvatore Giannavola)

Margherita Vicario: 7

 

La fuga

Torna la storia del rock italiano, dopo ben sei anni, con un nuovo inedito. Riconoscibili dal primo attacco, pur mantenendo quella tempra innovativa che li ha da sempre contraddistinti. Una fuga dalla nostra realtà, sempre più complessa e spaventosa, in cui alienamento umano, società corrotta e mancanza di pensiero individualistico regnano sovrani; ‘’Donandoci socialità inquinante, inquinata, tu non vai più dove vuoi e quasi più nulla decidi tu’’.

Il tutto visto con una prospettiva dall’alto di una montagna, l’unico modo per guardare con un certo distacco la realtà disastrosa in cui siamo immersi. La via d’uscita che l’autore è riuscito ad escogitare è appunto la fuga, in uno spazio-tempo non definito, al di là di tutto quello che concerne l’umanità: una dimensione primordiale in cui reinventare e rifare tutto quanto da capo.

‘’La fuga, l’oblio, la fine, l’uscita di scena, l’eclisse, il nulla cosmico.’’

Musicalmente troviamo un crescendo lento e leggero in tutto il brano, con un piano che quasi si pone in controtempo rispetto a tutto il resto

(Banca Cela)

Marlene Kuntz: 9

 

Lato A (Album)

“LATO A” è la prima parte del terzo disco dei LEGNO.

Dopo le recent indie hit: “Casa De Papel”, “Affogare”, “In Gin Di Vita”, “Instagrammare” tornano con un nuovo album che avrà un seguito “LATO B”, in estate.

Con i loro nuovi brani i Legno vogliono evocare le atmosfere di quegl’anni in cui ii dischi uscivano solo in vinile e la tracklist veniva divisa nei due lati del supporto. “Lato A” conterrà 4 singoli già pubblicati e 3 brani inediti legati dalla cifra stilistica dei Legno, che è quella di raccontare la realtà che li circonda attraverso esperienze personali o di altri. Questo nuovo lavoro contiene brani in cui si nota un lavoro di sperimentazione sui suoni e sulla produzione più ampio rispetto al disco precedente. Il filo conduttore è costituito dall’impronta indie pop che ha contraddistinto questo progetto artistico fin dalla sua nascita e che rappresenta il tratto distintivo dei Legno: Indie Italian Hit Makers.

Legno: 7

 

Oasi (Album)

Con il suo nuovo brano, la cantautrice alessandrina ci porta verso un’oasi, luogo dove rilassarsi ma anche dove rifugiarsi per stare un po’ in pace con sé stessi. L’Ep si compone di altri tre brani inediti  dopo l’uscita dei singoli ‘’Sottopelle’’ e ‘’XXL feat. Populous’’, e riesce comunque a condensare tutta l’ecletticità dell’artista. Se infatti l’album parte con delle sonorità più vicine alla New Age con ‘’Naufragio’’, veniamo trasportati in sonorità più elettroniche e sperimentali con ‘’Oasi’’, per finire in atmosfere più danzerecce con ‘’Samara’’ e ‘’XXL’’. Il filo rosso che racchiude il messaggio di questa nuova produzione è “Oasi”: sognante e morbida, assume una funzione lisergica nei confronti degli ascoltatori, trascinandoli in questo locus amoenus onirico creato da Elisa Massara.

(Bianca Cela)

Elasi: 8,5

 

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