PH: Gianmarco Zappalà

sonomole: “Storytelling Capitoli Sad, sfogliando pagine di un amore finito” | Intervista

Con il termine Storytelling si intende l’arte del narrare una storia. sonomole prende spunto da questa tecnica per fare un esperimento, cioè scrivere un disco come se fosse un libro, dove ogni canzone  simboleggia un capitolo.

In questa prima parte “Sad” viene raccontata la fine di una relazione, con tutte le scorie che rimangono addosso anche se si vola tra “Palau” o si balla un “Ultimo tango a Paris”.

Anche l’amore più bello rischia di finire “Come una storia qualunque”,  lasciando due cuori con in mano il “Nulla”.

sonomole consiglia di leggere con le orecchie queste canzoni  riproducendole seguendo l’ordine cronologico, dall’inizio alla fine, in modo da assaporare ogni momento della relazione, condividendone con il protagonista tutta la malinconia.

L’amore viene riletto come una sorta di romanzo collettivo dentro il quale è possibile non solo perdersi, ma anche ritrovarsi dentro vecchi ricordi e dolci emozioni e chissà, che in futuro, non ci sia la possibilità di vivere nuove storie con un finale migliori.

(Attenzione Spoiler nell’intervista!)

INTERVISTANDO sonomole

Dal primo all’ultimo brano come cambia il protagonista? Quanto è autobiografico questo disco?

Diciamo che ogni capitolo del progetto è, oltre la storia in sé, una fase di una qualsiasi storia d’amore. Se è vero che l’ep parte con “Doppio Whiskey”, che è la situazione di partenza di lui prima che inizi il romanzo, il racconto sulla storia, di fatto, parte da “Palau” che rappresenta l’inizio di tutto: il primo impatto, i primi momenti, la parte happy della storia insomma. Chiaramente, con “Come una storia qualunque” ed “Ultimo tango a Paris” abbiamo le altre due fasi, il dubbio e la fine della storia, quello che ci resta e lascia, i nonostante tutto ed i ricordi belli che alla fine ci devono comunque essere stati, abbiamo tutti in fondo una chiave nostalgica di questo tipo alla fine di una relazione, sarebbe inumano non averla. Capisci bene quindi che comprendere il cambiamento del protagonista è molto semplice, basta immedesimarsi. Se è vero che parte da una situazione da “rabbia e doppio whiskey”, alla fine con “Nulla” ritorna un po’ in quella fase, come se si chiudesse un cerchio. Doveva andare così, ed è finita per com’è iniziata.

Quanto sia autobiografico non si sa, chiunque fa musica prende spunto dalla realtà, altrimenti diventa difficile anche farla, c’è già un sacco di gente che parla di culi, tette e cannoni, il mercato è già molto saturo. E poi la bellezza dell’arte è l’arte in sé, a me vedendo “amore e psiche” non passa manco per la testa di andare pensare chi fossero quei due, se non per un millisecondo, è molto meglio godersi il momento e la bellezza dell’opera in sé.

(Diciamo che l’ho presa alla larga molto bene ed ho dato una risposta plausibile.) 

Hai citato “Ultimo tango a Parigi“ e “Radiofreccia”. Che rapporto hai con il cinema?

Un bel rapporto, mi piace molto ed anche se al momento non ho più gli stessi standard di visione di prima, perché il tempo libero è pochissimo, ho avuto la fase del cinefilo dove guardavo qualcosa come 10/15 film a settimana, dove andavo a cercare e vedere veramente di tutto. Considera che Il mio primo brano rilasciato con i produttori BXP si intitola “Rap-zapoppin” che si rifà ad “Hellzapoppin” che è una roba pazzissima degli anni 40, impostata negli anni 30 come una critica alla società moderna, l’industria e tutti i cambiamenti del tempo, e la figata è che è un totale caos. Non è una di quelle robe da mattone russo sul comunismo solo per fare “l’intenditore”, è figo. Se hai tempo, vedilo, anche perché c’è pure su YouTube.

“Palau” racchiude l’ingenuità dei primi momenti?

Si, ma ingenuità nel senso di totale libertà mentale del momento, è come andare a lavorare su di una tela bianca. Non ha nessuno schizzo accidentale, taglio, piega o colore errato. Io la vedo come il motivo per cui riusciamo a goderci bene i primi momenti, l’inizio di ogni cosa. Non hai nessuna informazione disturbante, non hai nessuna conoscenza ed è tutto solo di guadagnato. Esiste solamente il momento, le good vibes e nient’altro. 

Perché spesso anche la relazione migliore rischia di finire “Come una storia qualunque”?

Perché è la vita e se una cosa deve finire, finisce. Poi non non credo sia importante la fine, è fondamentale tenersi il buono che c’è stato, poi che finisca a “baci e bacetti” o “fan**** mer**” è relativo, tanto è comunque finita. E poi se c’è stato del buono, tolta l’incazzatura del momento, alla fine si pensa a mente e fredda ed i conti con noi stessi e quello che siamo stati li facciamo ugualmente. 

Per guarire da qualcosa bisogna ammalarsi di nuovo?

No, se bisogna “ammalarsi” lo si deve fare di vita. Il male non può mai portare a qualcosa di buono, non ho mai visto nessuno ammalato essere felice. Poi è pure vero che ci sono artisti come The Weeknd, che sono arrivati al punto di cercare la relazione tossica per avere “materiale” per fare i dischi, ma io ancora a quella fase non ci sono arrivato. 

Per guarire bisogna vivere, bisogna fare, stare in movimento, andare avanti, altrimenti è scontato restare sul vecchio treno, con la cosa però che quel treno ormai è deragliato e restare ad osservare il relitto non riporterà indietro nulla. Ci si deve semplicemente rimboccare le maniche, tamponare le ferite, darsi i giusti punti di sutura e ripartire.

Perdere tutto, rimanere senza, restare così senza aver “Nulla” tra le mani cosa può insegnare?

Che nulla è scontato, che nella vita ci si deve guadagnare e saper tenere tutto, compresa la felicità. Si impara che Si deve lottare per tutto, e che se non hai cura delle cose, delle persone, dei tuoi progetti e di te stesso, non ti resterà nulla, nonostante i sacrifici fatti fino a quel punto. Non puoi pretendere di essere felice se fai l’incazzato ed il negativo 360 giorni su 365 e pensare di trasformarti in un positivo. Devi fare lo sforzo mentale di imparare a farti scivolare le cose di dosso, di vedere il bello delle cose, e quanto lavoro e costanza ci vogliono?

PH: Gianmarco Zappalà

Qual è l’ultimo libro che hai letto?

L’ultimo libro letto è “Gli schifosi” di Santiago Lorenzo, un bel romanzo ambientato in Spagna, primi anni duemila. Tratta di un povero Cristo molto curioso e molto ingegnoso che però non riesce a vivere la vita che vorrebbe: zero amicizie, zero relazioni, zero carriera e zero prospettiva. Vive i tempi della recessione spagnola e l’indifferenza umana che si trasforma in odio nei confronti del prossimo ed egoismo dovuto alla sopravvivenza giornaliera. Tra una brutta giornata e l’altra però la sua vita finisce per essere totalmente sconvolta dall’omicidio accidentale di un poliziotto durante una manifestazione pubblica. Si ritroverà a sopravvivere ancora, ma con motivazioni differenti e si ritroverà a scappare e nascondersi in un paesino abbandonato, arrivando a dover fare i conti con se stesso, il suo passato e tutte le scelte fatte fino a quel momento e che senza un valido motivo lo hanno portato in quella situazione di omicida in fuga senza realmente volere tutto ciò. A me è piaciuto, anche perché, oltre che scritto bene, scorrevole ed ironico, può portarti a pensare e chiedere se sia realmente tutto un caos, se esista realmente un ordine impostato delle cose. Perché dovresti ritrovarti, senza una reale motivazione, per sbaglio in una manifestazione ed accoltellare per autodifesa un poliziotto che, in teoria, era lì solo per controllare e non per fare carica sulla folla?

E poi lui, che voleva “riprendersi tutto” quello che la vita gli aveva tolto come amicizie vere, affetti, relazioni, soldi e carriera, che viveva male quella società malata ed egoista, in fuga si renderà conto che tutto quel “troppo” che cercava poi realmente non gli giovava a nulla e che meno hai e meno ti serve…niente, leggilo che ne vale la pena. 

Possiamo spoilerare che Storytelling capitoli “Sad” avrà una seconda parte “Happy”?

Possiamo dire che Storytelling in realtà è stato concepito come un disco unico da 12 tracce,anche di più in realtà ma poi c’è stata la classica scrematura perché “fare un disco da 30 tracce è un suicidio”, anche se Kendrick Lamar ha pubblicato due dischi in una volta. È stato suddiviso in 2 EP per un fatto di tempistiche, non volevo stare molto tempo fermo con le release ed ho deciso di suddividerlo nei capitoli sad ed happy. Le tracce ci sono, sono già state scritte mesi fa, devo solo capire le effettive tempistiche di realizzazione e rilascio. Ma c’è un capitoli happy si, ed è, più bello non so, ma sicuramente più leggero, più “cantato” e più “estivo” dei capitoli sad. È sicuramente da sentire.

ASCOLTA sonomole NELLE PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAGAZINE