L’estate dei Groove Heroes, un “Bon Voyage” in giro per l’Italia | Intervista

Groove Heroes è un progetto folle quanto interessante: la band è composta da 5 elementi fissi EI, la voce, Luca R alla chitarra, Giammarco Bussi alla batteria, Luca Ciucci al sax, Mario Ciancarella al basso ma per ogni nuova canzone è possibile unire l’energia con altri artisti, sempre diversi a seconda del progetto.

Questo sogno è nato durante il lockdown in un periodo dove fare musica dal vivo era senza dubbio utopia, mentre adesso i nostri eroi possono finalmente prendersi il palco per “rappare sul Rock, cantare sul Rap, funkeggiare sul R’n’B e sussurrare sul Funk”

Quest’estate la band sarà in giro per l’Italia, ma le sorprese non finiscono qui dato che nelle prossime settimane uscirà il loro nuovo singolo “Bon Voyage”, dedicato a tutti i sognatori.

INTERVISTANDO GROOVE HEROES

Quali caratteristiche bisogna  avere per essere un “Groove Heroes”?

Amare il funk, Sicuramente. Chillarsi e avere una missione comune, come in ogni buona banda di eroi. La nostra? Riportare il sound funky nella scena urban. Il rap nel tempo è stato spesso associato a gangster, spaccio e violenza a livello concettuale ed ha preso sfaccettature sempre più elettroniche e incazzate o tristi a livello musicale. Non è stato sempre così però. Il rap nasce come forma di aggregazione nei block party del Bronx anni ’70, con testi festosi e campioni funk e disco. Ecco qual ‘è il requisito di un Hero: portare good vibes.

Che effetto fa poter suonare dal vivo?

Hai presente quando insegui la felicità e non l’acchiappi mai? Magari la postponi sempre al prossimo obiettivo, a qualcosa di meglio. Ecco suonare per me è come essere in un abbraccio dove si spegne il lato razionale e si accende il resto. Un’emozione difficile da descrivere … quel momento in cui finalmente non pensi più a nulla, stai solo vivendo.

La vostra definizione di libertà?

Essere liberi di godere dei momenti. Liberi non solo dalle costrizioni esterne, ma da quelle che ci mettiamo da soli, dai pensieri, dalle ansie, dal futuro e dal passato. 

Qual è la vita che fa per voi?

Suonare, viaggiare, ridere, amare. Vivere  sempre in maniera creativa ed affermare sempre la propria unicità. È questo l’unico modo per non avere rimorsi.

Ha ancora senso parlare di generi musicali?

Fortunatamente si. Le contaminazioni esistono, certo, ma anche un genere ibrido avrà un nome, lungo, ma ce lo avrà. La domanda è: quanti artisti scommettono ancora su un genere musicale?

Il posto più strano dove piacerebbe organizzare un concerto?

In un’isola privata affittata per intero. 

Domanda da un milione di euro: la band migliore della storia?

The Doors.

Ci salutiamo con un piccolo spoiler del vostro tour estivo?

A luglio saremo sul palco del Villa Paraiso, storico locale di Termoli che riapre i battenti quest’anno. Seguirà il Barrio’s di Milano, locale cult della scena Rap, che ha visto esibirsi artisti come Mattak, Inoki, Vacca e Davide Shorty. Poi sarà la volta del mio Gargano con la tappa alla Tana  del Boia di Vieste e per finire saremo all’Alcyone beach club di Pescara. Il tour resta però aperto quindi  potrebbero esserci tappe aggiuntive e sorprese finali…