AmA

PH: Alessia Caporali

AmA: “Per arrivare all’equilibrio bisogna prima sbilanciarsi” | Intervista

Oggi fare musica è facilissimo ma allo stesso tempo difficilissimo. Alessandro Marcelli aka AmA è consapevole di questo paradosso, con artisti che escono fuori dal nulla con il giusto tormentone prima di sparire molto prima del previsto o altri che hanno la pazienza e il coraggio di fare la gavetta, e con “Tagadà” ci dimostra che la musica prima di tutto è passione e sacrificio.

Il suo esordio arriva con questo brano autoprodotto, nel quale si vuole riscoprire il piacere della spontaneità, tirando fuori dal cassetto alcuni ricordi da bambino.

Quando arrivava il Tagadà in città  si era soliti sfidarsi con gli amici, scherzando di fronte alle proprie paure con la consapevolezza di dover considerare un punto d’equilibrio da non superare, per evitare di farsi male.

AmA vuole riscoprire questo principio applicandola alla vita di tutti i giorni e soprattutto paragonandolo ai ritmi frenetici della società di oggi, dove velocità fa rima, sbagliando, con successo.

INTERVISTANDO AmA

AmA cosa ama?

Il nome d’arte, come facilmente intuibile, è una fortunata unione delle mie iniziali. L’imperativo che ne scaturisce ha un significato semplice ma profondo. Amare non si ferma all’abusato tema del sentimento. L’amore prende forma in ogni nostra azione ed ha un impatto potentissimo sulla vita degli altri. Questo impatto ha un riverbero anche su di noi. Dare energie positive e riceverne. Cosa c’è di più bello?

Com’è nata “Tagadá”?

“Tagadà” è nata spontaneamente da una semplice base di piano, sulla quale si sono materializzati giorno dopo giorno arrangiamenti che ne hanno completamente stravolto la struttura iniziale. Negli ultimi tempi sto percependo una tendenza al negativo nella musica commerciale, soprattutto in quella destinata ai più giovani. Questo, unito ad un periodo storico poco goliardico, mi ha dato lo stimolo per scrivere un pezzo il cui testo raccontasse dei momenti sereni della mia vita, nella speranza che l’ascoltatore possa di riflesso essere stimolato nel rievocare i propri. Un elemento fondamentale era riuscire a trasmettere un senso di agrodolce nostalgia, affinché la sensazione dei “bei tempi passati” fosse viva. Spero di esserci riuscito!

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Che sfide hai affrontato per la realizzazione di questo pezzo?

Tutte! Avevo un notebook vecchio ma, nel mio ingenuo ottimismo, ancora performante. Non ha retto il peso degli strumenti virtuali, e alla quinta traccia di incisione KO!. Pc nuovo, ma suoni non soddisfacenti. Via tutto e avanti con il nuovo hardware. Il che significava anche un nuovo software. Il Sig.Youtube è stato per settimane il mio insegnante di sostegno, fin quando dopo ore e ore di sonno perso ho iniziato ad avere la giusta autonomia per navigare tra la mostruosità di settaggi della nuova DAW, la quale ovviamente non ne voleva sapere di dialogare con la a sua volta nuova scheda audio. Insomma, tra driver non funzionanti, bug, cavi rotti e tastiere impertinenti, è stata una via crucis durata mesi. 

La vita è una questione di equilibrio?

Assolutamente sì. Ma per arrivare a trovare l’equilibrio, bisogna prima capire fino a che punto ci si può sbilanciare. 

Che effetto fa salire sulla giostra della musica in Italia?

Nonostante la mia passione per la musica sia sempre stata viva, alcune vicende di vita privata mi hanno portato ad uscire dalla scena locale per diversi anni. In precedenza ho militato in diversi gruppi Metal, pur ascoltando qualunque genere musicale.  È stato incredibile provare a riprendere da dove si era rimasti, e vedere quanto il settore sia radicalmente mutato in pochi anni. Dal vagare con lo zaino pieno di cd da far ascoltare ai locali per conquistare qualche live, o da distribuire alle etichette nella speranza di un contatto, oggi tutto è totalmente “social”. Spotify, Instagram, TikTok. Un mondo dove il contenuto non è più la musica, ma un pacchetto multistrato di immagine e comunicazione. Consapevole di essere un chicco di grandine in una bufera di neve, racconto con modestia le mie storie, nella speranza che possano essere ascoltate e trasmettere emozioni. 

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Se il divertimento descrive l’estate l’inverno come sarà?

Anche qui è questione di equilibrio! Se penso all’estate penso a cene in spiaggia, allenamenti al parco, tramonti, ma penso anche alle zanzare, alle notti insonni e al vicino di casa che alle 6:00 parla con il cane! Se penso all’inverno penso alla pioggia, al freddo, a lunghe giornate di lavoro, ma penso anche che le zanzare si nebulizzano, che la notte vista da sotto il piumone ha il suo fascino e che, soprattutto, il vicino di casa alle 6:00 di mattina dorme!

La velocità ti affascina o ti spaventa?

Vivo freneticamente ogni mia giornata. A volte per necessità, altre volte per inclinazione. Sfruttare fino in fondo il tempo che ho a disposizione è per me importantissimo. Tuttavia, il confine tra ciò che si vorrebbe fare e quello che si è costretti a fare è spesso poco definito e si finisce facilmente alla deriva. Nonostante gli sforzi per dominarla, a volte la vita prende il sopravvento. Quando questo accade significa che è giunto il momento di fermarsi, respirare, riflettere se si sta andando nella direzione giusta e, in caso di risposta negativa, impegnarsi fino in fondo per trovare il percorso giusto.

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