New Indie Italia Music Week #127

“Siamo angeli scontrosi noi, senza radici.

Dai scattaci una foto adesso che sembriamo felici.
Scatta, scatta, scatta” (Scattaci una foto – Eleonora Toscani).

Anime in denim che si aggirano tra le vie della città in cerca di un corpo da indossare. Angeli caduti dal cielo per sporcarsi le ali e per vivere appieno il brivido dell’esistenza.

Scatta una foto dai! Ma non saprai mai la musica che stiamo ascoltando.

Fai incetta di nuove energie musicali per le tue epopee metropolitane con il nuovo numero di New Indie Italia Music Week: i migliori brani della settimana scelti e recensiti per te!

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Un meraviglioso modo di salvarsi (Album)

Avete presente quel momento in cui una relazione non riesce più a funzionare? Il momento di scegliere: possiamo mandare tutto a putt*** oppure tentare di salvarla.

Ognuno per salvare una storia d’amore trova il suo modo, i Coma_cose il loro l’hanno intrappolato tra le note del nuovo disco.

Un album etico, magico, sospeso tra gli anni 70, 80, 90, 2050… 14 tracce arrivate dopo un ritiro dalle scene che è servito a riscoprirsi, a rimettere insieme la coppia dopo il successo pazzesco arrivato tutto insieme. Un ritorno alle origini, al nucleo. “Tu sei qualcosa che è importante non distruggere”

Il risultato è tutto da ascoltare, lasciatevi trasportare.

(Vernante Pallotti)

Coma_Cose: 8,5

 

Occhiaie

È uscito il nuovo pezzo di Kahlo? Sì
Parla ancora d’amore? Sì, di che altro si deve parlare sennò?
Che aspetti dell’amore racconta? I primi amori, quelli dei vent’anni.
Il testo è profondo? Un po’ immaturo, ma ci sta.
Lo stile c’è? Sì, con un pizzico di elettropop. Molto vicina al mondo di Ariete.
Kahlo ha le “Occhiaie”? No, è bellissima. Ma occhiaie metaforiche sì, perché ha dichiarato di lavorare tanto alla musica, seguendo instancabilmente l’ispirazione, specialmente di notte.
Il progetto Kahlo promette bene? Sì.

(Vernante Pallotti)

Kahlo: 7.5

 

Lividi

Una ballad super emozionante dai toni itpop, che parla di quei lividi indelebili, rappresentazione tangibili di ferite visibili e invisibili che ci portiamo dentro. Certo, li tocchi e fanno male, ma ci ricordano quello che abbiamo vissuto, riaccendono ricordi e rispolverano insegnamenti. Come esplosioni durante una guerra, ognuno indossa i propri lividi in modo diverso, raccontando una storia fatta di cadute. Ma come ci insegnano da bambini, dopo ogni scivolata ci si rialza più forti di prima.

Quello di cui cantano i Kaufman è un dolore dolce, caldo, come il mood e il sound della canzone, impreziosito dalla collaborazione con la giovane cantautrice Den.

(Sara Pederzoli)

Kaufman, den: 8

 

Pietre

Il mito della caverna di Platone ai giorni nostri, raccontato come un risveglio personale di ogni individuo, che scappa dalla zona di comfort e viene accecato da una luce di consapevolezza e conoscenza di qualcosa di nuovo, travolgente e spiazzante.
E le pietre? Le pietre sono quei pensieri pesanti, come macigni, che cercano di ributtarci verso il fondo, spezzandoci la testa, Ne è perseguitata Elex, come lo siamo tutti.

Questo brano è sicuramente un modo per esorcizzare tutta una serie di inquietudini interiori, attraverso un sound rilassato, in totale contrapposizione al tema del pezzo, più dark confusionale.

(Sara Pederzoli)

Elex, ATARDE: 7,5

 

Un posto dove ti sorriderò

Siamo sempre alla ricerca di una felicità che non siamo in grado di descrivere e abbiamo quasi paura di provare. D’altronde non è così semplice descrivere un sentimento in quanto troppo soggettivo. “Esisterà per sempre un posto dove ti sorriderò” canta Blumosso nel suo nuovo singolo dal titolo, appunto, “Un posto dove ti sorriderò”. Cosa siamo disposti a rinunciare o fare di nuovo per smettere di star male?

Barattare i sogni come suggerisce il cantautore pugliese o “ignorare l’ultimo desiderio d’amore”? Forse un semplice sorriso in riva al mare, in cima ad una montagna, in mezzo ad un’autostrada o ovunque ci troviamo ci salverà!

(Alessandra Ferrara)

Blumosso: 7,5

Superstiti (Album)

“Superstiti” è un album da ascoltare ed apprezzare in una giornata fredda, ma soleggiata d’inverno davanti un camino ed una cioccolata calda. Il cantautore campano Barbato ci accompagna, nel viaggio delle stagioni della nostra vita dove cambiamenti, malinconia, felicità si alternano con tutte le loro sfumature scandendo il nostro tempo interiore.

Un tempo descritto attraverso le 9 tracce, in cui i violini e i giri di chitarra sono una dolce carezza alla durezza che chiude il nostro cuore, un tocco magico per quella benda sugli occhi che non ci fa gustare la bellezza della vita e del mondo che abitiamo.

Barbato scrive un album introspettivo e delicato allo stesso tempo, invitandoci a scoprirci, quindi a scavarci dentro.

(Alessandra Ferrara)

Barbato: 8

Corri

“Quando la vita ti lascia col culo a terra, l’unica cosa che puoi fare è muovere le gambe”
“Corri” è il nuovo struggente singolo di Studio Murena, band nata a Milano nel 2018 diventati subito capostipiti di un genere che mette insieme jazz elettronica e anche il rap. “Corri” è vivere la vita sul filo del rasoio, è stare in equilibrio tra consapevolezza e esistenzialismo. Correre e non fuggire, è il monito che lo Studio Murena vuole comunicarci: una differenza questa sottile, eppure fondamentale.

(Ilaria Rapa)

Studio Murena: 8

Tutta l’acqua per gli alberi

“Tutta l’acqua per gli alberi” è un intreccio di folk indie e cantautorato che, come i rami di un albero, vanno a stringersi armoniosamente per creare un equilibrio perfetto tra le parti. Le foglie in tutto ciò non possono che essere le note che vibrano come oltrepassate dal vento. “Tutta l’acqua per gli alberi” è la dedica di Forte a tutte quelle persone che hanno saputo tenere salde al suolo le proprie radici, e che, proprio grazie a queste si sono aggrappate alle proprie certezze proprio per non farsi abbattere da nessun tipo di intemperia.

(Ilaria Rapa)

Musica di Forte: 8

Rinascimento (Album)

Il “Rinascimento” che ci propone Joahnn Sebastian Punk in questo nuovo progetto musicale, ci trasporta dentro un mondo distopico fatto di musica pop caleidoscopica e intrisa di elettronica, mentre Joahnn ci fa viaggiare tra le diverse bellezze che compongono la natura umana: non convenzionali ma sicuramente più allineate a “questi tempi senza senso” (“Acrobazia”).

Attraversiamo tutte le diverse fasi del rock e ne apprezziamo il suo decadentismo mentre l’artista ci mostra il grido di una generazione perduta e ci accompagna verso “Celebrità” avvolgendoci dentro un sound disco che ci immerge in un gelo siderale infernale che non possiamo fare a meno di ballare con trasporto.

“Risollevato” ci ricongiunge a tutto l’universo attorno a noi ed al grido di “Non ho sogni, non ho storia, non ho dignità. Tutta la mia vita è intensità” chiudiamo gli occhi e galleggiamo in questo stato liquido-gassoso in cui ci ritroviamo e possiamo solo affermare: la musica italiana, riparta da Joahnn Sebastian Punk.

(Margherita Ciandrini)

Johann Sebastian Punk: 9

IL DEMONIO

“Se mi sale il demonio, lasciami stare”
Quante volte abbiamo pensato: se sento anche solo un’altra parola, esco pazzo. Management, Nicolò Carnesi e CIMINI con “IL DEMONIO” danno voce proprio a questo sentimento che ci travolge e ci porta ad un passo dall’impazzire. I tempi in cui viviamo sono particolarmente giusti per questo sound composto da chitarre dolci, un pizzico di synth e cori in sottofondo, mentre le voci dei tre artisti si alternano delicatamente e ci trasmettono tutto lo strazio di vivere costantemente accompagnati da demoni che ci divorano dentro, che non riusciamo a combattere da soli, che ci trascinano in un buco nero appena realizziamo che in questo mondo siamo profondamente soli. Una soluzione potrebbe essere quella di combatterli esorcizzandoli con la musica, proprio come fanno Management, Carnesi e CIMINI: cantano per noi e alla fine del terzo ascolto, forse ci sentiamo un po’ meno soli.

(Margherita Ciandrini)

Management, Nicolò Carnesi, CIMINI: 9

Sangue//Saliva – Ep

Rincorrersi, farsi del male, sentirsi schiacciati, annoiati, farsi la guerra. Ma anche vederla nuda, che sembra la luna, non capire se è la donna della vita o l’ennesima storia che andrà a finire perché il sesso fa star male e manca tradire. In fondo, già gli antichi ci dicevano che l’amore e l’odio stanno nella stessa relazione. E così si somatizza il dolore, il respiro diventa corto e lei che se ne è andata oggi è un ricordo annebbiato, una nuvola. Non ci si chiede se è giusto o sbagliato, non è una cosa razionale, tutto il sentimento che avverti, poi ti assale, nel bene e nel male.
SANGUE//SALIVA è il sentimento raccontato su entrambe le facce della medaglia dell’amore.

La prima canzone dell’Ep, “16:9”, è ritmata, cantata in compagnia di Drast, e più viva, sentita; “Luna”, invece, è una ballad malinconica, più introspettiva, ma ugualmente accogliente. Entrambe scivolano su un ritmo R&B che accompagna la voce moderna, inscatolata e modificata, di ESSEHO e che rendono attuale, ma al tempo stesso personale, il racconto di un amore scambiato.

ESSEHO: 8

Cowboy

“Quanto era bello quando ballavi in camera con un cappello da cowboy scalza”

Un ritmo passato, un brano che non è moderno, che non è vecchio, un classico chitarra-batteria e una voce ben prodotta (questa sì attuale) che non ti farà mai skippare per passare al prossimo della playlist. La storia è la più vecchia del mondo: ci siamo trovati, poi lasciati e ora ti ricordo nei momenti più intimi, più belli e ti ricordo che sempre mi criticavi ma tu “mi amavi e basta”. E forse la voglia è che lei torni da lui, che è stata la prima a fargli credere che non sarebbe rimasto solo.

Ma lei ormai è lontana e rimane nella memoria l’immagine che non può eliminare. È quello che rimane di una storia d’amore un po’ ingenua e adolescenziale, con la difficoltà effimera di andare oltre.

È un brano dolce, quello di Igi, ma non malinconico, molto grintoso, simpatico e vivo e che raccoglie le migliori energie dell’artista nel viaggio diretto al suo mondo.

(Lorenzo Ottanelli)

Igi: 9

Napoli Undercore (Album)

Trovare un nesso tra terra e macchina, tra natura ed elettronica, tra vita e digitale. Ancorarsi a Napoli come madrepatria ma scappare dalla normalità e costruire un qualcosa di completamente diverso, unico, che non abbia una caratteristica attuale nel senso più banale: né rap, né glitch, né neomelodico. È l’utilizzo della tecnologia in simbiosi col corpo: è l’essere cyborg che cerca di trovare un senso al mondo che lo circonda, perché sta perdendo spazio e tempo, un mondo che non può più essere raccontato come in passato. E così ci si scopre “padroni della macchina”, qualcosa che “è condanna e virtù”.

Una battaglia per raccontare la realtà partenopea, ma scappare dalla solita modalità e, dicono, per “potersi descrivere puramente con le onde sonore”. Così nasce Undercore, che significa essere fuori fase, fare le cose genuinamente, ma solo come sembra giusto a loro. Gli specchiopaura raccontano un disagio che si fa finalmente vivo, forerunners e fuori dagli schemi, si è “figli di internet”, ma anche figli di Napoli e raccontarlo insieme è possibile solo tramite l’accordo tra terra e tecnologia, tra chitarra e sintetizzatore, tra digitale e reale, con ritmi post-rock e punk. Un racconto che è folle e che trascina in spazi strani, mai sentiti, ma che proprio per questo rendono l’album un unicum nel panorama italiano.

(Lorenzo Ottanelli)

Specchiopaura: 8,5

Charlize Theron

Ha senso ragionare seguendo modelli imposti dalla società in cui viviamo? Cos’è la bellezza: istinto e follia o il rispetto di alcuni canoni estetici comportamentali?

Charlize Therondi Pierfrau è una dedica a chi ci capisce, nonostante le nostre imperfezioni, anzi forse i piccoli difetti e le incomprensione sono il motore che fa funzionare le relazioni, riuscendo a creare qualcosa di intimo tra due o più persone che accettano le differenze, arrivando, magari anche con un po’ di sacrificio a rispettare i diversi punti di vista.

Per sentirsi bene bisogna riuscire a trovare la giusta chimica, ma non esiste una regola scritta per combinare al meglio tutti gli elementi. Solamente attraverso la ricerca e le varie esperienze è possibile coltivare i proprio gusti, imparando a scegliere autonomamente la definizione di  piacere.

(Nicolò Granone)

Pierfrau: 7+

 

Impermeabile ( Album)

Accettare alcune situazioni può risultare difficile soprattutto se non si ha la capacità di far finta di nulla facendo scivolarsi tutto addosso. A molti serve un “Impermeabile”, per riuscire a infilarsi nei guai e uscirne comunque asciutti, evitando di soffocare tra preoccupazioni e lacrime.

Lumache Rosse si butta nei suoi pensieri proteggendosi con una terapia formata da dieci canzoni, tuffandosi senza salvagente dentro la sua coscienza burrascosa, riemergendone fuori con tutte quelle sensazione che sentiva l’esigenza di urlare al mondo, evitando ancora una volta di trattenerle dentro di se, soffrendo in silenzio.

Per ” Vivere Bene” bisogna aver il coraggio di buttare fuori tutto quello che ci tormenta dall’interno, anche correndo il rischio di non venire capiti.

(Nicolò Granone)

Lumache Rosse: 7,5