New Indie Italia Music Week #130

“La verità è che stiamo bene
E che ci piace stare insieme, così
Sì, è così
Qualcuno è rotolato giù
Quest’altro ha perso il controllo
La verità è che stiamo bene
E che ci piace stare insieme” (La verità – Cosmo)

Com’è bello fare un rave da Trieste in giù? Io sono pront* , e tu? Abbiamo superato anni duri, indenni o no, cosa importa? L’importante è ritrovarci qui, ancora insieme, nei posti più strani, anche dove non si potrebbe, in barba ai decreti e alla morale. Stringiamoci e allontaniamoci, se ci va. Ci sarà sempre un suono a sorreggere quel filo rosso e vibrante che ci unisce.

Scopri i migliori nuovi brani della settimana e unisciti all’onda del New Indie Italia Music Week!

Yoga, Pt 2

Ha davvero senso affannarsi cercando di rallentare il futuro?

No, meglio sbattere sulla batteria, tirare fuori un anima rock e incazzarsi per gli errori del passato. È questa la reazione alla vita dei Voina, anzi per dirlo in maniera più zen: ” Yoga PT2, la cura per le nostre imperfezioni”

Vivere fuori dagli schemi può far paura soprattutto per i possibili giudizi degli altri, ma non vale la pena crogiolarsi accettando dogmi che non riteniamo nostri, meglio buttare fuori un po’ di coraggio e poi vada come vada.

(Nicolò Granone)

Voina: 8

 

Sigarette Nirvana

C’è solo un paninaro a illuminare la notte con neon psichedelici. Lui le dice che quella periferia è casa, lei sorride nel suo cappotto griffato e mentre tira fuori l’ultima sigaretta dal pacchetto di “Nirvana” pensa che forse loro due sono diversi da tutti gli altri, non sapeva neanche se si sarebbero mai rivisti. Queste le parole dell’artista per descrivere l’atmosfera intorno a “Sigarette Nirvana” e niente di più azzeccato si poteva scrivere.

Caruccio con i suoi brani ti trasporta direttamente in un film retrò, di quelli che ti lasciano l’amaro in bocca per la consapevolezza di esserci persi quelli che potevano essere gli anni migliori da vivere. Non ci resta che aspettare l’EP, per viverci ancora di più questa malinconia amica tipica dei suoi pezzi.

(Sara Pederzoli)

Caruccio: 8

 

Stelle di mare

“Stella di mare” è un singolo istantaneo e diretto, volutamente non stratificato, ma elegante e
raffinato nelle sonorità. Il racconto, seppur grazie a immagini quotidiane e universali, descrive con malizia e intensità una delle tante vite che si intrecciano nella metropoli, da cui poi si fugge, in cerca delle onde del mare. Un po’ come finire quasi per sbaglio sui canali Mediaset in seconda serata, tra i locali notturni di periferia, con un ritornello che ti prende istantaneamente e difficilmente si toglie dalla testa.

A Milano non si vedono le maree, ma si respira un’aria come in nessun altro posto. Hai mai rivisto due giorni di fila una persona nello stesso posto? A Milano non si vedono le maree, ma è pieno di stelle di mare.

(Sara Pederzoli)

Dodicianni: 7-

 

La tua laurea

Siamo tutti “tuttologi”, sapienti del nulla, ma parliamo, parliamo e parliamo senza tregua: con il suo nuovo singolo dal titolo “La tua laurea”, Sami River esprime una critica alla società odierna in cui lo scibile umano sembra sia alla portata di tutti.
Perché dovrebbero esistere esperti di settore, se tutti sono in grado di pronunciare parole come business, bitcoin o metaverso? Abbiamo mai riflettuto sul fatto che essere ignoranti su qualcosa è semplicemente un modo per imparare e non un fattore di esclusione da un gruppo o da una conversazione?
Forse è meglio fare un passo indietro, essere meno ipocriti ed ascoltare di più!!

(Alessandra Ferrara)

Sami River: 8

 

Camaleonti

Perché l’amore ad un certo punto dovrebbe sostituirsi con l’adattarsi all’altro, rinunciando anche un po’ a sé stessi?
“Siamo camaleonti un po’ fanculo, un po’ ti amo” canta nel suo nuovo singolo Joe Elle per descrivere quella condizione in cui il partner diventa uno specchio di se stessi in qualunque situazione.
Un pezzo tanto delicato nell’arrangiamento quanto carico di significato: “prima ti odio poi ti cerco sempre”.

(Alessandra Ferrara)

Joe Elle: 8

Diverso

“Quando sono con te, mi sento diverso. Però senza di te, purtroppo sto meglio”
La fine di una relazione e la necessità di comprendere che forse è meglio restare soltanto in compagnia di se stessi. Questo è “Diverso”, il nuovo brano smaccatamente sincero di Bartolini, un brano che, come ci suggerisce il titolo, è appunto vagamente diverso dai precedenti. Si affaccia al pop senza dimenticare le chitarre che cercano il loro ruolo da protagoniste nel singolo. “Diverso” ha l’appeal di una hit ma la modestia di un brano che parte davvero dal cuore di chi scrive. Che sia stato il ritornello ad esserci già entrato in testa o meno, “Diverso” ha già rapito i nostri ascolti del fine settimana!

(Ilaria Rapa)

Bartolini: 7,5

TISCA TUSCA TOPOLINO

Brano delirante quello de LE CANZONI GIUSTE, fuori in questo venerdì altrettanto fuori dagli schemi. “TISCA TUSCA TOPOLINO” rompe gli schemi, ma non solo musicalmente, quanto idealmente: avete mai pensato se il mondo dei cartoni dovesse eleggere un rappresentante politico, ma nel mondo reale? Ecco che vengono invocati, oltre che Topolino, anche le sette sfere del drago, e chi più ne ha più ne metta. Nel nuovo singolo de LE CANZONI GIUSTE si balla, si pensa e si ritorna anche un po’ bambini.

(Ilaria Rapa)

LE CANZONI GIUSTE: 7

 

Un amore debole (album)

From Bruxelles with love, gli Ada Oda entrano di prepotenza sulla scena musicale e si prendono il loro posto. “Un amore debole” non è un disco, è un viaggio nel tempo, un sogno distopico che sa di anni ottanta, di un pop-punk un po’ belga e un po’ italiano. Un progetto nuovo e originale che sfonda i confini della musica nazionale e segue il trend sviluppatosi negli ultimi anni di unione tra sonorità rockeggianti vecchio stampo e contemporaneità. La voce di Victoria, carismatica frontman dalle origini siciliane, ci canta l’amore come non siamo abituati a sentirlo, dalla bocca di chi non ha dubbi e non ha bisogno di chiedere, ma sa che, in questo casino, non è disposta a scendere a nessun tipo di compromesso. La musica si sposa alla perfezione con il tema e con la vocalità forte della cantante e ci trascina in un ipnotico viaggio musicale di cui non sapevamo ancora di aver bisogno.

(Benedetta Fedel)

Ada Oda: 8,5

 

Non sei sola

Ho sempre un poco di ruggine sotto la lingua quando si parla di punk nelle nuove produzioni, avendo nel sangue da dischi memorabili di un tempo che arrivava a stento agli ’80. Eppure di punk si torna a parlare ma con fortissime (forse troppe) venature pop per chiamarlo tale e di questo, le nostre Bambole di Pezza, un poco tanto ci hanno sempre abituato sin dal loro esordio del 2002 con “Crash Me” che da oggi ritroviamo anche in vinile grazie a La Scena Dischi.

Nuovo tempo, nuova storia: la rinascita, la nuova formazione e oggi i nuovi singoli. “Non sei sola”, ultimo della serie, vede anche una sempreverde Jo Squillo in prima linea: il pop si macchia di punk soprattutto nel modo vocale di pensare alla forma (forse ultimo baluardo tra gli ingredienti a mostrare ancora un poco di punk nelle intenzioni) e le distorsioni troppo compatte e assai poco istintive sostengono una bandiera pop-rock all’italiana maniera che sventola a favore delle donne, di quel senso ancestrale di farle sentire minori, inappropriate… inadeguatezza che combacia con violenza e questo è un tema che di certo non smette mai di interessare… purtroppo.

Ultime due note: anche il video (per la regia della videomaker Dalilù) si dimostra assai fedele alle abitudini main stream e, non ultimo ma doverosamente importante: l’intero ricavato del progetto sarà devoluto all’associazione Wall of Dolls, che si occupa di sostenere le donne vittime di violenze.

(Paolo Tocco)

Bambole di Pezza: 6,5

 

MARIONETTE

Gli Studio Murena e Danno, colonna portante dei Colle der Fomento, buttano la loro rabbia su “un quaderno vecchio e smunto” e da lì la prendono e ne fanno qualcosa di grande. La musica degli Studio Murena, che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare, nel suo mix di hip-hop, jazz e sonorità elettroniche, fa da tela ad una riflessione impegnata, che parla di guerra e di dove sta andando il mondo. In “MARIONETTE” c’è una presa di coscienza su quanto siamo “vittime del nulla”, servi muti, pezzi di legno aggrappati a un filo che manovra sempre qualcun altro. In uno scenario alla De Chirico, si delinea una consapevolezza che non resta però fine a se stessa, ma che preannuncia una reazione, dietro un angolo nascosto nell’orecchio dell’ascoltatore. E se sono davvero le idee che muovono il mondo, “MARIONETTE” toglie il velo di Maya a cui tendiamo ad aggrapparci, mostrandoci ciò che ci circonda in tutta la sua bruttezza, e poi ci guarda seria negli occhi e ricorda: “Chi non ci pensa è già fottuto”.

(Benedetta Fedel)

Studio Murena, Danno: 8,5

 

Graffi

In ogni relazione arriva quel momento in cui si diventa grandi e si smette di credere alle favole. Non intendo che sparisce il romanticismo, ma diventa palese che se si vuole costruire qualcosa, ed evolvere come coppia, bisogna appoggiarsi a qualcosa di più razionale. Per trovare un equilibrio è fondamentale accettare la realtà, anche quando dice che siamo pieni di graffi.

“Vieni qui, fidati, che siamo soli, che bello essere complici”

Il lieto fine non esiste perché lo hanno creato i cartoni animati, ma nella vita di tutti i giorni accettare una sconfitta può essere utile per non distruggere tutto, ma iniziare a ricostruire sentimenti che si stavano sgretolando nel silenzio delle illusioni.

(Nicolò Granone)

Riva: 7,5

 

Cpr14

Il tempo non scorre per tutti allo stesso modo, tutto dipende da una molteplicità di fattori che ne influenzano l’andamento. Un secondo può durare un’eternità, così come un’eternità può durare un secondo. Quel che rimane immutabile però, è l’inesorabilità del tempo che passa davanti ai nostri occhi, in cui l’unico nostro ruolo al suo interno, è decidere il modo in cui possiamo sfruttarlo.
I Gazebo Penguins con la loro nuova “Cpr14” vanno contro le leggi del tempo e della gravità, cercando in tutti i modi di possibili di guadagnare del tempo in più, anche quel mezzo secondo che basta per distrarsi un po’. Alla fine della fiera però, per quanto ci si sforzi non ci resta che piegarci alla realtà. Che il tempo che scorre non possiamo cambiarlo, noi possiamo solo seguirne il flusso e muoverci al suo interno e cercare di sopravvivere. Come ci ricordano i Gazebo “di freddo di muore, ma il tempo produce calore”.

(Filippo Micalizzi)

Gazebo Penguins: 8

Calmami

“Calmami” è un brano che parla della sensazione di malinconia che nasce dopo la fine di un rapporto, un tipo di malinconia in cui i ricordi che prima ci facevano sorridere adesso producono solo lacrime e tristezza. Come calamite siamo attirati da quei ricordi a cui siamo legati, e anche se sappiamo che adesso possono farci del male, in qualche modo rappresentano anche il nostro posto sicuro. Un paradosso a cui non possiamo trovare risposte, ma a cui Wasabe ha dato forma, trasformandolo in musica per curarci l’anima.

(Filippo Micalizzi)

Wasabe: 8

 

DIMMI

Si chiama DIMMI il nuovo singolo di Matteo Alieno, brano che anticipa l’uscita del secondo album “ALIENI” del cantautore romano, prevista il 4 dicembre.

Co-prodotto con Marta Venturini, DIMMI è una canzone profonda, ideale per trovare forza in quelle giornate che hanno il sapore di una sconfitta e si hanno le energie per fare poco o niente.
Ancora una volta attraverso parole semplici e dirette, Matteo Alieno racconta le sue incertezze e il conforto che si trova nell’amore e nel farsi coraggio reciprocamente, accettando di rinunciare a una parte di sé per poter fare spazio all’altro.

Matteo Alieno: 7

Dancing on the moon

Nuova prova, questa volta in inglese con la collaborazione del producer tedesco JDutt, per Desa, che attraverso sound anni ’80 e synth impetuosi ci porta a “Dancing on the moon”. Il racconto di una notte psichedelica che forse non ci capiterà mai più è il filo rosso di questo brano in cui Desa si spoglia di ogni barriera e ci mostra le sue emozioni scoperte. Una ritmica più internazionale denota una crescita artistica di Desa che ci fa chiudere gli occhi e ballare, mentre immaginiamo una discoteca di una città sconosciuta intorno a noi, proprio dove le notti magiche accadono e ci restano dentro il cuore, sotto pelle, per sempre.
(Margherita Ciandrini)

Desa: 8

Posso tenerti con me

“Chissà se stai contando o se non conti nulla proprio come me”

Un brano che ci entra in testa sin dal primo ascolto “Posso tenerti con me” di CASX con la collaborazione di Forse Danzica ci trascina dentro un loop emozionale tipico del progetto Forse Danzica che si lega perfettamente alla voce dolce e decisa di CASX. Proprio come un vortice sottile, ci facciamo cullare dalle voci che si amalgamano e ci raccontano un sentimento di amore e di disagio, della paura di perdere quel legame che riesce a darci la luce anche nel giorno più buio del mondo.

Percepiamo delle vibes dei Baustelle, sia nel sound del pezzo che nell’armonia delle due voci e anche una grande maturità nella scrittura: “giochiamo a nascondino e a un tratto non mi trovi più, son diventato grande per primo” questa frase ci entra dentro e non ci abbandona più, un po’ come la nostra parte adolescente che deve necessariamente fare spazio a quella adulta, ma che non ci lascia mai veramente, come ogni volta che guardiamo negli occhi quella persona speciale e le chiediamo: “posso tenerti con me”? Magari per sempre.

(Margherita Ciandrini)

CASX, Forse Danzica: 9,5

Luci dal Colosseo

È il vero indie, quello 2.0 di Mobrici, che scopre il meglio di sé con “Luci dal Colosseo”. Il racconto autentico di un amore a distanza che sconta la lontananza fisica, è un viaggio Roma-Milano pieno di dubbi e di contraddizioni, mentre lo sguardo spazia sulle città. E se “ti ho voluto bene tanto tanto tanto” adesso che ne è di quello che è passato? Quando ti vedrò saremo sempre i soliti o tu penserai ad altro? Il timore e quasi la certezza che la lontananza fisica si tramuti in mentale. Un racconto con cui è facile empatizzare, perché è un pezzo universale, per i temi e per la musica, che riprende ciò che ha funzionato in passato per aggiornarlo al presente.

Mobrici ci porta a sonorità da una parte vicine ai Canova, da una parte lontane. Una voce riverberata accompagnata da chitarre, una batteria a ritmo sostenuto e sintetizzatori che ricordano gli anni Ottanta, ma che la rendono nuovamente una canzone senza tempo, come quelle passate, ma con un tocco di nuovo.
(Lorenzo Ottanelli)

Mobrici: 9

La città che odi

“Quando insegui me, stai cercando solo te, io uno specchio che cammina, che ti mostra come sei”.
Una relazione in cui non è possibile non contaminarsi, anche se l’altro ha preso più da te che tu da lui. E ti fa pesare ogni scelta perché si sente spaesato e la cosa non la sopporti perché la colpa ricade su di te. E allora ti allontani, te ne vai nella città che l’altro odia ma che a te piace veramente tanto, andresti a vivere anche con un gatto, anche se la vita è più cara. Quasi una distorsione contro quella estorsione di personalità. Una scelta che però ti rendi conto, ti renderà solo, perché ti mancherà: “casa è vuota senza te”.

gIANMARIA utilizza la sua peculiare timbrica per portarci in un mix di chitarre e batterie che ci trascina in un racconto più semplice rispetto a qualche altro suo brano, senza perdere l’autenticità, che è il suo valore aggiunto.

P.S. gIANMARIA è in gara a Sanremo Giovani con questo brano.

(Lorenzo Ottanelli)

gIANMARIA: 9

In fondo

“In fondo bastava dire di no”. Ma forse no, non sarebbe bastato perché, se davvero così fosse, non si potrebbe diventare le bambole di qualcuno. Quando il coraggio arriva si sbatte la porta, ma ecco che arriva la solitudine, il pianto tra le lenzuola che prima erano condivise. Ritorna però anche il ricordo: l’alienazione, le mani di lui che diventano artigli, l’impossibilità di sentirsi sé stesse, con l’incoerenza di vivere solo per lui. La violenza di tutti i giorni a cui dire di no e la difficoltà di altre mille donne di vivere lo stesso incubo.
Lu e Assurditè hanno scelto il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne, per uscire con un brano che è una canzone politica: il racconto di un privato che è sempre più di pubblico interesse, con la consapevolezza che ci vuole il coraggio per contravvenire al patriarcato, che è necessario altro e che non basta solamente “dire di no”.

(Lorenzo Ottanelli)

Lu e Assurditè: 8,5