Chiacchiere metafisiche su cinema e musica con Tatum Rush | Indie Talks

Di Vernante Amarilla Pallotti

Signor* & signor* benvenuti a “Villa Tatum“, il primo album in italiano di Tatum Rush, uscito il 28 ottobre in digitale e in vinile. Ma più che un disco “Villa Tatum è uno stile di vita, un luogo fisico abitato da amici come Frah Quintale, Jacopo Planet, Lulu, i fantasmi dei più grandi attori della storia, registi, personaggi di finzione.

È un film che come protagonista ha Tatum Rush, affiancato alla produzione dal buon Ceri. E proprio del rapporto tra immagini, cinema e musica abbiamo chiacchierato con il grande Gatsby della scena musicale italiana, Tatum Rush.

Se volete scoprire cosa ci siamo detti mettetevi comodi con un calice di bollicine e continuate a leggere…

INDIE TALKS X TATUM RUSH

Caro Tatum, avere a che fare con la tua musica è come tuffarsi in un mondo che pullula di immagini… Che immagini e colori associ a Villa Tatum?

Oltre ai colori tropicali dei video di Valentina, Too Late e quelli più invernali e cupi di Sparring Partner, direi il bianco e nero, che ho scelto per la copertina. Riflettono il chiaroscuro del progetto, la costante dualità fra serio/ironico, classico/innovativo, passato/futuro, conversazione/poesia, luce/oscurità. Le immagini sono a volte sbiadite, a volte ologrammi, ma quasi sempre abbaglianti e cariche di romanticismo, sensualità ed esotismo.

“Hai fatto il bagno con George Clooney e me lo dici a caso mentre fumi. Io ho passato una notte nella tomba di Cheope e ora mi guardi tonta. Dai, spiegami “Uccellini e Uccellacci” e che ha pure il suo perché Gianluca Vacchi”. In quest’album ci sono un casino di citazioni d’arte, in particolare della settima arte: il cinema… Se Villa Tatum fosse un film di che genere sarebbe? Da che attori sarebbe interpretato?

Sarebbe un erotico all’italiana tipo Tinto Brass, ma scritto da Almodovar e Herzog. Gli attori sarebbero Udo Kier, Carla Bruni, Rodolfo Valentino, Timothee Chalamet e Cara Delevigne.

Quali sono i film o video reference del tuo immaginario? Registi preferiti? 

Ci sono registi che amo, ma se parliamo delle reference del mio disco mi vengono in mente “Night Tide” con Dennis Hopper, “Twin Peaks” di Lynch, “Uccellini e Uccellacci” di Pasolini, “Fitzcarraldo” di Herzog, “Barbarella” con Jane Fonda, “5 Bambole per la Luna d’agosto” di Mario Bava, “Les Yeux Sans Visage” di Frejus. Ma non ci sono solo film, ci sono anche libri, fumetti, TV, cartelloni pubblicitari…

Ti piacerebbe comporre colonne sonore? Per chi?

Più che comporre colonne sonore mi piacerebbe che le mie canzoni venissero utilizzate nei film. In quel caso opterei per una mega americanata tipo il sequel di “Entourage”(il film).

5. L’ universo di immagini di Tatum Rush è esplorabile. Il tuo album Villa Tatum è diventato una piattaforma multimediale. Ci spieghi un po’ questo progetto pazzo?

Abbiamo creato in collaborazione con il collettivo “La Stanza” una vera e propria villa virtuale come estensione del mondo di Villa Tatum. Io lo considero un monumento virtuale e concettuale che celebra un’idea di lusso metafisico. L’abbiamo messa su Airbnb e localizzata all’indirizzo di Villa Diodati, ovvero la casa di vacanza di Lord Byron nella quale furono scritti durante un’estate tempestosa “Frankenstein” e “Der Vampyr”. Una signora ce l’aveva pure riservata per un mese, ma abbiamo dovuto rifiutare. Airbnb ci ha bannati.

Bellissimo. Vi amo. Ho visto che stai iniziando a buttarti nel mondo degli NFT. Cosa stai combinando? Come vivi questo modo di vendere l’arte? Le immagini e la musica oggi che valore hanno?

Penso che gli NFT siano un medium come un altro. Permettono di vendere o collezionare un’idea. Sono attratto dall’inutilità degli NFT, qualità che accomuna molte buone idee in campo di espressione artistica. L’arte e la musica hanno il valore che il pubblico è disposto a dare che può variare da -10 a +10, l’importante è essere più lontani possibile dallo 0.

A proposito di immagini. Il video di “Sparring Partner” era un vero e proprio cortometraggio. I tuoi videoclip sono molto curati rispetto a tanti progetti musicali italiani. Detta fuori dai denti: il video musicale vale ancora lo sbatti di realizzarlo?

È uno sbatti se hai voluto fare un video per illustrare o accompagnare una canzone. Non è il caso con i miei video perché l’impulso di farli è identico a quello per fare musica, io li considero come estensioni dell’uno e dell’altro. Forse è perché sono un’artista visivo che fa musica e un musicista che fa film.

Non negarlo: sei un dandy del 2022. Come per gli esteti, Villa Tatum non è solo musica, ma nemmeno solo arte. È uno stile di vita. Quali sono i punti fermi di questa filosofia? 

Si è vero sono un grande ammiratore di Beau Brummel, il primo dandy quindi non nego nulla! La mia filosofia è in costante perfezionamento, cosa essenziale della mia filosofia. Evitare a tutti i costi di trovare una formula facile e divertente per definire la propria filosofia. Essere gentili e generosi verso se stessi e gli altri, dare energia piuttosto che richiederla, buttarsi nell’abisso dell’umano, ridere sinceramente dei propri sforzi.

Ti vesti da marinaio (come nel video di “Valentina”), nella tua musica si ritrova il sapore del mare e dei viaggi. Nei testi collezioni immagini di navigazione come lo yacht, il mar Mediterraneo, l’isola. Qual è la meta del tuo viaggio tra le onde della musica? Dove si dirigerà la tua barca prossimamente?

Quel battello è un’apparizione al largo, la vela è una zanna bianca simboleggiante la rinascita del mistero, la sirena chiama sempre. Ritorno a Rio così non sarò mai triste.

E infatti Tatum si prepara a conquistare più palchi e persone con un nuovo tour invernale organizzato da Radar Concerti. Sarà live il 18 gennaio all’Arci Bellezza a Milano. Siete pronti per salpare con lui?