PH: Christian Salmistrato

Francesco Romano: “Non ti basta dare tutto a chi vuole troppo” | Intervista

Uno dei sette peccati capitali è l’avarizia, motivo per cui l’uomo vuole sempre avere di più.  Anche durante una relazione può capitare di avere due visioni diverse, senza accontentarsi mai delle bellezze che si hanno.

Partendo da questi presupposti sarà più facile immedesimarsi in “Non ti basta” nuovo brano di Francesco Romano.

I fraintendimenti sono la causa scatenante della fine di una storia d’amore, magari un piccolo particolare, trascurato senza troppa importanza, diventa la prima crepa che giorno dopo giorno si allarga, facendo crollare il castello di carte che teneva in piedi tutto il rapporto.

Soffrire per una persona che non ti ama ne vale davvero la pena? Rispondendo con la ragione sembrerebbe facile dire assolutamente no, però nella realtà delle cose tutto è diverso, anzi il cuore quando prende la sua decisione, a maggior ragione se è sbagliata, difficilmente farà mea culpa.

INTERVISTANDO FRANCESCO ROMANO

Perché chi tutto vuole nulla stringe?

Interessante domanda.

Mi riporta ad uno dei primi detti che ho imparato a scuola, ma non per questo è una lezione di vita che si impara facilmente.

Non sono mai stato una persona venale e non ho mai agognato la “bella macchina” né altri generi di lusso. Musicalmente parlando, anche la super chitarra che costa migliaia di euro non mi ha mai affascinato. L’importante è che suoni bene e mi piaccia.

Si dice che per raggiungere un obbiettivo bisogna sudare ed essere perseveranti.

Io sono sempre stato uno che ha viaggiato su più fronti; non mi sono mai fatto ossessionare dalla musica né dal successo, ma ho scritto sempre canzoni per necessità, per divertimento e per sfogo. Mi sono cercato un lavoro “normale” e si, su questo posso dire che forse sto vivendo due vite parallele, come a tanti miei colleghi in musica capita. Non ho mai seguito un’unica direzione e forse questo è un mio difetto…e qui ritorniamo al detto: si, forse voglio tutto.

Qual è il tuo desiderio più grande?

È sempre stato fare l’autore. Scrivere canzoni a ruota e “darle” ai vari cantanti.

Ho sempre sognato di dare una mia canzone ad un cantante di successo.

Chissà che un giorno….ci spero sempre!

L’altro desiderio, che va di pari passo con quello dell’autore, è innamorarmi, essere corrisposto e magari fare una famiglia.

Oggi giorno sembra quasi un’utopia, un desiderio irrealizzabile quanto il primo.

Il teorema di Ferradini è ancora attuale?

Se parliamo della canzone…è sempre attualissima! Marco Ferradini ha scritto un evergreen!

Per quanto mi riguarda, per il mio ultimo singolo “Non ti basta “ uscito a novembre, ho preso spunto da uno degli esempi di vita raccontanti appunto nella canzone Teorema.

Mi sentivo quasi come lui, avevo dato tutto, ma forse avevo dato troppo.

Sembra quasi una discussione tra due amici che cercano di capire come comportarsi con quell’essere cosi strano e diverso anni luce da noi che chiamiamo comunemente “donna”.

È tutt’ora anche oggi uno dei più grandi misteri come comportarsi con una donna e riuscire a tenere alto il desiderio, a non farla scappare, a non creare fraintendimenti, insomma, a capirsi.

Il punto di domanda della canzone è proprio questo: la tratto bene, le mando rose e poesie, le faccio anche spremute di cuore; oppure, viceversa, la tratto male, non le rispondo a telefono, la faccio sentire poco importante cosi da farmi cercare di più e farmi desiderare di più?

A parer mio né l’uno né l’altro e menomale che Ferradini ha chiuso il Teorema con una delle leggi più importanti: lasciare aperta la porta del cuore.

PH: Massimo Petenuzzo

È meglio dare o ricevere?

Dare, anche se potevo dare di più.

San Francesco è il mio idolo oltre che il mio santo.

Primo o poi ci scriverò una canzone. Comunque si dare riempie il cuore.

A chi non do è perché, sinceramente, se l’è meritato.

Hai accettato dei compromessi per fare musica?

No, fortunatamente l’ho vissuta sempre in modo abbastanza libero e svincolato.

E mi sono tolto anche le mie piccole soddisfazioni.

Quanto è difficile uscire da una relazione tossica?

Chi lo sa? Te lo dico quando ne esco! Ahaha ( scherzo ), penso che da una relazione tossica se ne possa uscire avendo la capacità di guardarsi da fuori, come in un film.

E dire: “mi merito davvero questo?”

“soffrire per una persona che non ti ama ne vale davvero la pena?”

“a che pro?”

Se le risposte a queste domande sono tutte negative, si è sulla buona strada per uscire e sbattere la porta in faccia a quella relazione tossica che, sembra ci faccia stare bene, ma in realtà ci fa solo del male.

Penso che una relazione tossica sia un po’ come la droga per un tossico dipendente.

L’amore che finisce all’improvviso provoca dei traumi a volte irrecuperabili.

Quando siamo innamorati, il nostro corpo rilascia e riceve sostanze che ci fanno stare bene.

Poi all’improvviso questo finisce e non ne riceviamo più. Ecco perché si sta cosi male e ci si sente come se si fosse in astinenza. Sarò banale ma è il tempo, il tempo e ancora il tempo che mette cerotti su cerotti e affievolisce il dolore e cosi anche le relazioni più tossiche possono guarire, anche se lasciano il segno.

Il concetto di “ amore “ può avere un sinonimo?

Adorazione, culto, idolatria, passione…affetto, affezione, amorevolezza, attaccamento, bene, inclinazione, predilezione, trasporto. Sinonimi del dizionario Zanichelli ahahaha!

NO NO NO, sono dei sinonimi ma non si avvicinano minimamente. Pensavo di non trovarne alcuno l’amore si sta ancora studiando. È come il cervello umano, non si è ancora riusciti a capire come è fatto nella sua totalità.

Ti potrei dire che l’amore è pensare all’altro prima che a te stesso, ma anche qui mi limiterei nella definizione. Chiedo aiuto dal pubblico!

Le città cambiano se viste di giorno o durante la notte?

Sicuramente! Io te lo posso dire bene perché faccio i turni e la notte è quella che mi piace e mi affascina di più. Penso che la città non cambi mai, cambiano le persone che la vivono.

E se sai dove guardare puoi vedere la sofferenza, l’umiltà, la vera e propria povertà e a volte ci si commuove anche.

C’è del romanticismo nel vedere lo spazzino che, alle 6 di mattina passa a pulire le strade, nel freddo dell’inverno o il titolare del bar che, sfregandosi le mani dal freddo, ha appena aperto e sforna brioches e tu sei il primo cliente e chissà da quanti anni lo fa.

O dal ragazzo ( forse clandestino ) che torna su una bici scassata da chissà quale lavoro in nero e chissà quanto lontano, le strade sono sempre le stesse e i palazzi sempre quelli. Sono gli occhi che cambiano.

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