PH: Nicolò Zuliani

Canostra: “Fare il morto a galla equivale a vivere” | Intervista

Avete mai provato quella sensazione di fermare il tempo e rimanere lì, fermi a galleggiare senza pensare a nulla?

I Canostra molto probabilmente sì, dato che esordiscono con un brano potente e spirituale, “Fare il morto a galla” appunto, che riflette sul senso della vita. ma soprattutto si focalizza sul diritto che ognuno ha di prendersi i suoi spazi, senza venire sopraffatto dalle circostanze che si creano.

La band veronese si descrive come un gufo, uno zaino, un laghetto di montaggio, una spiaggia solitaria, il tuo pub preferito e un preciso istante, a questo aggiungerei amore per la natura, consapevolezza dei nostri limiti umani e che siamo su questo mondo per vivere solo una volta, non possiamo permetterci il lusso di non esprimere la nostra essenza.

Canostra è un luogo dove sentirsi al sicuro, bussare alla porta e trovare riparo per tutto il tempo che è necessario, prima di riuscire fuori ed evitare di venire travolti dal caos del mondo.

 

INTERVISTANDO CANOSTRA

A cosa serve “Fare il morto a galla”?

A guardarsi indietro e galleggiare sui momenti magici dell’infanzia, quei ricordi che riescono, nonostante il tempo passato, a trasmetterci ancora quel senso di felicità e di leggerezza sia fisica che mentale. Ne abbiamo sicuramente più bisogno tutti quanti. 

Dovremmo imparare a prendere la vita con un po’ meno stress?

Sicuramente, anche se è molto difficile riuscirci vista la frenesia in cui siamo abituati a vivere tutti i giorni, ci siamo sicuramente creati un sistema di vita difficilmente compatibile con il nostro benessere psicofisico. In sostanza dovremmo cercare di prenderci sempre del tempo per rallentare un attimo la corsa perché non sempre vince chi arriva primo. 

Siete spaventati davanti all’idea di dover accettare il futuro?

Non diremmo, nel nostro piccolo cerchiamo di cucircelo addosso facendo le giuste scelte e facendo crescere il nostro progetto nella direzione che più ci piace. 

Siamo agli inizi quindi stiamo anche cercando di viverci il più possibile il presente senza pensare troppo. 

Com’era la vostra estate da bambini?

L’estate era sinonimo di vacanze, mare, amici, praticamente spensieratezza e divertimento. 

È proprio per questo che i momenti legati all’infanzia sono magici, più si cresce e più si fa fatica a rivivere i momenti con le stesse emozioni e la stessa intensità. Quando riaffiorano possono aiutare a prendere un attimo di respiro nella vita di tutti i giorni.  

PH: Nicolò Zuliani

La soglia dell’attenzione sta calando, nonostante tutto avete scelto di esordire con una canzone lunga più di 6 minuti. Come mai?

Non è una scelta per andare controcorrente o sembrare “alternativi”, semplicemente pensiamo che per dire certe cose ci voglia più tempo rispetto ad altre, ognuno ha i propri ritmi, così nella vita, così nella musica; il brano ha una sua evoluzione sonora ed emozionale, è nata così e doveva essere portata avanti senza compromessi. 

La felicità assomiglia al mare?

In un certo senso sì, per noi mare significa sole, acqua azzurra e limpida, anche se l’Adriatico, il mare più “comodo” per noi veneti, così azzurro non è  (risata ); significa essere lontano da pensieri, preoccupazioni. Non per niente il videoclip del singolo che arriverà a breve(spoiler) è proprio ambientato in parte al mare, d’altronde non poteva essere altrimenti visto il titolo del singolo e alcuni momenti del testo. 

La natura è fonte d’ispirazione per la vostra musica?

In alcuni casi si, è una grandissima fonte di ispirazione, senza bisogno di parole riesce a trasmetterci stati d’animo ed emozioni che non ritroviamo in nessun’altra cosa. Basti pensare a quello che riesce a fare un semplice paesaggio o un bello scorcio, ci fa sicuramente fermare a riflettere ed è proprio da lì che si capiscono tante cose, anche di noi stessi. 

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