PH: Marco Parollo

FermoImmagine: “Il dolore fa parte della natura umana” | Intervista

FermoImmagine è il progetto di musica electro-minimal-wave con forti connotazioni cantautoriali fondato da Luigi Maresca e Mirko Ravaioli che presenta il terzo album” Io volai”.

Il primo pezzo, ” Verso Casa”, è stato scritto tempo fa poi le altre tracce sono arrivate di conseguenza in relazione a cambiamenti che hanno interessato la vita del duo. Questo disco è senza dubbio molto doloroso perché estremamente personale.

La vita di ogni persone è scandita da fasi e da momenti, e in alcuni di queste si entra in contatto con il dolore. Questa convivenza, certo forzata. è inevitabile perché questo tipo di emozione fa parte della natura stessa dell’essere umano.

INTERVISTANDO FERMOIMMAGINE

Si può ritrovare se stessi osservando la natura?

Sì, decisamente si, o almeno per me è sicuramente così.

Io vivo in campagna e questa cosa la posso affermare tranquillamente.

Molto spesso mi ritrovo in giardino, seduto sulla panchina ad osservare ciò che mi circonda. A volte chiudo gli occhi per sentire i suoni della natura, ascolto la sua tranquillità.

Tutto questo mi da pace, serenità.

Mi fa star bene con i miei pensieri, i miei dubbi.

In qualche modo ritrovo me stesso.

Vi piacerebbe volare come quale animale?

È una cosa a cui non ho mai pensato veramente, eppure in “io volai” compaiono proprio due colibrì che cercano del cibo da alcuni fiori.

Sono piccoli e fragili, in cerca di qualcosa.

Questa immagine tratta da un quadro di mia moglie può essere letta ed interpretata in tantissimi modi.

Per me sottolinea la ricerca di qualcosa, o la ricerca di se stessi.

PH: Marco Parollo

La speranza può essere spiegata in maniera razionale?

“La speranza” è la pure e semplice cronaca di una situazione realmente vissuta: un’estate difficile, pesante più dal punto di vista mentale che fisico.

Quando in una relazione il tuo o la tua partner non sta bene tutto si complica maledettamente.

Poi arriva l’autunno che coincide con una rinascita.

In questo caso una stagione apparentemente fredda diventa una sorta di “primavera” dell’anima e dello spirito, una rinascita.

Una speranza che arriva e si realizza, si concretizza.

Che rapporto esiste tra dolore e senso di colpa?

Penso siano due facce della stessa medaglia.

Il dolore ti fa star male, ti porta anche a sensi di colpa per non aver fatto abbastanza nell’evitare una particolare situazione negativa, o per non essersi comportati in maniera corretta e sincera nei confronti della tua controparte.

I sensi di colpa portano dolore perché è successo qualcosa di sgradevole, di brutto che non avresti mai voluto che accadesse.

Insomma, sono strettamente legati.

Con che emozione descrivereste questo album?

Sono davvero tante le emozioni con cui potrei descrivere questo album, è un disco estremamente autobiografico.

La più forte è sicuramente il dolore: ci sono diverse canzoni che parlano di situazioni realmente vissute, difficili anche da raccontare ma che avevano bisogno di essere esposte.

Che effetto fa raccontarsi attraverso l’arte?

È sicuramente terapeutico, mi fa star bene.

Ed è forse l’unico modo in cui riesco a raccontare di me stesso e non solo in maniera estremamente sincera e diretta.

L’arte mi aiuta ad espormi in prima linea, con tutti i miei pregi e difetti, senza compromessi.

Dovessi farlo in altro modo credo non riuscirei.

Sembra assurdo ma normalmente non amo espormi più di tanto.

Avete realizzato la cover del brano “Come ogni volta”. Se doveste realizzare la cover di un brano uscito quest’anno su quale pezzo sareste orientati?

Credo nessuno in particolare.

In questo momento non mi viene in mente proprio nulla, sinceramente non seguo molto l’attuale scena musicale forse perché non mi convince più di tanto.

Dovessi fare un’altra cover andrei a pescare qualcosa di decisamente più lontano nel tempo, anche una canzone lontana anni luce dal nostro modo di fare musica.