PH: Barbara Martire

Vipra: “La sincerità è la virtù dei morti” | Indie Talks

Tutti gli artisti, anche i meno famosi, quando non ci sono più acquistano un certo hype, tornando non solo di moda, ma anche in cima alle classifiche degli ascolti, come se i fan e qualche guardone, volessero partecipare ad un particolare rituale funebre.

Vipra, non vuole perdere tempo e anzi ha il coraggio di sputare veleno sulla scena musicale attuale, mostrando denti e di non aver peli sulla lingua. Fanculo il successo facile, meglio essere diretti e non vivere d’espedienti. Per fare questo ecco il nuovo disco “Musica dal Morto”

Il suo modello è punk, sporco e contro il politicamente corretto, sembra uscito da qualche sobborgo dove in una piccola sala prova si riuniscono alcuni artisti, suonano, urlano e perché no, ogni tanto fanno anche a botte.

L’arte non dev’essere sempre bellezza artificiale, anzi  rabbia e disgusto sono due sentimenti tipici dell’uomo moderno, anche se per convenienza è più facile far finta di nulla e sperare in un paradiso mondano pieno di persone educate e vestite bene, che magari lontano dalle telecamere sputano pure nel piatto dove mangiano.

“Sono mediocre, però non m’importa, ci riprendiamo tutto questa volta. Mr Popstar”

VIPRA X INDIE TALKS

Perché le tragedie fanno ascolti e gli artisti vendono più dischi appena muoiono?

Perché gli esseri umani sono attratti dalla morte, credo. Il marketing si occupa di rendere profittevole qualsiasi cosa attragga gli esseri umani.

Quale tua canzone descrive di più il tuo modo di essere e la vorresti lasciare come testamento?

Mi auguro che la mia eredità sia più legata al senso di quello che ho scritto in generale dei miei pezzi, non a un brano specifico.

Con quali artisti sei cresciuto?

In genere quando mi affeziono a un artista poi mi capita di “portarmelo appresso” per diverse fasi della mia vita. Quelli con cui è successo di più sono probabilmente Ray Charles, gli Squallor, un po’ di cantautori italiani e i Deep Purple.

PH: Barbara Martire

Il successo può essere una maledizione?

Dovreste chiedere a una persona di successo.

Come sta la musica italiana oggi?

Macina soldi, quindi secondo i parametri attuali benissimo. Ci sono un paio di problemi legati a queste quantità di denaro che si spartiscono sempre un cerchio ristretto di persone, ma al pubblico non interessa o peggio rischi di passare per invidioso. Lo stesso vale per altri problemi legati alla trasparenza delle pratiche lavorative, agli spazi garantiti agli artisti, a un milione di cose: ci sono soldi, quindi va benissimo.

Quanto coraggio ci vuole per esprimere le proprie idee senza guardare in faccia nessuno?

Più che coraggiosi aiuta il fatto di non avere nulla da perdere. All’Italia non piacciono i dibattiti: se intendi abbandonare il tuo posto (di padrone o di schiavo) all’interno di una cerchia lavorativa per sollevarne uno rischi semplicemente di non farne più parte. Siccome non ho un futuro da big della discografia non vedo perché dovrei mantenere l’atmosfera di una festa a cui non mi hanno invitato.

PH: Barbara Martire

Meglio essere un cattivo esempio mantenendo una personalità o vedersi per la moda?

Se con “cattivo esempio” intendiamo quegli artisti che chiamano “controversi” perché in ogni brano infilano omofobia, misoginia idiota e tutto il campionario delle frasi da burini criptofascisti senza mezza idea perché “la libertà artistica”, preferisco di gran lunga quando diventano famosi e le discografiche li obbligano a scrivere duecento brani d’amore con altri dieci autori e altrettanti produttori. Almeno diventano innocui e si mettono in ridicolo per i soldi.

Il rock suonerà per sempre?

Credo che a questa domanda non risponderebbe di sì neanche Jack Black.