Phoenix Can Die Unicorns Forever

Musica ed “Iron Flakes”: tornano i Phoenix Can Die | Intervista

Phoenix Can Die sono tornati con “Iron Flakes“, singolo che anticipa l’uscita del loro prossimo album, “Unicorns Forever“.

Il duo, formato da Riccardo Franceschini e Mirco Campioni, in arte Richard Blackstar e Mirco is dead, ha voluto mantenere la componente alternative rock, che avevamo già sentito con “Amen”, ma si sta spostando verso suoni elettronici e synth.

“Unicorns Forever” vanterà importanti collaborazioni, come quelle con TY1 e Monophase, e rappresenta un nuovo step nel percorso musicale del duo.

INTERVISTANDO I PHOENIX CAN DIE

Raccontatemi un po’ dell’evoluzione dei Phoenix Can Die, fino ad arrivare a “Unicorns Forever”. Cosa sentite particolarmente cambiato nel tempo?

Ciao!

Il nostro progetto parte in realtà alcuni anni fa sotto forma di band puramente Alt Rock, con la quale abbiamo pubblicato un album nel 2010, seguito nel 2013 da un EP autoprodotto cantato in lingua madre con una direzione più electro visto l’utilizzo di synth. Questa esperienza ci ha avvicinato progressivamente all’elettronica e ad una visione artistica più internazionale, mantenendo però sempre viva la parte più rock di chitarra e batteria.

Il vostro progetto parte quindi nel 2016, con “Amen”. Da qui?

Nel 2016 abbiamo pubblicato “Amen”, il nostro primo album come Phoenix Can Die. Sempre a partire da questo periodo siamo stati molto assorbiti dal nostro lavoro di tatuatori, anche se questo non ci ha impedito di portare le nostre canzoni live in Italia e anche all’estero. Nel 2020 abbiamo iniziato a lavorare ai nuovi brani, partendo da demo casalinghe, ma con l’intenzione chiara di usare più strumenti analogici, compresi synth dal sound ancora più caratteristico.

Contemporaneamente è nata anche la volontà di utilizzare la voce in tutti i brani, a differenza di “Amen” che conteneva qualche strumentale. Se guardiamo al nostro percorso, sicuramente sono cambiate molte cose in questi anni, soprattutto a livello artistico e personale. Questo ci ha inevitabilmente influenzato. In particolare un evento su tutti ha caratterizzato la scrittura di “Unicorns Forever” (prossimo album in uscita, ndr): intendiamo questo disco come una dedica a una persona molto cara a noi che amava la musica e gli unicorni.

Il primo singolo “Iron Flakes” è uscito il 13 aprile e anticipa l’uscita del vostro album. Come è stato pensato il pezzo, sia in termini di testo che in termini di musica?

Iron flakes è nata, per citare Vasco Rossi, “già con le parole”: è venuta da sé, in modo del tutto spontaneo. Poi col tempo è passata attraverso varie stesure che ne hanno cucito sopra il vestito che la rende la canzone che è oggi. E’ un brano in cui ci mettiamo a nudo parlando di quanto ci sentiamo forti in certe occasioni e deboli in altre: uno sguardo sulla nostra costante ricerca di equilibrio che crediamo accomuni un po’ tutti in maniera trasversale.

Dopo Iron Flakes, cosa ci dite degli altri singoli che anticiperanno “Unicorns Forever”?

Siamo molto ansiosi per l’uscita dei prossimi singoli. Il secondo sarà “Missing”, cover degli Everything But The Girl. Una canzone che ormai suoniamo da dieci anni, ma che non ha mai visto la luce ufficialmente. Il terzo singolo che uscirà probabilmente è uno dei brani al quale siamo più legati, forse quello che ci ha portato avanti e che ci ha fatto dire: “Ok, siamo arrivati fin qui! Facciamo un album intero!”

Cosa ci dobbiamo aspettare da questo ritorno dei Phoenix Can Die?

Vi aspetta una versione rinnovata e più ricercata di noi, forse meno aggressiva a livello di sonorità, ma sicuramente carica di grande coinvolgimento emotivo.

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