PH: Valentino Manganelli

Immergiamoci nell’oceano emozionale de In The Loop | Intervista

La natura è un paesaggio dentro il quale l’uomo dovrebbe riuscire a inserirsi rispettandolo per instaurare un certo equilibrio. L’amore invece scombussola i cuori, modificando le emozioni senza un minimo di discrezione e quando fa male, le ferite diventano sempre più spesse.

Ogni sentimento provoca onde che ci colpiscono, scaraventandoci dentro l’oceano dentro il quale possiamo imparare a galleggiare, altrimenti saremo condannati a cadere affondo, inghiottendo ogni boccata d’acqua.

In The Loop (ITL) è un duo cilentano pronto a tuffarsi nella scena musicale nuotando nell’indie italiano, dopo aver attraversato varie vasche cantando cover di altri artisti. Con una produzione propria cambia inevitabilmente lo stile, ma anche in questa categoria, si può notare che le potenzialità per fare una bella gara ci sono tutte. Se poi ti da una mano un artista come Napoleone, diventa più facile tenere la testa su.

INTERVISTANDO IN THE LOOP

Dalle cover al primo vostro pezzo. Che emozione avete provato a fare qualcosa di totalmente vostro?

La storia della musica italiana è ricca di gemme rare. Per anni abbiamo giocato con le note di altri musicisti e poeti, divertendoci a “svestire” delle perle preziose e ricoprirle di trame più moderne. Innegabilmente per noi è stato negli anni un modo per creare contenuti e farci conoscere, ma è stato anche quasi un richiamo c’è sempre stato un legame molto forte con ognuno dei brani che abbiamo rivisitato. È stato un modo per sperimentare, per capire cosa piacesse di più al nostro pubblico e cosa meno. Per conoscerci meglio anche noi in primis a livello musicale, capire le nostre debolezze e i nostri punti di forza, prima di proiettare tutto questo su dei brani del tutto nostri. Poco più di due anni fa iniziava quindi questo nostro viaggio. Quando scrivi dei brani tuoi, dalla prima nota all’ultima parola, non è mai semplice. Sei nudo. Ed è una grande responsabilità quella di parlare per te, ma anche per tutte le persone che ascolteranno le tue canzoni e si ritroveranno delle tue parole. Cammini in bilico sopra un filo, e puoi solo saltare, per scoprire alla fine, se hai realmente qualcosa di sincero da dire, che puoi solo essere coraggioso. Sii te stesso, e non mettere troppo facilmente in discussione chi sei, non per gli altri, non per l’esterno.

Avete collaborato con Napoleone. Quale suo brano vi stuzzica di più e perché?

Siamo di parte se rispondiamo “Oceano”? No dai, seriamente…Davide, oltre ad essere un bravissimo autore e musicista è un amico, e una persona dalla sensibilità fuori dall’ordinario. Ci siamo conosciuti qualche anno fa, per una serie di fortunati eventi, ed è stato subito amore a prima vista.

Quando poi gli abbiamo chiesto di scrivere il testo di “Beta” (nome originario, prima che diventasse Oceano) in cuor nostro sapevamo già che il risultato sarebbe stato straordinario. Parlando avevamo stabilito delle linee guida da seguire ovviamente, ma la magia si è creata nel momento in cui Davide ha tradotto in parole esattamente ciò che noi stavamo cercando di comunicare solo attraverso le nostre note.

La musica è così. Un viaggio imprevedibile, che ti permette di conoscere e scoprire cose sempre nuove. Fatto di scambi reciproci, ed energie sempre nuove e il viaggio insieme a Davide è stato esattamente questo.

PH: Valentino Manganelli

Vi siete tuffati in “Oceano” e come siete riemersi?

Come dicevamo prima, quando scrivi dei brani tuoi non è mai semplice. Ti metti a nudo, devi farlo per forza in un certo senso. È come una tempesta. E la tempesta, si sa, smaschera la vulnerabilità e lascia scoperte tutte quelle false sicurezze su cui abbiamo costruito le nostre vite. Ci mostra quello che abbiamo lasciato addormentato nell’inutile tentativo di anestetizzare il dolore, o la gioia. Oceano è quel luogo.

È un limbo.

Una condizione.

Quella di trovarsi immobili, sospesi sull’orlo di un baratro non cadi, e non torni indietro.

È una fessura tra due mondi, “profondo come in un abbraccio”

È luce e oscurità insieme. Inferno e paradiso.

Perché finché non vedrai l’oscurità di qualcuno, non saprai mai veramente chi sia. E come descriveresti l’oceano, se non come la luce della superficie che lotta costantemente con le tenebre dei fondali? Oceano è lì, dove la luce e le tenebre coesistono.

Come ne siamo riemersi? Ognuno abbraccia la propria croce, e ciò significa trovare il coraggio di abbracciare anche tutte le difficoltà che uno può incontrare lungo il percorso. Abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza. Concedendoci la possibilità di essere vincibili. Fragili.

Perché l’essere umano ha il vizio di rimanere incastrati tra i suoi pensieri?

Perché siamo esseri umani. L’uomo è una creatura che nasce debole. Fragile, nuda, priva di difese naturali e bisognosa, più di qualsiasi altra specie, dell’aiuto altrui. Neppure l’istinto ci viene in aiuto, al contrario degli animali, dal momento che la nostra “intelligenza” sembra fatta apposta per complicarci le cose e renderci insicuri. In passato ci siamo spesso sentiti imprigionati dell’idea della iper-produttività compulsiva. Intrappolati nella convinzione che se non avessimo continuamente pubblicato musica allora non eravamo all’altezza, e non contavamo nulla per gli altri. Niente di più sbagliato. Col tempo (molto) abbiamo imparato a vivere la musica nell’unica maniera giusta. In modo autentico, rilassato e circondandoci di artisti validi e amici che stimiamo tantissimo. “Vivi il momento” si dice, no? Oggi viviamo il momento! Viviamo il presente, senza preoccuparci troppo del passato e del futuro. Siamo felici. Siamo grati alle persone che abbiamo accanto. E siamo grati a noi stessi, per aver trovato il coraggio di guardarci dentro e apprezzare quello che abbiamo costruito in questi anni e ciò che abbiamo oggi. Brindiamo a quello che verrà.

Esistono distanze insormontabili?

“Tempo al tempo”.

Si, oggi siamo in vena di citazioni. Allora questa mattina ci siamo svegliati e c’era un sole che spaccava le pietre. Un clima mite, quasi estivo. Eravamo nel nostro studio, balcone spalancato per fare entrare tutta la luce possibile. Nel giro di 15 minuti si alza un vento fortissimo. La zanzariera è scattata e l’infisso del balcone, sbattuto contro il muro, si è scheggiato.

Riesci a credere quanto sia imprevedibile questa vita? Quanto qualcosa che fino ad un secondo fa sembrava in un modo, un secondo dopo è completamente diversa? Bisogna armarsi di forza e coraggio. Il tempo ci darà le risposte che cerchiamo. Ci restituirà i frutti della nostra semina, e spalancherà tutte le porte chiuse in faccia. Forse adesso è difficile da immaginarlo. Possiamo solo sognarlo. Ma la felicità sarà così grande da tremare. Che il coraggio senza paura non è niente.

PH: Valentino Manganelli

Quale suoni della natura vi affascinano di più?

Abbiamo la fortuna di vivere in un luogo totalmente immersi nella natura. Ogni suono è speciale. Ogni suono ha il suo perché. Insieme si mescolano l’uno con l’altro, creando una sinfonia che ci fa sentire a casa.

Ci sono luoghi in questo mondo, che ti appartengono, più di quanto tu voglia credere. Per noi è la nostra terra, il luogo in cui siamo nati.

Spesso ci è capitato di dover rispondere a domande del tipo “ma perchè non vi trasferite? Perché non andate a vivere in una città che potrebbe offrirvi più opportunità?”

È vero!

Il sud, il nostro Cilento, è una terra difficile per chi come noi vive di arte eppure la nostra storia, spesso, ha avuto modo di dimostrare il contrario prendendosi la propria rivincita.

La nostra è una terra ricca di cultura, di storia, gastronomia eccellente e un patrimonio culturale da fare invidia al mondo intero.

Ma è soprattutto un paradiso incontaminato. In un attimo sei immerso nelle acque limpide della nostra costa, e subito dopo puoi dare uno sguardo dalla cima più alta e apprezzare ciò che la natura ci ha regalato.

È un attimo, ed è come tornare nel grembo materno che accoglie la vita e la nutre.

Fertile, creativa, nutriente, rigogliosa.

È la nostra terra, la nostra casa,la nostra culla.

Siamo parte di essa, e lei è parte di noi.

È un posto meraviglioso in cui abitare, e noi la amiamo tutta.

L’amore è un mare di lacrime o un’onda che ti travolge?

Qualche tempo fa abbiamo scritto una canzone per la band Tristema. La canzone si chiamava “a(mare)” e un passaggio del testo recitava così:

“Se questo mare è amare io mi butto e affogherò nel vuoto però potrò capire in fondo come sa il mare”

Ogni sentimento ha bisogno di essere esplorato e assaporato fino in fondo, o non si potrà dire di averlo vissuto a pieno. L’amore è imprevedibile. E impetuoso. Come un oceano, per autocitarci. È un rischio che devi correre. Come scendere senza bombola d’ossigeno nei più remoti fondali marini dopo essere stati al sicuro in superfice, sotto la calda luce del sole.

Solo scendendo in profondità, potrai dire di essere tornato a galla.

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