PH: Roberto Celestri

Monterosso: “La città è una trappola per i sogni ” | Intervista

“Sin City” è per antonomasia la città del peccato pieno di pericoli e violenza, il duo Monterosso la sceglie per rappresentare il contesto urbano nel quale sono inseriti i giovani d’oggi. Molto spesso infatti si è costretti a trasferirsi, andare via dalla propria casa per cercare fortuna, un luogo di lavoro o per provare a salvare una relazione in crisi.

Abbandonare le proprie radici però non è facile, anche se si ha la possibilità di ritornare dove si è cresciuti nel weekend. La società sempre più globalizzata tende a far sparire l’individualismo rendendo tutto uniforme, facendo così diventare i colori sempre con meno sfumature, anzi addirittura le strade e i grattacieli sembrano evidenziare nella memoria solamente il bianco e il nero, in una scala di grigio scuri

Questo progetto lo fi ci porta tra i vicoli di un mondo che a volte sembra senza via d’uscita, dal quale non si può neanche più scappare, ormai è troppo tardi.

INTERVISTANDO MONTEROSSO

Quali trappole nascondono le grandi città?

Può essere dispersiva, caotica, dov’è molto più facile diventare un numero. Manca casa, la famiglia, gli amici.. casa manca sempre. Con “Sin City” sosteniamo che non è “normale” dover lasciare casa per poter trovare il proprio spazio nel mondo. Andare via, confrontarsi, viaggiare è qualcosa che amiamo fare, ma un conto è decidere di traferirsi altrove, un altro essere obbligati a farlo per trovare uno straccio di contratto. Ma questa è un problema politico che non possiamo risolvere sicuramente noi con una canzone.

A chi si potrebbe dedicare Sin City?

 Sin City è la città dove siamo cresciuti, che ci piaccia o meno. Sin city è dedicata a tutti coloro che vivono questo conflitto interiore, “restare o andare via?!”

Sempre più spesso, finita l’estate, molti amici dopo le ferie sono “costretti” a lasciare ancora un’altra volta gli amici, la famiglia per ritornare nella loro Big City. 

PH: Roberto Celestri

Anche i sentimenti più dolci nascondono una certa violenza?

 La dicotomia fa parte dell’essenza del mondo che viviamo. Anche se ci piace utilizzare la parola “passione” al posto di violenza. Noi siamo un duo e giochiamo tanto sulle nostre voci diverse, ma che insieme trovano la giusta dimensione.

 Il colore blu per voi cosa rappresenta?

 Blu come l’infinità del cielo, del mare, ci rilassa. Sicuramente vi riferite a “Smalto Blu”, era un periodo particolare post covid e Pierpaolo era in fissa con il mio smalto.

Quali sono le “Radici” del vostro progetto Monterosso?

 La voglia di conoscersi e condividersi artisticamente parlando. Può sembrare strano ma l’arte riesce a scavare nell’intimo molto più affondo della sfera sessuale.

In un rapporto di coppia come si fa a trovare un giusto equilibrio?

 Non bisogna cercarlo. A volte si è in sintonia, a volte no, come in ogni cosa. Basta giocare il proprio ruolo al meglio delle proprie possibilità. Poi si scopre che i limiti sono solo culturali.

Con quale serie Netflix siete in fissa in questo momento?

 Cleopatra. Amiamo i docufilm, la storia, conoscere il passato. Poi siamo dei divoratori di serie TV, e su di essi si fantastica e a volte ispirano strofe che poi diventano canzoni.

ASCOLTO MONTEROSSO NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAGAZINE