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Vivere per stupirsi | Recensione Album “Che Vita Meravigliosa” di Diodato

Affrontare tematiche diverse ed apparentemente isolate tra loro in undici tracce è impresa coraggiosa e rischiosa, in un contesto sociale pronto ad esprimere non punti di vista, ma giudizi dai toni, a volte, estremamente duri.

Avreste mai pensato che un cantautore valdostano solo di nascita, pugliese fino al midollo avrebbe affrontato una tale sfida?

Beh, sicuramente lo scetticismo dilaga! Peccato, o per fortuna, che Antonio Diodato sia stato il principe dell’Ariston. La sua Fai rumore ha segnato una tripletta da urlo: primo classificato tra i big, Premio della Critica “Mia Martina” e Premio della Sala Stampa “Lucio Dalla”.

Lo scorso 14 febbraio, proprio in occasione di San Valentino, è uscito il suo album dal titolo Che vita meravigliosa all’interno del quale vita, bellezza ed amore si comportano come le sezioni vincolate della trave di de Saint-Venant: ruotano intorno all’asse della trave determinandone l’equilibrio, nonostante i loro spostamenti.

 

La vita linfa di vita stessa

Che vita meravigliosa brano incipit, che ha anticipato l’uscita dell’album, è un inno alla vita nel significato proprio del termine e al suo essere talmente meravigliosa che ogni giorno mi divori, mi seduci, mi abbandoni.  Potrebbe essere paragonabile ad un elettrocardiogramma: picchi di gioia, picchi di noia, picchi di dolore.

Ma la vita è linfa dell’uomo e quindi allo stesso tempo della quotidianità in cui quest’ultimo vive: c’è vita nel cemento dei palazzi tra le finestre e il centro di queste case che sembrano alveari. C’è vita in una stazione dei treni in cui qualcuno ha deciso, però,  di rinunciare alla propria di vita, in cui qualcuno decide di scappare: un malato terminale che fuggiva dalla malattia, un ubriacone un barbone, un turista sbadato e sfortunato, soltanto un uomo sfortunato.

Il fermento, l’agitazione danno una scossa alla monotonia, facendo dimenticare anche un gesto estremo come un suicidio. Sarà il sentirsi soli a spingere l’uomo a buttare via la propria esistenza? Sicuramente la solitudine porta a sprofondare in un senso di vuoto, di vertigine che si è soli anche su un vagone della metro super affollato oppure semplicemente  qualche volta sei rimasto solo perchè tutto il resto non aveva niente che ti appartenesse davvero niente per cui poi davvero valesse la pena.

Sembrerebbe però che la vita non sia così meravigliosa. Ma allora cosa la rende effettivamente tale?

 

Semplicità

La bellezza delle cose spontanee e poco comuni potrebbe essere qualcosa che stupisce ed incuriosisce l’uomo. Per esempio imparare un mestiere che non si pensa affatto possa essere utile alla propria di vita: proprio come quello de Il commerciate di olio di motore. È diventato difficile trovare persone competenti
innamorate di un lavoro normale
, non abbiamo più la volontà di apprezzare la semplicità.

 

Al contrario cerchiamo sempre di rendere tutto complicato, pieno di ostacoli non ricordando quanto bellezza ci sia anche in un litigio, in un confronto, nel dialogo costruttivo. Sono forma di vita anche queste!

La bellezza risiede pure nel prendere coscienza di cosa volere da se stessi: accontentarsi o rischiare? Salutare il vecchio per dar il benvenuto alla novità? L’inaspettato è meraviglioso già in se: faccio così me ne vado da qui che ho proprio voglia di un finale diverso.

 

Innamorarsi

Prendere una decisione è vita e bellezza allo stesso tempo perché implica un cambiamento, anche se si trattasse del sentimento più nobile quale sia l’amore. Rendersi conto di non provare più alcun sentimento per qualcuno è un grandissimo e sublime atto di coraggio anche se d’impatto egoistico, ma non ti amo più, non ti voglio più non ho più nemmeno voglia di farmi toccare da te. In quel momento si ha solo voglia di dire Ciao, ci vediamo. Ciao, ci sentiamo. Ciao. Ciao.

Innamorarsi di nuovo non è banale ed immediato, ma non impossibile. È vero, forse all’inizio si cerca ciò che manca dell’altro o piuttosto ciò che non si ha avuto: è sempre una bilancia tra ciò che è noto e ciò che è ignoto. E allora è necessario far un passo avanti poichè provare di nuovo un sentimento verso un’altra persona rende belli fuori, dentro e verso tutto il resto dell’universo.

 

 

Il rumore tanto gridato da Diodato diventa allora il suono della vita, della bellezza e dell’amore. Una vibrazione che invade corpo, mente e spirito perché  non lo posso sopportare questo silenzio innaturale tra me e te.

Non fingiamo di non amare, non siamo falsi con noi stessi, non siamo ciechi davanti la bellezza dei gesti semplici, delle piccole cose: semplicemente viviamo questa meravigliosa vita pronta a stupirci.

Alessandra Ferrara

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