cecilia ha scritto il suo ep per provare a rispondere a varie domande sulle quali s’interrogava, così noi abbiamo preso spunto e abbiamo ideato questo numero di Indie Talks proprio sul significato delle domande in se e ci siamo divertiti a giocare insieme a lei.
La cosa divertente è che abbiamo scoperto che ognuno di noi sceglie di rispondere come preferisce, quindi l’unica soluzione che vogliamo accettare è che non esiste un giusto e sbagliato.
Siamo d’accordo con cecilia: Il punto è che spesso siamo solo punti interrogativi.
Ne faccio talmente tante io da non lasciar modo e tempo di farmele fare.
Strategie collaudate negli anni e cucite su misura (emoji con occhiali da sole).
Scherzi a parte, probabilmente quella più comune da parte degli sconosciuti è:
Wow fai musica? Che strumento suoni? (e quando dico che oltre alla tastiera e alla chitarra che suono per accompagnarmi – canto, la domanda che consegue è: Ma non ci hai mai pensato a fare un talent? Non proseguo
Fra i miei amici invece vince Quando torni?
Risponde a l’esigenza di ordinare, dare una forma, smaltire delle emozioni forti.
Assolutamente dopo il primo ascolto.
C’è sempre una risposta per ogni domanda e se non la trovi, scrivici una canzone.
Credo di essere stata esaustiva, questo ep non si chiamerebbe “?” (Sorrido)
Le domande che riguardano il mio percorso, non inteso come crescita in ambito musicale e/o personale (del quale magari non sanno nemmeno molto e alle quali risponderei con maggiore interesse) ma per lo più quelle legate alla visibilità e al consenso del grande pubblico.
Più che il senso di una canzone, vorrei chiedere a Mina a chi stava pensando, nel momento esatto in cui in studio cantava Mi sento viva, all’improvviso, per te. Una vera Mina, chissà a chi la stava cantando.
L’indie è nato come alternativa al pop, nel tempo si è trasformato conquistando sempre più il consenso del grande pubblico, fino a diventare di fatto mainstream. Ad oggi potrebbe essere considerato il nuovo pop, ricco di sotto generi.
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