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Fabio Cuomo | Recensione Album “Il Volo del Gufo”

Il disco – Il volo del gufo

Fabio Cuomo ha da poco presentato il suo nuovo disco “Il volo del gufo” tramite Blue Spiral Records, che si aggiunge ai precedenti “Sette studi tra quiete ed inquietudine” e “La deriva del tutto”. L’album arriva in continuità spazio-temporale con la terribile realtà vissuta da noi tutti e rimarca la solitudine ed il silenzio del periodo con le sue atmosfere a tinte dark. Lo stesso Fabio Cuomo afferma che “il gufo è l’unico animale il cui volo non emette alcun suono; Così è stato per me creare questo disco. Un volo silenzioso e solitario in un momento storico di isolamento forzato”.

L’artista – Fabio Cuomo

Fabio Cuomo è un polistrumentista da sempre attivo nel circuito nazionale; la sua continua esigenza di ricerca e sperimentazione lo ha spinto negli ultimi anni a esplorare i territori della musica classica e neoclassica per pianoforte contaminata da sintetizzatori analogici. A marzo del 2015 Fabio Cuomo ha dato alla luce i suoi primi pezzi da solista; musica strumentale sperimentale composta e suonata interamente da lui, i cui ingredienti sono per lo più la musica ambient, jazz, classica, drone e progressive. Cuomo propone il suo live live con un set particolare in cui suona da solo synth, effetti e pianoforte senza l’uso di basi.

Il Volo del Gufo – La recensione

Il Volo del Gufo è un album squisitamente strumentale formato da sei brani, in cui Fabio Cuomo unisce sonate di stampo Neoclassico con derive elettroniche e sperimentali. Il titolo èdi per se estremamente evocativo ed il primo brano del disco “Something Lost” ci rimanda fin da subito alle atmosfere di caccia notturna del rapace. Sembra di vederli i suoi occhi gialli, intenti a ritrovare una preda che, seppur sfuggente con il favore delle tenebre, non avrà comunque scampo. Il Volo del Gufo è silenzioso, arrivando quando meno te l’aspetti e lasciandoti inerme al tuo destino.

“Milonga” è un brano in cui le contrapposizioni si fondono insieme, diventando un tutt’uno. La lunga intro affidata ai pad ipnotici lascia spazio ad una sensuale e fisica milonga, che a sua volta viene travolta dal caos: non è questo forse il succedersi degli eventi della vita?

Gli ossimori che danno vita al Volo del Gufo

“Troppe Parole” è il grande ossimoro de Il Volo del Gufo, lasciando spazio anche nominalmente agli strumenti, che si succedono in rapida sequenza: Rhodes, pianoforte, synth monofonici e pad non lasciano spazio a parole, anche soltanto pensate. Il rimando al periodo pandemico è forte, tanto da ricordare quei momenti in cui eravamo così subissati dalle informazioni da non avere più spazio per i nostri pensieri.

 

Continuando “Inalma” ricalca quella sensazione di inquietudine e solitudine in cui tutti i pensieri di cui sopra ci travolgono, diramandosi dal cervello fino agli organi, dritti dentro l’anima. Corrono veloci sfruttando le sinapsi, fino a lasciare il mondo terreno impiantandosi dentro l’immateriale ed infondendo il sentimento di inquietudine su un nuovo, supremo livello.

E’ proprio in quel momento, quando l’inquietudine entra nell’anima che arriva la “Paura del cambiamento”, trovandosi in uno stato del tutto nuovo e profondamente radicato in noi. Bisogna somatizzarlo, farci i conti faccia a faccia, dominarlo oppure accettarlo. La risposta di Fabio Cuomo è esemplare: “Lava l’anima con l’acqua”. L’acqua, uno dei cinque elementi, forse quello considerato meno ostile, ha la forza di travolgere le cose, purificandole. Ci si può lavare il viso da un trucco troppo pesante, ci si può lavare un oggetto per renderlo ancora utilizzabile, ma ci si può lavare anche l’anima, con l’acqua.

I suoni e le composizioni di Fabio Cuomo riescono ad essere evocativi pur non dicendo una sola parola, ma trovano perfetta concatenazione l’un l’altro di brano in brano. Il Volo del Gufo è un disco che esprime i suoi concetti con una forza inaudita, urlandoli silenziosamente. E si, anche questo è un ossimoro.

Vincent Hank

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