Indie Italia Mag

Diomira: “Non accettare la realtà fa aumentare la sofferenza” | Intervista

“Lungomare Paranoia” parla della consapevolezza di sbagliare senza pensare alle conseguenze, decidere di commettere un errore, per poi scoprire che chiedere scusa e tornare indietro non è facile come sembra. Cosa rimane? La nostalgia di quello che c’era e un sacco di domande.

Se le relazioni finiscono la colpa è quasi sempre da dividere tra entrambi gli elementi della coppia, quindi bisognerebbe evitare di rimanere bloccati in un loop malinconico utile solamente ad alimentare sensi di colpa desiderosi di mordicchiare il cuore.

Diomira, passeggia sui suoi sentimenti, interrogandosi sulle scelte del passato, prendendo in considerazione l’apatia, come l’unica soluzione per uscire da una fase di impasse e mettere così finalmente un punto, al posto di inutili virgoli che prolungano sempre di più la sensazione di dolore che si prova quando si sta per pronunciare la parola fine.

 

INTERVISTANDO DIOMIRA

L’orgoglio può complicare le relazioni?

Secondo me sì, anche se fortunatamente non ho molta esperienza a riguardo. 

Quali sono i comportamenti delle altre persone che ti irritano di più?

Adoro questa domanda. Detesto quando le persone chiedono scusa senza aver capito che cosa hanno sbagliato e soprattutto chi interrompe credendo di aver già capito cosa volessi dire.

Cosa vorresti chiedere ai tuoi fan?

Non penso di avere dei fan, però sarei curiosa di sapere cosa pensano della mia musica e se sono riuscita a comunicargli qualcosa.

PH: Vincenzo Lapiccirella

Anche la felicità può essere sbagliata?

Si, ma non è una felicità genuina e ce ne accorgiamo col tempo.

Il titolo “Lungomare Paranoia” è una citazione al celebre disco di Mecna?

Ahahahaha no, è stata una casualità. La mia canzone si chiama così perché parla di una storia che mi ha resa un po’ insicura e si svolge al mare. 

PH: Vincenzo Lapiccirella

Se sfogli il calendario hai un’altra data evidenziata oltre il “6 agosto”?

Si, la prima che mi viene in mente è il 7 Dicembre, l’ultima volta in cui ho visto mia zia Diomira.

A cosa pensano i giovani oggi?

Non posso parlare per tutti però direi ad inserirsi, a far parte di qualcosa, a non rimanere soli, oltre che alla scuola, la famiglia e tutto il resto.

Nicolò Granone

Recent Posts

Twombly: “Non comunicare è un drammatico silenzio” | Intervista

Capire gli altri, comprendere se stessi sono due aspetti della stessa medaglia, chiamata comunicazione. Si…

19 ore ago

Mille:” Il mio Risorgimento come esplosione di vita” | Indie Talks

Ci sono situazioni  che portano cambiamenti improvvisi e drastici, mentre altre volte questo Risorgimento nasce…

4 giorni ago

New Indie Italia Music Week #245

'Nta cuntrada e Munacheddi s’addumavanu li luci, i picurari aveunu lu cielu sutta e peri,…

1 settimana ago

Gustando gli Spaghetti Westner dei Bisanzio | Intervista

Si può scegliere di scappare dalla provincia oppure usarla come spunto per sognare un nuovo…

1 settimana ago

Cesare Blanc: “Inseguo l’imprevisto della possibilità” | Intervista

Di situazioni complicate è piena la vita e a volte si finisce come Cesare Blanc,…

1 settimana ago

Dutch Nazari: “Guardare è un modo di scegliere” | Indie Talks

Considero che se per educarne cento devo colpirne uno tanto vale sia me. E avere…

2 settimane ago