PH: Rust Productions
Sajittario scrive “ComeTe” una canzone d’amore diversa dalle altre perché si concentra sui giusti abbinamenti, su tutte quelle cose che si fanno, ma soprattutto si è, durante una relazione.
Purtroppo il cuore non conosce ragione, e anche quando tutto sembra funzionare alla perfezione, potrebbe arrivare il fatidico momento dell’addio.
Se una relazione finisce poi rimangono solamente i ricordi a fare compagnia durante nuovi momenti di solitudini, ai quali è molto difficile abituarsi, specialmente se creano un vuoto che invece di diminuire, cresce giorno dopo giorno.
La malinconia di Sajittario racconta la tristezza delle promesse non mantenute, descrivendo momenti che sembravano eterni solo all’apparenza.
Sì, sono del Sagittario, sono nato il 12/12 che è un numero che significa molto per me.
Se proprio devo essere sincero, quella J, esce dall’ultima lettera del mio codice fiscale, mi sono sempre chiesto:” come mai proprio una j finale?!”; e poi anche perché, la J penso sia un simbolo che differenzi il nome del segno zodiacale senza stravolgerlo.
Sono una persona che sorride poco, quindi se dovessi rispondere allegria sarei un bugiardo, o meglio buJardo.
Penso che si abbini bene con la sorpresa, paura, rabbia, tristezza.
Nei miei testi c’è sempre uno sfogo reale, qualche giornata, persona, situazione non digerita masticata e vomitata su un foglio o sulla tastiera del cellulare.
Comunque sul fatto di sorridere qualche volta in più ci sto lavorando un po’…
Si, io penso sia proprio il passare del tempo a trasformarli, più l’idea di un ricordo diventa un ricordo più lo stesso diventa triste. Penso possa succedere anche viceversa in certe situazioni.
Questa è una domanda che mi faccio tutt’ora anch’io. Le persone cambiano con il tempo, anche noi cambiamo.
Penso sia più difficile mantenere un rapporto che perderlo.
Posso consigliare di mettersi due cuffiette.
Certo, assumersi responsabilità vuol dire crescere.
Si può crescere anche se in altri modi per esempio anche delle mancanze portano a crescere più in fretta.
Penso che ognuno di noi abbia delle fragilità ,chi più chi meno, secondo me si, in amore purtroppo vince chi riesce a farle fuoriuscire di meno
Me ne ricordo solamente qualcuno, non ho mai avuto fin da bambino il bisogno di festeggiare in chissà quale modo, con mia madre e mio fratello mi sono sempre divertito, poi certo anche con gli amici ne ho fatto qualcuno in adolescenza.
Essendo già da bambino molto allegro, tanto che a scuola le maestre mi chiamavano: “il bambino con gli occhi tristi”, me ne ricordo uno in particolare di compleanno, quando ho ricevuto in regalo la mia prima bicicletta, dopo 20 minuti ero in strada con mia madre verso il pronto soccorso con il mento che piangeva sangue a cascate.
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