Indie Talks

L’importanza di un salto nel vuoto con Itto | Indie Talks

Articolo di Filippo Micalizzi

Il problema principale nel dover affrontare una qualsiasi prima volta è la fondamentale paura di non sapere come andrà a finire. Nella testa ci creiamo mille aspettative, mille universi paralleli su come potrebbero andare le cose, e poi alla fine il tutto si riduce in due semplici opzioni: finirà bene o finirà male.

In questo nuovo Indie Talks, ispirati dal suo nuovo singolo “Claudia!!”, abbiamo deciso di intraprendere un viaggio con Itto nelle sue prime esperienze.

Nel tuo nuovo singolo “Claudia!!” viaggi con la fantasia sul futuro dopo un primo appuntamento. In generale pensi giusto crearsi delle aspettative o è meglio restare freddi e con i piedi per terra?

Vorrei sapere come non crearmi mille aspettative ma se così fosse probabilmente non scriverei canzoni! Poi chi lo vuole un amore con i piedi per terra?

Sempre nel brano dici “Mi conosce da un’ora cazzo mi ha già capito”. Le prime impressioni sono davvero così decisive, oppure è solo un modo di dire?

“All’inizio pensavo mi odiassi” è la frase che mi sento dire più spesso, quindi penso di no. Spesso le prime impressioni sono esattamente quello che dice il nome: impressioni. Nel caso specifico di Claudia però ci aveva visto più lungo di me. Non voleva niente di serio e aveva capito che uno dei due ci sarebbe rimasto sotto. O almeno credo, non ci ho capito niente di lei. 

PH: MARCO MANNINI

Il tuo primo EP “The night was long” è cantato completamente in inglese, da quello successivo invece hai deciso di scrivere in italiano. Puoi raccontarci il perché di questo passaggio?

Nella mia musica il testo è sempre stato l’aspetto che mi sta più a cuore, anche quando scrivevo in inglese. Dopo anni a cantare nei bar canzoni che nessuno capiva mi sono chiesto se fosse possibile per me provare a fare le stesse cose ma in italiano. Contemporaneamente sono rimasto folgorato da una canzone di Brunori Sas che descriveva perfettamente la mia vita in quel momento (“Lei, Lui, Firenze”), e ho deciso di provarci anch’io. É molto più difficile, ed ho dovuto imparare a dire nei miei testi quello che penso davvero senza farmi spaventare dal fatto che ora verranno effettivamente capiti. 

Qual è stata la miccia che ha fatto accendere in te la voglia di fare musica per la prima volta?

A 10 anni ho visto su MTV un videoclip delle Vibrazioni e per qualche ragione appena è tornata mia madre dal lavoro sono corso da lei e le ho detto “voglio iniziare a suonare la batteria”. Dopo 5-6 anni e le prime esperienze nelle band, ho capito che volevo scrivere canzoni ed ho iniziato a prendere in prestito la chitarra di mio padre e strimpellare qualche accordo. Da lì non ho più pensato ad altro.

PH: MARCO MANNINI

Le prime volte sono per la maggior parte un grosso salto nel vuoto senza sapere come andrà a finire, c’è stato un momento in cui hai pensato di non farcela? E cosa ti ha spinto invece ad andare avanti.

L’assoluta incertezza del futuro è un ingrediente fondamentale dell’essere musicista. Sto imparando a conviverci e godermi i piccoli traguardi. Un anno fa ho deciso finalmente di mollare tutto e fare solamente musica, il che è stato effettivamente un grande salto nel vuoto, però non volevo più rischiare di svegliarmi un mattino da vecchio e rendermi conto che non ci avevo mai provato davvero. 

Ciò che mi spinge ad andare avanti da anni nonostante gli alti e bassi sono le mie canzoni. Sono estremamente fiero di ognuna di loro, e l’idea che entrino nella vita e nei momenti di altre persone (che siano cento o un milione) é per me un motore fortissimo. 

Abbiamo parlato di prime volte, ma adesso che il viaggio è già partito, quale sarà la tua prossima meta, c’è un disco in arrivo?

Esatto, dopo anni passati a ragionare “a singoli” vorrei prendermi lo spazio per fare un disco in cui non necessariamente ogni pezzo sia destinato a tutti ma solo a chi vuole scavare un po’ più a fondo. Ci saranno i singoli ma ci saranno anche canzoni molto personali. Una delle mie preferite non ha nemmeno un ritornello: in un minuto e mezzo di strofe avevo detto tutto quello che volevo dire e ho deciso di tenerla così.

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