PH: Elia Introvigne
Bianco o nero?
È possibile guardare la realtà utilizzando due punti di riferimento, senza considerare tutte le possibili mediazioni e contaminazioni che esistono e danno valore a ciò che vediamo. Anche i sentimenti hanno mille sfaccettature, e anzi nulla è davvero come ci appare alla vista, tutto dipende da come lo interpretiamo.
Gli EUFORIA sono una band composta da tre ragazzi che ha scelto di mischiare il proprio io personale con quello degli altri componenti in modo da usare la musica come tela, riuscendo così a raggiungere una visione che sposa diverse attitudini arrivando a esaltare di conseguenza la bellezza di ogni vissuto.
I colori si mischiano, così come le diverse emozioni e in base a quale strada scegliamo di prendere cambia come percepiamo il mondo esterno, ma anche il nostro buio interiore può essere illuminato.
Nasce in un pomeriggio d’estate, era il nome di un synth che abbiamo utilizzato per una produzione, ci è piaciuto fin da subito e lo abbiamo fatto nostro nel tempo. Poi col tempo questo nome ha iniziato ad assumere un suo significato e adesso per noi rappresenta ciò che vogliamo portare con la nostra musica.
È qualcosa da cui non possiamo prescindere. Tutti noi proviamo sentimenti e questi regolano le nostre vite e le nostre relazioni. Pensiamo che dovremmo abituarci di più ad analizzare i nostri sentimenti e capirli, comprendere da dove nascono. Sono uno dei motori del mondo, hanno il potenziale di farci fare cose razionalmente insensate o scoperte giganti. Sono una delle cose più preziose che abbiamo come essere umani.
Non lo diremmo in termini prettamente estetici, ma i nostri stati d’animo sono delle lenti sul mondo che vediamo. Felicità o tristezza possono farci percepire lo stesso comportamento in termini più o meno negativi, solo in base al nostro stato mentale attuale.
Per noi sì. Sicuramente un modo per fare ordine. Senza scomodare la catarsi come metodo terapeutico, dal dolore sicuramente hanno vita forme d’arte più intense che in una normale situazione. Più che rinascita, noi la chiameremmo crescita.
È una delle sfide della nostra generazione. Siamo un mondo che oscilla tra il reale e il virtuale, tra modelli di successo irrealizzabili e crisi d’ansia generalizzata. Comprendersi è difficile e comunicarlo ancora di più. Pensiamo però che dovremmo iniziare un processo di sdoganamento delle nostre emozioni, specialmente quelle negative: così facendo si può creare un circolo virtuoso in cui ognuno di noi si può sentire più a suo agio nelle proprie condizioni di tristezza e perciò riuscire a chiedere aiuto più facilmente.
Tutto. È la rappresentazione delle numerose sfaccettature che ci accompagnano nelle nostre vite. Dobbiamo cercare di accogliere tutti i colori che incontriamo perché non sappiamo cosa ci potrà riservare.
La creatività e l’arte hanno l’obbligo di darci una chiave di lettura diversa o semplicemente farci viaggiare in un mondo diverso dal nostro. Senza di essa saremmo già morti.
Dato che siamo sempre alla ricerca di contaminazione forse una corrente sola sarebbe limitante. Siamo più un mix tra Futurismo (per il concetto di velocità), Espressionismo (per la ricerca delle emozioni) e Dadaismo (per la volontà di provare un modo diverso di fare arte), con tutte le distinzioni del caso. Ci piace vederci così.
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