PH: Asia Michelazzo, Nicola Cattelan, 3DC
TONY SCORPIONI è arrivato da un altro pianeta, con la sua personalità, il suo stile e il suo corpo tatuato, forma che dà la sensazione di non essere umano. In realtà ti ci affezioni subito, e rimani incuriosito dalla sua profondità emotiva e dalla voglia di scoprire il mondo, modellandolo attraverso le proprie esperienze, che possono sembrare derivare da nuovi mondi. Il disco “Nave Spaziale” è un viaggio libero dai confini alla ricerca di verità, esplorando melodie nuove e uniche nel suo genere. Un guru dei tempi moderni, che invita alla comprensione, alla pazienza e al rispetto per gli altri. Non dobbiamo essere assorbiti dalla fretta o essere talmente testardi da rimanere bloccati nelle nostre condizioni, la vita e l’universo hanno così tante opzioni che neanche un algoritmo potrebbe prevedere fino in fondo.
Non bisogna avere paura neanche del diverso perché solo insieme è possibile condividere nuove esperienze, non si può vivere solo di ricordi avendo paura del futuro solamente perché non sappiamo a cosa stiamo andando incontro.
Sin da piccolo ho sempre trovato un certo fascino per la natura e tutto ciò che gli appartiene. Cresciuto per gran parte della mia vita con i miei nonni ho sviluppato un’attenzione particolare verso valori a cui un tempo ci si faceva più attenzione: sentimenti, rapporti, rispetto ed educazione sono sempre stati alla base della mia evoluzione. Ad oggi ciò che torna come tópos costante è la malinconia per quei momenti scalfiti nella mia anima. È da qui che derivano gran parte delle mie creazioni.
Penso che non sia un aut aut, nel senso che una cosa non esclude l’altra; credo infatti di potermi identificare in entrambi: fare musica significa dare vita a una forma d’arte, a un “prodotto” derivante dalle proprie influenze e input personali. Al tempo stesso è importante avere un occhio verso l’esterno ed evolvere di conseguenza il proprio modus operandi rimanendo tuttavia fedele a se stessi.
Avendo a che fare quotidianamente con la musica, ho sviluppato la convinzione secondo cui l’arte si possa identificare come un qualcosa di ultraterreno e che prescinde da tutto ciò che ha a che fare con la dimensione materiale. Detto ciò, credo sia fondamentale preservare questa idealizzazione della musica; d’altro canto sta anche a noi artisti cercare di non “corromperla” e conservare la sua purezza.
Penso siano la base fondamentale della nostra crescita: ricordare qualcosa di sbagliato è essenziale, a volte ci fa riflettere su dove avremmo potuto far di meglio. Lo stesso vale per i meravigliosi ricordi che riempiono il cuore e la mente curandone le ferite. Tuttavia entrambi sono propedeutici per le mie ispirazioni.
Ai miei occhi il bene e il male possono essere identificati nella stessa materia, due facce della stessa medaglia. Di fronte a questo, ogni individuo si orienta autonomamente nella scelta e decide quale limite non valicare.
Forse non avevo mai capito quello che mi circondava fin quando questo viaggio (nave spaziale) mi ha portato a comprendere me stesso.
Senza di essa probabilmente non esisterebbe la musica, l’arte e nemmeno Tony Scorpioni. Che sia un quadro, una barca o una nave spaziale, l’input iniziale per la creazione di queste cose deriva dalla fantasia di un uomo che si è “perso” nella sua immaginazione.
È un concetto molto ampio; pensare all’universo può destabilizzare e buttarti nel celebre “horror vacui”: di fronte all’immensità di questo l genere, infatti, siamo solo dei puntini, ognuno con la propria vita e la propria individualità. Allo stesso tempo credo che proprio la riflessione e la spinta intellettuale in cui l’uomo si cimenta pensando all’universo, diventi il pretesto per elevarsi e “perdersi” in questioni più alte.
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